Perchè la ricerca


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Studi Cassinati, anno 2001, n. 2

A distanza di oltre 56 anni dai tragici eventi bellici la Città Martire non conosce ancora la reale entità del sacrificio di sangue dei suoi cittadini. Ciò è dovuto alla perdita totale dei registri comunali, ma anche alla diaspora di molte famiglie, sfollate durante il conflitto e mai più ritornate a Cassino. Molte salme furono collocate provvisoriamente in cimiteri di altre città e lì sono rimaste, forse addirittura dimenticate. Di molte altre i resti, dilaniati dagli esplosivi e rimasti sparsi sul terreno, non sono stati più ritrovati.
Dinanzi a tali difficoltà i superstiti e gli amministratori non hanno mai potuto compilare un elenco, anche approssimativo, dei caduti per causa di guerra, a differenza di tanti altri comuni che da tempo hanno scolpito sui loro monumenti ai caduti i nomi delle vittime.
Ci è parso doveroso, come associazione che si occupa della memoria storica della città, fare il possibile per rendere giustizia, almeno del ricordo, a quanti sono stati immolati alle “esigenze” assurde di una guerra altrettanto assurda.
Per questo i soci del CDSC si sono attivati in una ricerca capillare, durata due anni, attraverso i ricostituiti registri di Stato Civile, gli elenchi ufficiali del Ministero della Difesa, quelli delle Associazioni delle vittime di guerra, i registri cimiteriali di Cassino e di altri comuni, le lapidi degli stessi cimiteri, le testimonianze non scritte dei superstiti, dei familiari o conoscenti raccogliendo fino ad ora i nominativi di 192 militari caduti o dispersi in guerra ed di 1913 civili deceduti per cause di guerra tra il 1943 e 1944.
Gran parte del peso di tale ricerca è stato sopportato dal socio Guido Vettese, che, con enorme sacrificio, si è dedicato per mesi e mesi alla raccolta certosina, al confronto ed allo spoglio di migliaia di nominativi nei polverosi archivi comunali, nei cimiteri del territorio e tra la gente del luogo: la città dovrà essergliene grata. Non meno importante è stato il contributo del socio Sergio Saragosa per la ricerca relativa alla frazione Caira; né va sottovalutato il lavoro del compianto Don Donato D’Epiro, già parroco di S. Angelo in Theodice, per i dati pubblicati nel suo libro relativi alla stessa frazione. Va aggiunto che l’intero gruppo del CDSC non ha lesinato sforzi e collaborazione nell’iniziativa.
Quando diciamo “vittime di guerra” vogliamo riferirci a tutti coloro che sono deceduti per cause dirette e indirette della guerra; dunque non solo coloro che sono caduti durante i bombardamenti o le operazioni belliche (mitragliamenti, rappresaglie), ma anche a quanti hanno perso la vita per malattie contratte a causa della guerra (malaria, per esempio), per privazioni e stenti di ogni genere durante lo sfollamento o la prigionia, per esplosione di ordigni anche in anni successivi al 1944, purché riconosciuti ufficialmente dallo Stato italiano.
Dopo la presente pubblicazione, trascorso un congruo tempo per consentire a chiunque abbia interesse di segnalarci errori, omissioni, doppioni di nominativi, l’elenco risultante, che sarà considerato definitivo, sarà consegnato all’Amministrazione Comunale di Cassino perché lo faccia proprio e ne renda partecipe la cittadinanza. Auspichiamo, però, che i nomi vengano scolpiti su pietra e custoditi in apposito sacrario di cui la Città Martire non si è ancora dotata.

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