«Studi Cassinati», anno 2024, n. 4
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di
Maurizio Zambardi
Mentre sistemavo il mio archivio fotografico ho ritrovato alcune foto di una moneta che scattai qualche anno fa, insieme vi era un foglietto con degli appunti presi da me. La moneta mi fu mostrata da un pastore di San Vittore del Lazio che mi disse di averla trovata in un oliveto posto alle pendici di Colle Sant’Eustachio, propaggine di Monte Sambùcaro. Accantonai le foto in attesa di uno studio appropriato della moneta, poi tutto passò nel dimenticatoio. Ora cerco di rimediare all’impegno che mi prefissi.
La moneta è in bronzo, ha misure che si attestano sui 2 cm circa, mentre il peso è pari a 4 grammi circa. Presenta vistose crepe che sono da imputarsi al conio su un tondello freddo che solitamente era riscaldato prima della battitura. Al diritto vi è la testa laureata di Apollo, rivolto a sinistra, al rovescio il toro dal volto umano (androprosopo), che guarda a destra, coronato da una Vittoria alata. La Vittoria, dotata di lungo peplo, è rappresentata con un volo parallelo al dorso del toro e con il braccio allungato per posizionare la corona di alloro sulla testa del toro.
Dalla comparazione con altre monete dovrebbe trattarsi di un obolo, e cioè una frazione della dracma d’argento. L’obolo, che prima era in argento (come ad esempio quelli di Fistelia), in seguito assunse valore fiduciario e fu coniato in bronzo. Questa tipologia fu prodotta da alcune zecche tra cui Neapolis, Suessa, Teanum, Cales, Aesernia e circolò tra la Campania settentrionale e il confinante Lazio Meridionale, fino alle zone interne del Samnium a partire dalla metà del III sec. a.C. (forse anche uno o due decenni prima) e continuarono ad essere usate almeno per circa 50 anni e forse anche oltre. Sono noti vari ritrovamenti, tra i quali il più importante è quello di Pietrabbondante, ma altri rinvenimenti sono avvenuti anche tra il Lazio e la Campania (es. Valle di Comino, Aquinum, Minturnae).
La N tra le gambe del toro e la N dell’etnico che si vede davanti al viso (proprio in corrispondenza del naso), farebbero pensare all’etnico delle 4 zecche: NEAPOLITON, CALENO, SVESANO, AISERNINO.
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