I confini della Terra di S. Benedetto, dalla donazione di Gisulfo al sec. XI


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di Emilio Pistilli, Cassino, 2006.

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PRESENTAZIONE
Il territorio che, a metà del sec. VIII, fu donato dal duca di Benevento Gisulfo II2006-04-i-confini-della-terra-di-san-benedetto almonastero di Montecassino – denominato in seguito Terra Sancti Benedicti –, è costituito da una parte  pianeggiante, formata dalle ampie vallate dei fiumi Rapido e Liri-Garigliano, e da una parte montuosa composta da rilievi sia a nord che sul versante meridionale. Si tratta per il  versante settentrionale di una catena di montagne, quella dell’Appennino abruzzese, che vista dalla pianura si erge nella sua maestosa imponenza toccando con Monte Cairo gli oltre  1600 m. di altezza e che poi a mano a mano si attenua degradando verso Cervaro, San Vittore del Lazio e San Pietro Infine. A sud invece la pianura del Cassinate è protetta dalle ultime  propaggini dei Monti Aurunci, che in Monte Maio superano i 900 m. di altezza. Nella pianura si eleva ben visibile isolato nella parte orientale la caratteristica collina di Monte Trocchio. Ci è sembrata una lodevole iniziativa quella di Emilio Pistilli di ripercorrere i confini della Terra Sancti Benedicti, conducendo il lettore quasi in una ‘passeggiata cassinate’ lungo il  perimetro del territorio che costituirà fino all’inizio del sec. XIX il nucleo feudale centrale della signoria monastica, retta dall’abate di Montecassino, e che ancor oggi segna in massima  parte il limite della Diocesi di Montecassino. Pistilli ha preso come guida per questo itinerario il testo conservato nel diploma dei principi di Capua Landolfo I e Atenolfo II (del 25 aprile  928), custodito nell’archivio di Montecassino, nella trascrizione fatta dal Gattola nelle sue Accessionesalla Historia Abbatiae Cassinensis, I, pp. 45-46. Il percorso comincia dal punto ove il  fiume Garigliano svolta verso Suio per proseguire fino al mare. Quasi un ingresso solenne nella Terra Sancti Benedicti per via mare, seguendo poi il fiume Garigliano fino ad  incontrare la zona di Vantra. Il tracciato del confine viene condotto in senso antiorario. E sarà poi quello che Leone Ostiense ci conserverà in maniera più lineare nella Chronica monasterii Casinensis, I, c. 5, e che successivamente verrà ripreso nel Registrum confinium di Bernardo Ayglerio nel 1278. L’identificazione dei toponimi non è stata agevole. Già altri si  erano cimentati nella non facile ricostruzione dei confini della Terra Sancti Benedicti, come ad esempio Luigi Fabiani che volle dare alla sua opera, divenuta ormai un classico, proprio il  titolo di La Terra di S. Benedetto. Studio storico-giuridico sull’Abbazia di Montecassino dall’VIII al XIII secolo, Montecassino 1968 (Miscellanea Cassinese, 33-34). Utilissima fu la tavola  annessa, che ricostruiva l’intero territorio della Terra di San Benedetto. È interessante notare come seguendo il percorso tracciato dai confini si vede quasi sempre al centro l’abbazia di  Montecassino. Pistilli ha arricchito il suo lavoro – e qui sta forse la novità rispetto agli studi precedenti – con un corredo prezioso di tavole quale quello fornito dalle tavolette dell’IGM.  Nei punti ove il tracciato diventa più complicato ci si puó affidare anche alla guida degli esperti studiosi della cartografia militare. Vanno ricordate ancora, perché sempre utili, le opere  di Herbert Bloch, Monte Cassino in the Middle Ages, voll. I-III, Roma 1986, e il catalogo della mostra dei disegni acquerellati del Guglielmelli, conservati nell’archivio di Montecassino, dal titolo La Terra S. Benedicti nei disegni ad acquerello di Marcello Guglielmelli (1715-1717), a cura di Luigi Cardi e Daniela Tallini, Montecassino 1994. Questi due ultimi contributi aiutano  a ricostruire il territorio circoscritto dai confini, dei quali Emilio Pistilli dà conto in questo volume. Nei volumi di Herbert Bloch, recentemente scomparso, si descrivono le dipendenze di  Montecassino inscritte sulle lamine bronzee della porta desideriana di Montecassino a cominciare dalla Civitas S. Germani con a seguire tutti i centri abitati che costituiscono la Terra Sancti Benedicti. A pochi metri di distanza dalla porta di bronzo del 1066 si trova, nel Chiostro dei Benefattori antistante la basilica di Montecassino, la statua settecentesca del duca di  Benevento Gisulfo II accanto a quella del padre di s. Benedetto. Ancora oggi i Cassinesi il 19 luglio fanno memoria, nella preghiera liturgica, del giorno anniversario della morte  dell’insigne benefattore. Ci piace concludere queste brevi note con il riferimento alla donazione di Gisulfo conservatoci nelle Chronicae Sancti Benedicti Casinensis edite di recente a  cura di Luigi Andrea Berto, Firenze 2006, in una nuova edizione latina con versione italiana a fronte: «Quando il medesimo bellicoso duca Gisulfo salì sulla rocca di quella città, […] nel  luogo in cui il corpo del beato Benedetto era stato decorosamente sepolto, indotto in quel momento dall’amore divino, donò al beato Benedetto tutti i luoghi intorno, sia quelli sui monti  che quelli in pianura (cuncta in circuitu montana et planiora), e stabiliti i censi, concesse che fossero stabiliti per sempre» (p. 45).

 

Faustino Avagliano
Direttore dell’Archivio di Montecassino

SOMMARIO
PRESENTAZIONE -pag. 5
PREMESSA – pag. 7

CAP. I
Dalla prima distruzione alla rinascita – pag. 9

CAP. II
La donazione di Gisulfo II del 744 – pag. 13
Località citate nel privilegio – pag. 69

CAP. III
La Terra di S. Benedetto nel sec. VIII – pag. 71

CAP. IV
Acquisizioni territoriali fino al sec. XI – pag. 75

APPENDICE I – pag. 81
APPENDICE II – pag. 85
BIBLIOGRAFIA – pag. 87
INDICE DEI NOMI E DELLE COSE NOTEVOLI – pag. 90

 

 

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