SAN DONATO VAL DI COMINO: UN’ANTICA ISCRIZIONE IN LOCALITÀ «SANT’ FÊL» OGGI SAN FEDELE

«Studi Cassinati», anno 2025, n. 1

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 Pietro Cedrone

Da anni si cerca d’interpretare senza successo una antica incisione sulle mura della zona archeologica di San Fedele, presso San Donato Val di Comino.

Venuto a conoscenza della questione volli anch’io cimentarmi nell’ardua impresa.

Si ritiene che in zona abitassero i Volsci, e che l’incisione debba essere in lingua Osca. Partendo da questa ipotesi ho cercato come primo tentativo di identificare le lettere ‘osche’ più sicure. Apparentemente l’iscrizione consta di tre lettere, che da destra verso sinistra, il verso in cui scrivevano gli Oschi, sono:

una lettera «F», una specie di lettera «V» allungata, e in ultimo una lettera «I»

A dire il vero, la lettera «F» iniziale e la lettera «I» finale sembrano abbastanza di sicura interpretazione. La lettera centrale, che comunque non è un’incisione, ma risulta sopraelevata rispetto al piano della pietra, è di difficilissima interpretazione.

Come passo successivo ho cercato di trovare delle plausibili lettere incise che potessero seguire l’iniziale lettera «F». Ho così trovato una lettera, anche questa incisa e abbastanza chiara, che poteva seguire l’iniziale lettera «F»: si tratta di una lettera «L».

Abbiamo a questo punto individuato tre lettere incise della presunta incisione sulla pietra, e precisamente abbiamo:

                                           FL                  I

II passo successivo è stato quello di trovare altre plausibili lettere incise che seguissero la lettera «L» appena ipotizzata. Dopo la «L», che mi pare anch’essa abbastanza certa, mi è parso di individuare due lettere uguali, come due «U». Se l’interpretazione fosse corretta a questo punto l’incisione su pietra si leggerebbe come:

                                               F L U U                  I

Arrivato a questo punto, e non essendo uno specialista di iscrizioni osche ho pensato bene di consultare qualche testo che potesse mettermi sulla strada giusta.

Mi è venuta in mente la tavola osca di Agnone, e quale è stata la mia sorpresa quando nel basso della tavola ho trovato il nome della dea osca FLUUSAI, cioè il dativo del nome osco della dea FLUUSA. La dea FLUUSA è la dea molto legata a Cerere, e un tempio dedicato a Cerere si trovava presso Santa Maria del Campo, località di Alvito, sita a poca distanza dalla località San Fedele.

Ho provato allora a completare l’incisione con le due ultime lettere mancanti, cioè ho voluto vedere se potevo trovare fra i segni incisi sulla pietra, corrispondenze con una lettera «S» e con una lettera «A», e ho avuto la conferma della possibile presenza delle due lettere, sia come spaziatura che come dimensioni.

                                                 F L U U S A I

Da qualche anno ormai avevo ipotizzato che l’incisione di San Fedele corrispondesse alla dea FLUUSA, ma non avevo la certezza dell’interpretazione, anche se pienamente coerente con la vicinanza del tempio di Cerere a Santa Maria del Campo di Alvito e con la presenza di un tempio dei Volsci dedicato ad una dea delle acque e della fertilità in prossimità di un importante fonte di acqua del periodo sannitico. Solo ultimamente mi pare di aver trovato la chiave interpretativa dell’aspetto visivo della incisione.

L’apparente scritta F V I è dovuta all’impatto visivo delle tre lettere F V I .

Ma delle tre lettere, come già detto, solo la «F» e la «I» sono incise, mentre la presunta «V» è in rilievo.

Se prestiamo attenzione vediamo però che il rilievo della lettera «V» è determinato dai bordi incisi delle lettere «A» e della lettera «S» e di una delle due lettere «U», di cui possiamo anche decisamente definire i contorni e la posizione.

Nel lungo processo di latinizzazione e di cristianizzazione dei luoghi l’antico culto della dea Fluusa si evolve nel culto di Sant’ Fèl’, dalla radice indoeuropea «fe», che fa riferimento al nutrimento, e da cui origina anche il termine felix, con significato iniziale di fecondo. Con il tempo felix perde il primitivo significato per assumere l’attuale collegato ad uno stato di appagamento. In luogo è attestata l’antica chiesetta di San Felice, poi diruta, ma di cui si conservano le immagini, e che ha sostituito il tempio pagano della divinità Fluusa, legata alla fecondità delle terre fertilizzate dalle acque, con un culto ormai cristiano. A distanza di tantissimi anni si è mantenuto l’antico nome della località, cioè Sant’ Fèl’, e solo ultimamente si tende a parlare di San Fedele, apportando una modifica alla toponomastica dovuta alla difficoltà trascrittiva del nome originale.

Bibliografia:

Moreno Morani. Felix e sinonimi tra latino arcaico e lingue romanze, (relazione letta a Genova nel Convegno del CLE De felicitate animae, 6 novembre 2013) in rivistazetesis.it.

Carmelo Mancini, Epigrafi e sito di Cominium volscorum. «Giornale degli Scavi di Pompei», in Tre Sandonatesi Illustri, Antologia a cura di Domenico Cedrone, Associazione Genesi 2023.

Luigi Ricciardi, L’archivio storico comunale della città di Alvito-Note storiche ed istituzioni, in archivicomunali.lazio.beniculturali.it.

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