I «manufatti della memoria»: le lapidi in ricordo di Antonio Labriola (gdac)


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«Studi Cassinati», anno 2022, n. 3
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Il Centro documentazione e studi cassinati si è fatto da tempo promotore di una politica di ricordo materiale del passato di Cassino attuata con l’apposizione di «manufatti della memoria», opere che, donate dall’Associazione alla città, entrano a far parte del suo volto urbano, finendo per caratterizzarlo, e che fanno memoria della storia e della cultura di questo territorio.

Nel 2004 con Emilio Pistilli dette luogo al progetto della «memoria di pietra» collocando in città nove grandi blocchi di pietra di cui sei a ricordo di edifici d’origine medievale andati distrutti e tre come rievocazione di momenti fondamentali per la storia di Cassino. Recentemente, il 17 dicembre 2021, sono stati inaugurati due manufatti collocati al bivio della strada per Montecassino: la Stele del «Placito cassinese» e l’epigrafe del Verso 37 del Paradiso della Divina Commedia del sommo poeta Dante Alighieri.

Ora, alla vigilia del centosettantanovesimo anniversario della nascita di Antonio Maria Marziale Labriola, il Cdsc-Aps, su sollecitazione di Alberto Mangiante e in collaborazione con la famiglia Ciolfi, ha inteso perseverare nell’ottica della politica dei «manufatti della memoria» ricordando il filosofo con due lapidi apposte sulla facciata del palazzo che ha preso il posto di quello in cui il filosofo nacque, edificio andato distrutto a causa dei bombardamenti della Seconda guerra mondiale al pari di tutta la città e della sovrastante abbazia di Montecassino.

Una lapide intende celebrare la manifestazione del primo luglio 2022 ed è propedeutica all’altra che riporta esattamente l’epigrafe di quella dettata dal prof. Gualtiero Gnerchi, già allievo di Antonio Labriola e docente del Liceo-ginnasio di Cassino, che fu collocata il 2 febbraio 1907, nel terzo anniversario della morte del filosofo avvenuta a Roma, e anch’essa andata polverizzata con la guerra (gdac).

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