«Studi Cassinati», anno 2025, n. 1
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di
Mariano Dell’Omo
Nel giubileo del 2025
Nella storia dei pellegrinaggi a Loreto sin dalla metà del sec. XIV e fino ad oggi si contano innumerevoli presenze, tra nobili, ecclesiastici, borghesi, e naturalmente folle di semplici e devoti pellegrini, come i nostri che da San Giovanni Incarico partirono alla volta di Loreto martedì 16 luglio del 1805, giorno dedicato alla memoria della B. Vergine del Carmelo. Solo qualche mese prima, il 26 maggio, l’imperatore dei francesi Napoleone I Bonaparte era stato incoronato re d’Italia nel duomo di Milano, non prima di aver compiuto nel 1802 un gesto di riparazione nei confronti del Santuario lauretano: la restituzione a papa Pio VII della statua della Vergine lì custodita, dopo che, nel corso del saccheggio compiuto da una delegazione del Direttorio francese nel 1797, quella sacra immagine era stata trasferita a Parigi nel museo del Louvre, quindi esposta nella cattedrale di Notre-Dame alla venerazione dei fedeli1.
Una lunga serie, in particolare, di illustri pellegrini aveva visitato nel corso dei secoli Loreto prima che vi giungessero quelli di San Giovanni Incarico. Solo l’anno prima, nel 1804, era stato alla Santa Casa lauretana lo scrittore tedesco August von Kotzebue – celebre drammaturgo e agente dello zar Alessandro I di Russia –, al cui assassinio nel 1819 da parte dello studente tedesco Karl Ludwig Sand dedicherà un capitolo dei suoi Crimes célèbres (Delitti celebri) Alexandre Dumas. Altri insigni pellegrini italiani e stranieri erano stati attirati in età moderna a Loreto dalla fama “internazionale” del luogo, tra i quali si possono qui semplicemente citare, tra ’500 e ’700, Michel de Montaigne (1581), Galileo Galilei (1618), Cristina di Svezia (1655), il filosofo Gottfried Wilhelm von Leibnitz (1689), Montesquieu (1729) in occasione del suo viaggio in Italia, Gian Giacomo Casanova (1743), Carlo Goldoni (1757), s. Alfonso de’ Liguori (1762)2.
Loreto è stato dunque un eccezionale polo di attrazione per la devozione o la curiosità di intellettuali, artisti, uomini di stato, uomini semplici, e la sua storia ne è la più evidente testimonianza. La più antica narrazione relativa alla “translatio” della Santa Casa di Nazaret è quella redatta da Pietro di Giorgio Tolomei da Teramo, che fu rettore del Santuario lauretano dal 1455 al 1473, ed è nota appunto come Relatio Teramani o Translatio miraculosa ecclesie beate Marie virginis de Loreto, risalente a circa il 14723. Già un secolo dopo, nella seconda metà del sec. XVI, il culto lauretano nel clima della crescente pietas mariana si sviluppa in maniera esponenziale, al punto che edifici sacri esemplati sul modello della Santa Casa di Loreto o oratori ad essa dedicati sorgono in tutta Europa, in Svizzera, Germania (in particolare a Colonia, Düsseldorf, Münster), Austria, Ungheria, Slovenia, Croazia, Repubblica Ceca, Francia, Spagna, Portogallo, Olanda meridionale, e naturalmente Italia4. Tra gli esempi italiani più noti si può citare quello eccellente della cattedrale di Aversa, nella quale il vescovo Carlo Carafa (1616-1644)5, dopo essere stato nunzio apostolico in Germania presso l’imperatore Ferdinando II (1621-1628) e avendo visitato Loreto, al suo ritorno ad Aversa nel 1630 fece edificare nel braccio destro del transetto del duomo una copia assolutamente fedele, sia pure in misura più ridotta, del tempietto lauretano della Santa Casa6.
Il respiro della devozione alla S. Vergine di Loreto si avverte con evidenza nella storia religiosa di una città come la vicina Arpino7, ma dalle pagine di questo diario di pellegrinaggio compiuto dai Sangiovannesi a Loreto – conservato a Montecassino nell’Archivio privato dell’Abbazia – si avverte ugualmente una profonda venerazione mariana che si riveste di quelle tipiche manifestazioni devote e cultuali della pratica religiosa post-tridentina, potenziate dal fatto che a compierle è un soggetto collettivo, una universitas di persone facenti parte di quella che nel diario è chiamata in modo generico la “Compagnia”, cioè la confraternita. Nella chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista, patrono di San Giovanni Incarico, esistevano due confraternite: quella del Crocifisso, unita all’omonimo altare ed aggregata nel 1689 all’arciconfraternita del Crocifisso presente nella chiesa di S. Marcello a Roma; e quella del SS. Sacramento, unita all’omonimo altare ed aggregata nel 1576 all’arciconfraternita del Corpo di Cristo di S. Maria della Minerva a Roma; entrambe tra l’altro erano munite di regio assenso. A quale delle due l’autore del diario si riferisce? Pasquale Cayro, del quale ho riferito or ora le notizie circa l’origine di queste due confraternite, le tiene ben distinte alla data, il 1811, in cui ne scrive nella sua Storia sacra, e profana d’Aquino, e sua diocesi8, ma è da ritenere che nella pratica, già nel 1805, le due confraternite agissero come un’unica “compagnia”, quella appunto del SS. Sacramento e Crocifisso, alla quale, non a caso apparteneva senza alcuna distinzione una sepoltura nel pavimento lastricato della parrocchiale di S. Giovanni Battista9, e la cui storia – fatto significativo – si conclude unitariamente il 6 maggio 2005, quando con decreto del Ministro dell’Interno la stessa confraternita viene estinta e si attesta con pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale il «Riconoscimento civile dell’estinzione della Confraternita del SS. Sacramento e Crocifisso in S. Giovanni Incarico»10.
A Loreto la “Compagnia” sangiovannese giunse nel settimo giorno di viaggio, lunedì 22 luglio, proveniente da Porto Recanati. Ed ecco in pochi tratti narrativi la cronaca delle devozioni compiute dai membri della confraternita nei giorni successivi:
«Alle ore quindici e un quarto si entrò nella santa cappellina della Santa Casa di Maria Vergine in ginocchioni tutti della Compagnia, e dopo sonato il mezzo giorno si uscì, e si andiede nell’albergo a riposare. Dopo pranso, fatto un competente riposo, si ritornò unitamente di nuovo nella Santa Casa, e si entrò di nuovo nella santa cappellina a fare orazione alla Gran Madre di Dio, e sentirci altre Messe, che ancora vi erano, e dopo le ore 22 si chiuse la chiesa della Santa Casa, si uscì fuori, si andiede a cena, e dopo cenato si andiede a recitare il santo Rosario d’avanti ad una delle porte della chiesa della Santa Casa, e poi si andiede all’albergo a dormire».
Il giorno dopo, martedì 23 luglio:
«La matina, fatto giorno, si ritornò con tutti della Compagnia nella chiesa della Santa Casa, si entrò nella santa cappellina a fare orazione alla Madonna Santissima Lauretana, vi si udì più d’una Messa, poi si uscì di detta cappellina, e nella chiesa medesima della Santa Casa tutti della Compagnia si confessarono e comunicarono. Poi si uscì dalla chiesa, e si andiede caminando per quelle botteghe della città comprando ogniuno quelle divozioni che voleva. Venne il mezzo giorno, e si andiede a pranso tutti unitamente in una osteria, ove fossimo tutti ben trattati. Dopo pranso poi si ritornò a visitare la santa cappellina con udirvi tutti altra Messa, e farci benedire le nostre devozioni nella santa scodella dal sacerdote uno dei custodi. Poi si uscì e si andiede girando per la città comprando qualche altra cosa, e poi si ritornò nella chiesa della Santa Casa, ed ivi tutti della Compagnia si trattennero fino alle ore 22, che si chiuse la chiesa. Si caminò di nuovo poi un altro poco per la città, e poi si andiede a cena. Dopo cenato si andiede con tutti della Compagnia a cantare il santo Rosario d’avanti ad una delle porte della chiesa della Santa Casa, e poi si ritornò all’albergo per dormire».
Nel nono giorno di pellegrinaggio la “Compagnia” dei Sangiovannesi va a visitare il famoso Crocifisso di Sirolo11, e infine ancora il decimo giorno, giovedì 25 luglio,
«la matina tutti unitamente della Compagnia si portarono di nuovo nella chiesa della Santa Casa a visitare la santa cappellina, ed udirvisi la santa Messa, e di nuovo poi tutti si fecero un’altra volta le loro devozioni nella chiesa medesima. Si andiede a vedere il palazzo del papa, che tiene vicino la chiesa della Santa Casa; poi si andiede a far colazione, si ritornò di nuovo dentro la Santa Casa, si fecero benedire delle altre devozioni nella santa scodella, ed alle ore 19 si uscì dalla santa cappellina, e dalla città di Loreto […]».
Non c’è nulla di ridondante in questo resoconto di viaggio: la devozione dei pellegrini sangiovannesi appare intensa ma sobria, tradizionale eppur fresca, nutrita com’è di quella fede dei semplici che al santo pellegrinare uniscono con la stessa naturalezza il momento conviviale e quello dei ricordi da acquistare per farne dono ai propri cari o agli amici, o anche da conservare per far memoria di un pellegrinaggio che potrebbe essere, per molti di loro, l’unico dedicato alla Santa Casa di Loreto. Tutti però sembrano ben consapevoli di partecipare ad un evento destinato a rinnovare la loro vita specialmente grazie alla preghiera e ai sacramenti. Come ha scritto Floriano Grimaldi «il santuario della Santa Casa è stato meta di compagnie e di confraternite fin dalla metà del secolo XV, ma diverse sono state le loro finalità a seconda che vi si siano recate prima o dopo il Concilio di Trento. Le compagnie o le fraternite che sono andate prima del Concilio hanno avuto come fine principale quello di pregare la Vergine lauretana, onde impetrare la sua materna intercessione per essere liberate da calamità naturali, da epidemie e da quei mali contagiosi allora molto comuni e infestanti periodicamente città e intere comunità […]. Le confraternite che sono andate in pellegrinaggio a Loreto dopo il Concilio di Trento hanno avuto, invece, come scopo precipuo quello di ottenere un rinnovamento spirituale della propria vita, pregando e accostandosi, soprattutto, ai sacramenti della confessione e dell’eucaristia»12.
Un’ulteriore caratteristica di questo diario di pellegrinaggio è la sua scrittura che si snocciola con l’uso continuo del “si” impersonale, tranne che in un caso nel quale il narratore che resta anonimo, dopo la già ricordata visita al Crocifisso di Sirolo, così rievoca in prima persona l’itinerario di mercoledì 24 luglio, nono giorno di pellegrinaggio:
«Tutto il restante della Compagnia se ne ritornarono in Loreto, ed io ed un altro compagno per nome Francesco Todi ci rimessimo in galesso ed andassimo a vedere la città e porto di Ancona, che da Loreto sono miglia 16. Ci trattenessimo il restante di detta giornata girando per detta città d’Ancona, comprando qualche cosa in quelle botteghe di quei ricchi mercanti, ed alle ore 20 ci rimisimo in galesso e ritornassimo in Loreto dopo l’Ave Maria a ritrovare la Compagnia».
Il valore storico del documento diaristico qui pubblicato per la prima volta, non deve essere però misurato solo in relazione alla storia del pellegrinaggio a Loreto e del culto devozionale al simulacro della S. Vergine qui venerata, ma anche sotto il profilo della cronaca di viaggio, come sembra dimostrare il suo stesso incipit «Itinerario pel viaggio della Santa Casa di Loreto». Quello dei pellegrini che partono da San Giovanni Incarico viene infatti descritto al pari di un “viaggio”, un percorso punteggiato da specifiche tappe, come avveniva per i pellegrini provenienti dal sud dell’Italia: era la cosiddetta “Lauretana d’Abruzzo”, denominata anche nel Settecento «Laoretana longo la spiaggia dell’Adriatico»13.
Ecco il prospetto dei luoghi, con relative soste, attraversati dai nostri pellegrini sangiovannesi, lungo un tragitto che tocca le attuali regioni Lazio, Abruzzo, Marche, Umbria, con emergenze urbane che tuttora rappresentano straordinari luoghi di fede e di arte, come Loreto, Ancona, Recanati, Tolentino, Foligno, Assisi, Narni, Civita Castellana:
ANDATA | |
1° GIORNO San Giovanni Incarico (Frosinone, Lazio) Sora (Frosinone, Lazio) Balsorano (L’Aquila, Abruzzo) Colle Lungo (Collelongo, L’Aquila, Abruzzo) | 2° GIORNO Colle Lungo Urtucchio (Ortucchio, L’Aquila, Abruzzo) Lago di Celano seu Fucino (l’antico lago del Fucino, o lago di Celano, L’Aquila, Abruzzo) Piscina (Pescina, L’Aquila, Abruzzo) |
3° GIORNO Piscina Oriano (Goriano Sicoli, L’Aquila, Abruzzo) Raiano (L’Aquila, Abruzzo) Popoli (Popoli Terme, Pescara, Abruzzo) Tocco (Tocco da Casauria, Pescara, Abruzzo) Torre del Passaro (Torre de’ Passeri, Pescara, Abruzzo) | 4° GIORNO Ponte della Torre (Torre de’ Passeri, ponte sul fiume Pescara) Galanno (Alanno, Pescara, Abruzzo) Catignano (Pescara, Abruzzo) Civita di Penne (Penne, Pescara, Abruzzo) Castiglione (Castiglione Messer Raimondo, Teramo, Abruzzo) |
5° GIORNO Castiglione Morra (Morro d’Oro, Teramo, Abruzzo) Colagno (Cologna Paese, frazione di Roseto degli Abruzzi, Teramo, Abruzzo) Giulia Nova (Giulianova, Teramo, Abruzzo) | 6° GIORNO Fiume Tronte (Tronto) San Benedetto (San Benedetto del Tronto, Ascoli Piceno, Marche) Grotte a Mare (Grottammare, Ascoli Piceno, Marche) Marà (Cupra Marittima, Ascoli Piceno, Marche) Portasino (?: probabilmente Porto San Giorgio, Fermo, Marche) Fermo (Marche) |
7° GIORNO Osteria detta Porto della Torre (?) Porto Reganati (Porto Recanati, Macerata, Marche) Loreto (Ancona, Marche) Sirolo (Ancona, Marche) Ancona (Marche) Loreto | 8° GIORNO Loreto |
9° GIORNO Loreto Sirolo Loreto |
RITORNO | |
10° GIORNO Loreto Raganati (Recanati, Macerata, Marche) | 11° GIORNO Macerata (Marche) Tolentino (Macerata, Marche) Belforte (Belforte del Chienti, Macerata, Marche) |
12° GIORNO Valle Fiumara (?) Pontelatrave (frazione di Camerino, Macerata, Marche) Muccia (Macerata, Marche) Saravalle (Serravalle di Chienti, Macerata, Marche) Colle Fiorito (Colfiorito, frazione di Foligno, Perugia, Umbria) Case Nove (Casenove, frazione di Foligno, Perugia, Umbria) | 13° GIORNO Case Nove Foligno (Perugia, Umbria) |
14° GIORNO Foligno Santa Maria degli Angeli (frazione di Assisi, Perugia, Umbria) Assisi (Perugia, Umbria) | 15° GIORNO Assisi |
16° GIORNO Assisi Santa Maria degli Angeli | 17° GIORNO Santa Maria degli Angeli Cannale (Cannara, Perugia, Umbria) Cavallaro (?) |
18° GIORNO Cavallaro Massa (Massa Martana, Perugia, Umbria) San Gemini (Terni, Umbria) Narni (Terni, Umbria) | 19° GIORNO Narni Rimini (?: è impossibile identificare questo sito – che appare così trascritto dall’estensore del diario – con l’omonima città romagnola, che da Narni dista in linea d’aria km 171,76 [= 106,73 miglia] e da Civita Castellana (Civita Castellana, Viterbo, Lazio) Rignani (Rignano Flaminio, Città metropolitana di Roma capitale, Lazio) Taverna di Castelnovo (?) |
20° GIORNO Taverna di Castelnovo Roma (Lazio) | 21° GIORNO Roma Valmontone (Roma, Lazio) |
22° GIORNO Valmontone Ferentino (Frosinone, Lazio) Santa Verona sotto Ripi (Sant’Aronne, contrada di Ripi, Frosinone, Lazio) | 23° GIORNO Santa Verona sotto Ripi San Giovanni Incarico |
<DIARIO DI PELLEGRINAGGIO A LORETO, 16 LUGLIO-7 AGOSTO 1805>
Montecassino, Archivio privato dell’Abbazia.
Cart. (ff. 10); anno 1805; f. 3: mm 148 × 100. Fascicolazione: cinque bifogli. Impaginazione: f. 6r: margini: superiore mm 18, inferiore mm 12, interno mm 12, esterno mm 5. Il testo appare scritto da un’unica mano con inchiostro bruno.
[f. 1r] Iesus Maria Ioseph. Itinerario pel viaggio della Santa Casa di Loreto nell’andare alla volta di Abruzzo passando per Giulianova, nel ritorno poi per la volta di Roma, [ne]ll’anno(a) 1805.
Primo giorno, martedì 16 luglio. Si partì con la Compagnia dal comune di San Giovanni Incarico alle ore sette, e si andiede a mangiare e riposare nella città di Sora, che sono miglia 16. Da Sora si passò per Balsorano, che sono miglia 6. Da Balsorano si andiede a pernottare ad una valle vicino la montagna di Colle Lungo, che sono altre miglia 3.
2° giorno, mercordì 17 luglio. Si partì dal sopradetto luogo alle ore sette, e si andiede a [f. 1v] far colazione a Colle Lungo, che sono miglia 6 di montagna assai ripita(b). Da Colle Lungo, che sono sette miglia di scesa, si passò vicino Urtucchio e per la riva del lago di Celano seu Fucino, e si andiede a pernottare alla città di Piscina, che sono miglia 18.
3° giorno, giovedì 18 luglio. Si partì da Piscina alle ore sette, e si transitò per Oriano, che sono miglia 9, e poi si andiede a far colazione a Raiano, che sono miglia 3. Da Raiano si andiede a rinfrescare a Popoli, che sono miglia 5, ed è un paese abbondante e comodo. Indi da Popoli si passò sotto Tocco, e si andiede a pernottare ad un’aia vicino all’osteria della Torre del Passaro, che sono miglia 7.
[f. 2r] 4° giorno, venerdì 19 luglio. Si partì da detta aia ad ore sette, si passò pel ponte della Torre, ch’è di legno ben fatto, si passò poi sotto Galanno(c), che resta a piè della montagna della Maiella, e si andiede a far colazione a Catignano, che sono miglia 7. Da Catignano si andiede a rinfrescare e riposare nella città di Civita di Penne, che sono miglia 12. Da detta città si andiede a pernottare sotto Castiglione, che sono miglia 5.
5° giorno, sabbato 20 luglio. Si partì sotto Castiglione a ore sette, e si andiede a far colazione a Morra, che sono miglia 12. Si passò poi per un paesetto povero e quasi [f. 2v] deserto, fabricato per lo più coi muri di creta e paglia trita mischiata, chiamato Colagno(d), che resta vicino a Montepagano, e si andiede poi a Giulia Nova, che sono miglia 9, in dove si cenò del molto pesce, e poi si andiede a pernottare poco fuori di Giulia, vicino ad una chiesa suburbana.
6° giorno, domenica 21 luglio. Si partì da detto luogo a ore cinque, si passò per il fiume Tronte, e si andiede a far colazione a San Benedetto, che sono miglia 12. Da San Benedetto poi si passò per diversi paesi nella spiaggia della marina, come [f. 3r] Grotte a Mare, Marà, Portasino, e si andiede la sera a Fermo, che sono da San Benedetto miglia 15, in dove si pernottò poco fuori. In detti luoghi di marina vi è qualche pericolo di essere presi dai corsari di mare.
7° giorno, lunodì 22 luglio. Si partì dal detto luogo fuori Fermo alle ore quattro, e si andiede a far colazione in un’osteria detta Porto della Torre, che sono miglia 18; da questo luogo poi si passò per Porto Reganati, che sono miglia 4, e da Porto Reganati poi si andiede nella città di Loreto, che sono miglia 3, ed alle ore quindici e un quarto si entrò nella santa cappellina della Santa Casa di Maria Vergine in ginocchioni tutti della [f. 3v] Compagnia, e dopo sonato il mezzo giorno si uscì, e si andiede(e) nell’albergo a riposare. Dopo pranso, fatto un competente riposo, si ritornò unitamente di nuovo nella Santa Casa, e si entrò di nuovo nella santa cappellina a fare orazione alla Gran Madre di Dio, e sentirci altre Messe, che ancora vi erano, e dopo le ore 22 si chiuse la chiesa della Santa Casa, si uscì fuori, si andiede a cena, e dopo cenato si andiede a recitare il santo Rosario d’avanti ad una delle porte della chiesa della Santa Casa, e poi si andiede all’albergo a dormire.
[f. 4r] 8° giorno, martedì 23 luglio. La matina, fatto giorno, si ritornò con tutti della Compagnia nella chiesa della Santa Casa, si entrò nella santa cappellina a fare orazione alla Madonna Santissima Lauretana, vi si udì più d’una Messa, poi si uscì di detta cappellina, e nella chiesa medesima della Santa Casa tutti della Compagnia si confessarono e comunicarono. Poi si uscì dalla chiesa, e si andiede caminando per quelle botteghe della città comprando ogniuno quelle divozioni che voleva. Venne il mezzo giorno, e si andiede a pranso tutti unitamente in una osteria, ove fossimo tutti ben trattati. Dopo pranso poi si ritornò a visitare la santa cappellina con udirvi [f. 4v] tutti altra Messa, e farci benedire le nostre devozioni nella santa scodella dal sacerdote uno dei custodi. Poi si uscì e si andiede girando per la città comprando qualche altra cosa, e poi si ritornò nella chiesa della Santa Casa, ed ivi tutti della Compagnia si trattennero fino alle ore 22, che si chiuse la chiesa. Si caminò di nuovo poi un altro poco per la città, e poi si andiede a cena. Dopo cenato si andiede con tutti della Compagnia a cantare(f) il santo Rosario d’avanti ad una delle porte della chiesa della Santa Casa, e poi si ritornò all’albergo per dormire.
[f. 5r] 9° giorno, mercordì 24 luglio. Si partì da Loreto con tutti della Compagnia di buon matino, e si andiede a visitare il santissimo Crocefisso di Sirolo, e dopo visitato e fatto orazione a detto santissimo Crocefisso, tutto il restante della Compagnia se ne ritornarono in Loreto, ed io ed un altro compagno per nome Francesco Todi ci rimessimo in galesso ed andassimo a vedere la città e porto di Ancona, che da Loreto sono miglia 16. Ci trattenessimo il restante di detta giornata girando per detta città d’Ancona, comprando qualche cosa in quelle botteghe di quei ricchi mercanti, ed alle ore 20 ci rimisimo in galesso e ritornassimo in Loreto dopo l’Ave Maria a ritrovare la Compagnia.
[f. 5v] 10° giorno, giovedì 25 luglio. La matina tutti unitamente della Compagnia si portarono di nuovo nella chiesa della Santa Casa a visitare la santa cappellina, ed udirvisi la santa Messa, e di nuovo poi tutti si fecero un’altra volta le loro devozioni nella chiesa medesima. Si andiede a vedere il palazzo del papa, che tiene vicino la chiesa della Santa Casa; poi si andiede a far colazione, si ritornò di nuovo dentro la Santa Casa, si fecero benedire delle altre devozioni nella santa scodella, ed alle ore 19 si uscì dalla santa cappellina, e dalla città di Loreto; si passò per Raganati, che sono da Loreto miglia 3, e si andiede poi a pernottare fuori ad un’aia.
[f. 6r] 11° giorno, venerdì 26 luglio. Si partì dalla sopradetta aia ad ore sette, e si andiede a sentir Messa e far colazione alla bella città di Macerata, che da Raganati sono miglia 12. In Macerata vi è una larghissima piazza, in dove vi si fa il mercato, e vi è parimente l’orologio, che rappresenta in ogni volta che sona il giro degli Apostoli facendo riverenza alla Beatissima Vergine. Dopo aver ben veduta detta città si partì, e si andiede il giorno a rinfrescare a Tolentino, in dove vi è quel santo tanto miracoloso chiamato san Nicola di Tolentino, che da Macerata sono miglia 10. Da Tolentino poi si passò per Belforte, [f. 6v] che sono miglia 4, e si pernottò poco fuori passato Belforte. La sera, e quasi tutta la notte, tirò un gran vento freddissimo, che non si poté affatto dormire, per cui ci convenne accenderci il fuoco con certe frasche, e legna che per sorte ivi erano, e dopo averci alquanto riscaldati ci rimessimo in camino. In questa istessa sera de’ 26 luglio alle ore 2 circa accadde il terremoto alla città d’Isernia, e suoi luoghi convicini, che fece della strage, ma per grazia di Dio nessuno della Compagnia intese niente affatto, ed una tale notizia la sentessimo in Foligno dopo due giorni accaduto.
[f. 7r] 12° giorno, sabbato 27 luglio. Si partì già dal sopradetto luogo, cioè fuori Belforte ad ore 6, e si passò per Valle Fiumara che sono miglia 4, e si andiede a far colazione al Ponte la Trave, che sono alttre miglia 8. In questo paese vi è la Posta per ogni capitale. Dal Ponte la Trave si passò per un paesetto chiamato Muccia, che sono miglia 4. Da Muccia si passò per Saravalle, ch’è un paese lunghissimo, e brutto per la falda d’un monte, che da Muccia sono miglia 3. Da Saravalle poi si passò fuori Colle Fiorito, che sono altre miglia 4, e da Colle Fiorito si andiede a pernottare fuori Case Nove, che sono altre miglia 4.
[f. 7v] 13° giorno, domenica 28 luglio. Si partì da Case Nove ad ore sette, e si andiede nella città di Foligno, che sono miglia 8, in dove si dimorò tutto il giorno, osservando tutto quello che vi era da vedere in detta città, e specialmente vi si vidde una bellissima corsa di cavalli.
14° giorno, lunodì 29 luglio. Si partì da Foligno ad ore sei, e si andiede al monistero de’ Zoccolanti alla Madonna degl’Angeli, in dove si aprono li Perdoni, che da Foligno sono miglia 9. Poi si andiede sulla città di Assisi che è un miglio e mezzo di piccola salita, ed ivi si visitò il santuario del monistero de’ Padri Conventuali di S. Francesco, e vi si dimorò tutto il restante del giorno.
[f. 8r]15° giorno, martedì 30 luglio. Si dimorò parimenti in Assisi, e tutti della Compagnia si fecero le loro devozioni nel convento de’ Conventuali di S. Francesco, e si andiede a visitare anche il santo deserto del glorioso san Francesco d’Assisi sopra d’un monte.
16° giorno, mercordì 31 luglio. Si dimorò pure in Assisi, e tutti della Compagnia si fecero un’altra volta le loro devozioni nello stesso convento, e poi verso la sera si calò di nuovo nel monistero della Madonna degl’Angeli, ed ivi si pernottò.
17° giorno, giovedì 1° agosto. Tutti della Compagnia si fecero di nuovo le loro devozioni nella chiesa [f. 8v] medesima della Madonna degl’Angeli; alle ore 19 poi si aprirono li Perdoni dai reverendi Padri Conventuali, che processionalmente calarono dal loro convento, e vennero alla Madonna degl’Angeli. Tutti della Compagnia francamente e con divozione più e più volte li Perdoni passorono, ed alle ore 20¼ si partì, e si andiede a rinfrescare a Cannale, che sono miglia 4. Da Cannale poi si andiede a pernottare a Cavallaro, che sono altre miglia 6.
18° giorno, venerdì 2 agosto. Si partì da Cavallaro ad ore sei, e si andiede a far colazione a Massa, che sono da Cavallaro miglia 12. Da Massa poi si andiede a rinfrescare San Gemini, che sono altre miglia 11. Da San Gemini si andiede a pernottare poco fuori la città di Narni [f. 9r] che sono altre miglia 10, che in tutta questa giornata furono fatte miglia trentuno.
19° giorno, sabbato 3 agosto. Si partì da Narni ad ore cinque, e si passò per Rimini(b), che sono miglia 10. Da Rimini(b) si andiede a far colazione a Civita Castellana, che sono miglia 9. Da Civita Castellana si andiede a rinfrescare a Rignani, che sono miglia 10. Da Rignani, ove non vi era neppure il pane, si andiede a pernottare avanti la taverna di Castelnovo, che sono miglia 9. E siccome in questo luogo avanti a detta taverna vi era cattiv’aria, per cui poco, e niente si dormì, ma subito si rimisero tutti in camino.
[f. 9v] 20° giorno, domenica 4 agosto. Si partì già dalla taverna di Castelnovo ad ore quattro e mezza la matina assai per tempo, e si andiede a sentir Messa e far colazione nella città di Roma, che sono miglia 20, in dove si dimorò poi tutto il resto del giorno.
21° giorno, lunodì 5 agosto. Si partì da Roma ad ore quindici, e si andiede a pernottare all’Osteria di Valmontone, che sono da Roma miglia 26.
22° giorno, martedì 6 agosto. Si partì da Valmontone ad ore sei, e si andiede [f. 10r] a far colazione a Ferentino, che sono miglia 20. Da Ferentino poi si andiede a pernottare all’osteria detta di Santa Verona(g) sotto Ripi, che sono da Ferentino altre miglia 11.
23° giorno, mer[cor]dì(a) 7 agosto. Si partì da detta osteria la matina assai per tempo, e si giunse nel comune medesimo di San Giovanni Incarico, ove si partì la prima volta. Si entrò al paese processionalmente cantando le sante(h) litanie, e si andiede alla chiesa(i) parrocchiale, ed ivi tutti s’intesero la santa Messa, si ricevette la benedizione, e poi ognuno si ristituì alla [propr]ia casa(j).
(a) Guasto della carta——(b) Così——(c) Si intenda Alanno——(d) Si intenda Cologna——(e) Nel testo andie——(f) -re nell’interlineo—— (g) Si intenda Sant’Aronne——(h) Nel testo la santa——(i) Nel testo chisa—— (j) L’ultima riga, principiante con ristituì, appare lacunosa a causa di uno strappo della carta nel margine inferiore del foglio
* Montecassino, Archivio privato dell’Abbazia.
1 Cf. F. Grimaldi, Pellegrini e pellegrinaggi a Loreto nei secoli XIV-XVIII, Loreto 2001 (= Supplemento n. 2 al «Bollettino Storico della Città di Foligno»): “Il santuario della Santa Casa di Loreto”, p. 25.
2 Cf. Grimaldi, Pellegrini e pellegrinaggi a Loreto nei secoli XIV-XVIII: “Visitatori e pellegrini”, pp. 652-661.
3 Sullo sviluppo nel tempo del culto e della letteratura di argomento lauretano cf. F. Grimaldi, La chiesa di Santa Maria di Loreto nei documenti dei secoli XII-XV, Ancona 1984. Tra i più recenti contributi su significato e valore di Loreto nella storia e per la fede cristiana cf. L. Scaraffia, Loreto, Bologna 1998 (L’identità italiana, 3); M. Sensi, Loreto, una chiesa «miraculose fundata», Firenze 2013 (La Mistica cristiana tra Oriente e Occidente, 22).
4 Cf. P. Schwarz, «Translatio Lauretana». Zeugnisse marianischen Pilgerwesens in den südlichen Niederlanden, «Annali dell’Istituto Italiano per gli Studi Storici», 17 (2000), pp. 367-608: 435-592.
5 Cf. P. Gauchat, Hierarchia Catholica Medii et Recentioris Aevi, IV, Monasterii 1935, p. 106 e nota 4.
6 Cf. R. Vitale, La Santa Casa di Loreto (Fac-simile ne la chiesa cattedrale di Aversa). Notizie storiche, Aversa 1931.
7 Cf. A. Magliari, La Madonna di Loreto protettrice di Arpino. Cenni storici pubblicati per la solenne incoronazione dell’immagine della Vergine lauretana (8 settembre 1902), Arpino 1902, specialmente pp. 4-7. Sostanzialmente identica è la II edizione: La Madonna di Loreto protettrice di Arpino. Cenni storici ristampati per il 25° anniversario dell’incoronazione dell’immagine della Vergine lauretana (8 settembre 1927), con prefazione del P. P. Ciuti, Isola del Liri 1927. Ristampa anastatica dell’edizione del 1927: Arpino 2007. Inoltre L. Ippoliti, La chiesa della Madonna di Loreto al Castello di Arpino. Tradizioni e memorie, Roma 1929; L. Santoro, Origine del culto lauretano nello Stato di Sora, Sora s.d. [2001]. Su un episodio cruciale del culto e della devozione alla Vergine lauretana nel territorio sorano cf. M. Dell’Omo, La peste del 1656 e il voto del duca di Sora alla Madonna di Loreto. Ritrovati nell’archivio di Montecassino gli atti del notaio Giuseppe Antonio Pacifico di Arpino, «Studi Cassinati», 20 (2020), pp. 5-10, ristampato in Id., Tra carte e codici. Studi sull’archivio e la biblioteca dei manoscritti di Montecassino tra medioevo e età moderna, Montecassino 2021 (Miscellanea Cassinese, 89), pp. 419-428.
8 Libro II, Napoli 1811, p. 169. Ristampa anastatica: Pontecorvo 1981.
9 Cf. A. Nicosia, S. Giovanni Incarico. Ricerche di Storia e di Topografia, S. Elia Fiumerapido 1991, p. 76.
10 «Gazzetta Ufficiale», Serie Generale, 122 (27-05-2005), https://www.gazzettaufficiale.it/gazzetta/serie_generale/caricaDettaglio? dataPubblicazioneGazzetta=2005-05-27&numeroGazzetta=122.
11 I pellegrini che si recavano al santuario della Santa Casa di Loreto veneravano immancabilmente anche il crocifisso detto di Sirolo, recandosi a Numana, dove si conserva questa splendida scultura medievale in legno di cedro, oggetto di grande venerazione, come si può cogliere dall’adagio popolare “Se vai a Lureto e nun vai a Scirolo, vedi la Madre ma nun vedi el Fiolo” (Se vai a Loreto e non vai a Sirolo, vedi la Madre ma non vedi il Figliolo): cf. Grimaldi, Pellegrini e pellegrinaggi a Loreto nei secoli XIV-XVIII, “Devozione pietà e religiosità”, p. 489.
12 Grimaldi, Pellegrini e pellegrinaggi a Loreto nei secoli XIV-XVIII: “Compagnie e Confraternite”, p. 333.
13 Cf. Grimaldi, Pellegrini e pellegrinaggi a Loreto nei secoli XIV-XVIII: “Le strade del pellegrinaggio”, pp. 104-106.
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