«Studi Cassinati», anno 2025, n. 1
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di
Alberto Mangiante
Era ed è, almeno quel che ne rimane, il monumento più iconico delle vedute della vecchia Cassino quando si guardano le vecchie cartoline o foto della città: si tratta della chiesa di San Pietro in castro che nelle sue linee eleganti dominava il rione Monte e la città sottostante e che aveva anche funzioni di parrocchia.
Probabilmente fu costruita con il ricavato della vendita delle rovine della precedente e diruta chiesa di San Pietro, la quale sembra esser nata prima come tempio costruito da Ummidia Quadratilla nel centro della Casinum romana, poi trasformato nel VIII secolo in chiesa da Scauniperga, moglie di Gisulfo II duca di Benevento. Infatti, in una richiesta del 10 gennaio 1621 fatta all’Abate, si chiede di poter vendere il materiale dell’abbattimento dell’edificio, divenuto ormai rifugio di bestie dopo la caduta della facciata, e con il ricavato edificare una cappella nella vicina San Germano. Questo documento di autorizzazione porta la firma dell’Abate Onorato. Così nella collegiata di San Germano vennero posizionate due statue in legno di noce ai lati del coro e venne costruita la cappella di San Pietro, elevata poi al rango di parrocchia come si può vedere ne «Lo stato delle anime della parrocchia di San Pietro in castro» del 1693, registro conservato presso l’Archivio di Montecassino. In tutte le altre descrizioni della città la chiesa viene nominata come una delle quattro parrocchie presenti a Cassino almeno fino alla distruzione della città durante il secondo conflitto mondiale.
Quando con la ricostruzione si rese necessario spostare la sede parrocchiale, si scelse di riedificarla nel luogo dove l’edificio era ubicato ai tempi della città romana, posizionandola tra le prime costruzioni che andavano sorgendo in quello che sarebbe diventato il rione Colosseo e al posto di una piccola baracca che fungeva da edificio sacro. Nel 1952 con i fondi dell’ERICAS venne costruita un edificio più grande che fu consacrato il 14 marzo 1954 dall’abate Rea alla presenza delle autorità civili e religiose.
L’interno della vecchia chiesa, quella di San Pietro in castro, molto piccola e a croce greca, custodiva sull’altare maggiore una grande tela raffigurante La consegna delle chiavi a San Pietro da parte di Cristo del pittore romano Paolo Mercuri1.
Il dipinto, lodato anche dal Canova, era stato commissionato a Mercuri dal canonico-parroco della chiesa Filippo Ponari nel gennaio del 1821 insieme ad altri lavori2. Infatti opere di questo artista sono anche la Madonna con Bambino in gloria, in cui sono raffigurati anche i Santi Benedetto e Scolastica; una grande tela con Gesù, che mostra il cuore, attorniato da Cherubini e, infine, due tondi raffiguranti i Santi Placido e Mauro.
La chiesa conservava anche una statua di Sant’Antonio da Padova donata dai reduci della Prima guerra mondiale e venerata con il nome di Sant’Antonio della pace che fu benedetta assieme al nuovo altare che la custodiva il 25 aprile 1918 (Domenica in Albis) dall’abate Gregorio Diamare.
L’ultimo parroco della chiesa prima della distruzione fu d. Cosimo Gargano, il primo del dopoguerra fu d. Michele Curtis.
Oggi della Chiesa rimangono dei ruderi con parte della facciata e del campanile. Non so di chi sia la proprietà di questi resti, ma un’idea potrebbe essere quella di restaurare tutto il complesso ricostruendo le parti mancanti e al suo interno posizionarvi la lampada, sempre accesa, donata da Paolo VI e il muro del Martirologio che attualmente si trova di fianco al Monumento ai Caduti.
Sul campanile, invece, si potrebbe sistemare una campana che con i suoi rintocchi ricordasse le vittime civili.
Tempo fa su Internet mi capitò di vedere il bel progetto di un architetto cassinate per la costruzione di un piccolo museo incastonato tra le vecchie rovine della nostra città all’inizio di via Pinchera. Per realizzarlo si dovrebbe chiudere al traffico questa strada dall’incrocio di via Delicato fino all’incrocio di Santa Libera, creando così una zona pedonale e un memoriale dedicato alla città, in modo da restituire ai cittadini e ai turisti una bella e significativa strada pedonale panoramica, con la sistemazione dei sentieri che portano alla Rocca Janula.
Qualcuno adesso obietterà che la cosa può risultare molto difficile, ma ricordiamoci che quando si vuole si può. Inoltre, nei prossimi anni ci aspettano anniversari importanti, tra cui il XV Centenario Benedettino del 2029, e certe manifestazioni devono essere programmate con largo anticipo.
1 Pittore, ma più noto come incisore, nacque a Roma il 20 dicembre 1804 e morì a Bucarest il 30 aprile 1884.
2 Ciampi Ignazio, Vita di Paolo Mercuri incisore, Roma 1879.
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