Assemblea generale del Cdsc-onlus: presentato il libro di Maurizio Zambardi sul capobrigante Domenico Fuoco


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L’Inchiesta – 27.03.19

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fuocoMercoledì 20 marzo 2019, presso la «Sala San Benedetto» della Banca Popolare del Cassinate, si è svolta l’Assemblea Generale del CDSC Onlus. Dopo l’interessante relazione di fine anno del presidente Gaetano de Angelis-Curtis e la dettagliata relazione di bilancio del tesoriere Fernando Sidonio, la parola è passata al socio Maurizio Zambardi che ha presentato la sua ultima fatica letteraria improntata sul capobrigante Domenico Fuoco. Il libro, titolato Il capobrigante Domenico Fuoco tra storia e leggenda – Brigantaggio Postunitario in Alta Terra di Lavoro, è edito con le Edizioni Eva, sotto l’egida del CDSC, ed è impreziosito da tre saggi introduttivi di tre uomini di notevole spessore culturale come Gaetano de Angelis-Curtis, Fernando Riccardi e Aldo Cervo.

Dopo la doverosa premessa del presidente de Angelis-Curtis, Maurizio Zambardi ha tenuto desta l’attenzione del pubblico presente in sala illustrando i molteplici aspetti del brigante di origine sampietrese. La relazione di Zambardi ha abbracciato l’intero decennio del brigantaggio postunitario, non tralasciando di parlare della famiglia del brigante e di molti altri retroscena sconosciuti al pubblico. Numerosissime notizie raccolte dall’autore non solo nei vari Archivi Statali e nelle Biblioteche pubbliche e private, ma anche aneddoti e leggende, tramandate oralmente di padre in figlio, nei paesi interessati dal fenomeno del brigantaggio. Interessante è stata la narrazione dell’uccisione di Domenico Fuoco, insieme ad altri due uomini della sua banda e cioè Ventre e Caronte, avvenuta nella notte tra il 17 e il 18 agosto del 1870 sui monti delle Mainarde. L’autore ha parlato della versione resa nota ufficialmente dalle Autorità Militari e cioè dell’uccisione dei tre briganti ad opera dei tre sequestrati che erano riusciti a liberarsi perché legati male, ma ha anche parlato di una versione non ufficiale, narrata dagli anziani, dei paesi del cassinate e del limitrofo Molise, che, in maniera unanime, attribuisce l’uccisione dello scaltro capobrigante per il tradimento di un suo compare di battesimo. Suggestivo ed emozionante è stato, infine, l’ascolto della registrazione della testimonianza di un anziano di San Pietro Infine, che lo stesso Maurizio Zambardi raccolse oltre 30 anni fa. Il racconto riporta la fine di Domenico Fuoco, tradito dal compare di Conca Casale, che ne pagò, però, le conseguenze morendo di crepacuore quando un’aquila gli volò contro emettendo strida talmente acute da impressionare il compare. Si disse allora che era stato lo spirito del brigante Fuoco che, nonostante fosse morto, era ritornato nel mondo dei viventi, seppur mutato in aquila, per vendicarsi del tradimento del compare.

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