«Studi Cassinati», anno 2024, n. 4
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di
Erasmo Di Vito
Leggere e studiare la storia, si è sempre detto, serve a guardare il futuro ed aiutare a costruirlo nel modo migliore possibile.
Ma scoprire che già 2000 anni fa, in piena epoca romana, una ragazza dell’antica Casinum abbia cambiato sesso per diventare maschio quanto meno lascia pensare.
Anche perché non sarebbe ‘una favola’, e spulciando nelle testimonianze storiche si apprende addirittura che il cambio di sesso all’epoca dei Romani non sarebbe stato affatto una novità.
Con quale risultato non è chiaro.
Mi sono imbattuto per caso in questa straordinaria notizia – che un esempio di cambio di sesso si sarebbe verificato proprio nella nostra antica Casinum – cercando elementi utili per un mio studio in corso sull’urbanizzazione in epoca romana.
In particolare, spulciando un volume riguardante il Regno di Napoli1 in cui l’autore scrive: «Narra Plinio nel 4. Capo del 7. Lib.2 “… che in detta città di Casino, nel tempo del Consolato di Licinio Crasso3 e di Caio Cassio Longo4, una fanciulla vi diventò maschio, e ne fu tosto per commandamento degli Aurispici5 tolto via, e portato ina una isola deserta”».
Nella sua traduzione inglese delle Historiae Naturalis, John Bostock6, interpretando il citato passo di Plinio il Vecchio, scrive che «Il cambiamento delle femmine in maschi non è senza dubbio una favola. Troviamo affermato negli Annali che, nel consolato di P. Licinio Crasso e C. Cassio Longino, una ragazza, che viveva a Casinum con i suoi genitori, fu trasformata in un ragazzo; e che, per ordine degli Aruspices, fu portato su un’isola deserta».
Lo stesso Bostock aggiunge che lo storico «Hardouin osserva che Aulo Gellio, copiando da questo passo, sembra aver letto la parola ‘Casini’, come se fosse C. Asinü, intendendo che il ragazzo apparteneva a un certo C. Asinius», e quindi la città di Casinum non c’entrava nulla, ma poi argomenta che «tuttavia, è abbastanza chiaro che la lettura adottata (la sua, nda) è quella giusta, essendo Plinio attento a dare le varie località in cui si sono verificati questi meravigliosi fatti».
Continuando, poi, Plinio riporta altre citazioni su casi analoghi alla ‘fanciulla di Casinum’, a confermare come il cambio di sesso, nell’antica Roma, non fosse proprio una cosa straordinaria.
«Licinio Muciano ci informa che una volta vide ad Argo una persona il cui nome era allora Arescon, sebbene fosse stato precedentemente chiamato Arescusa: che questa persona era stata sposata con un uomo, ma che, poco dopo, fecero la loro comparsa una barba e segni di virilità, su cui prese moglie. Aveva anche visto un ragazzo a Smirne, al quale era successa la stessa cosa. Io stesso vidi in Africa un certo L. Cossicius, cittadino di Thysdris, che era stato trasformato in uomo il giorno stesso in cui era sposato con un marito».
Lo studio degli usi e costumi romani in tema di sesso apre scenari sorprendenti per i più. E l’approfondimento di questo spaccato della vita romana lascia emergere anche le motivazioni alla base di questi casi, gli ambiti sociali in cui essi maturavano, le posizioni politiche e sociali dei protagonisti; spesso contrastanti ed anche equivoche.
Ma di questo, magari, ce ne occuperemo in seguito per confermare che, in fondo, i Romani sono stati precursori dei tempi un po’ in tutto.
1 S. Mazzella, Descrizione del Regno di Napoli, p. 360.
2 Plinio, Historiae Naturalis, Libro 7 Capitolo 3 Capo 4.
3 Licinio Crasso console di Roma nel 70 a.C.
4 Caio Cassio Longo questore di Crasso e cognato di Bruto. Cassio Longo è ritenuto l’ideatore dell’uccisione di Cesare.
5 Sacerdoti dell’antica Roma che esaminavano le viscere e il fegato delle vittime (autopsie primordiali).
6 J. Bostock, M.D., F.R.S., H.T. Riley, Esq., B.A., Ed.
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