Di Emilio Pistilli e Benito Pragliola, Cassino, 1998.
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PREMESSA
Il territorio comunale di Cassino offre tracce cospicue di presenza umana fin dalle più remote epoche preistoriche. Le prime genti di cui si ha sicuramente notizia, in quest’area dell’Italia centro meridionale, furono le popolazioni ausoniche, probabilmente autoctone. In tempi storici il territorio si trovò stretto tra i Volsci a nord e gli Osci a sud, con il prevalere di questi ultimi per un certo tempo. Poi vennero i Romani. Tutti quei popoli lasciarono marcate impronte sugli usi, sul pensare e sul parlare degli abitanti della valle del Rapido. La caduta dell’Impero, le invasioni barbariche, la presenza benedettina hanno fatto il medioevo cassinate, che si concluse con la napoletanizzazione dell’era moderna. Ora si è alle prese con l’italianizzazione che appiattisce il parlare nazionale e cancella il parlare locale. È per evitare quest’ultimo rischio che ho intrapreso il presente lavoro. Spero di esservi riuscito.
Un cenno a parte merita il termine “cassinese”. Secondo una terminologia ormai ampiamente accettata, si intende per cassinese il monaco benedettino di Montecassino o qualunque cosa a lui attinente (codici, cultura, arte, ecc.), mentre gli abitanti di Cassino sono denominati “Cassinati”. In epoca romana la città di Cassino era chiamata Casinum ed i suoi abitanti Casinates. Con la venuta di Benedetto sul monte che domina la città, di Casinum non si parlò mai più: l’antico sito si era ridotto ad un insignificante agglomerato di pochi villici, e poco più tardi divenne “Castrum Sancti Petri” e poi ancora “S. Pietro a Monastero”. Rimase però l’aggettivo casinensis a connotare il monaco e la comunità monastica, mentre la nuova città nata ai piedi del monte prese il nome di “S. Germano”. Pare si debba al Gattola (1662 – 1734) il raddoppio della “s” di casinensis in cassinensis, da cui, nel 1863, si trasse il nome Cassino per la ex città di S. Germano; da Cassino a Cassinati – guardando, con un pizzico di romanticismo, ai gloriosi tempi romani – il passo fu breve. Senonché nel parlare del volgo, più che per reminiscenze storiche, per facilità di pronuncia e per invito all’orecchio, la città di Cassino è detta Casìnö ed i suoi abitanti sono chiamati “Ca(s)sinésï”. È quest’ultima accezione che ho scelto in questo lavoro (e non poteva essere altrimenti). Anzi mi sembra opportuno invitare – senza alcun intento polemico – al ripristino, anche in via ufficiale, di tale denominazione, lasciando anche alla comunità monastica l’aggettivo cassinese, senza che si creino conflitti di identificazione. In tal modo si potrà dire Cassinesi per indicare, normalmente, gli abitanti di Cassino, mentre gli studiosi, i cultori della civiltà benedettina potranno, nei loro scritti, continuare a dire cassinese e Cassinesi senza volersi riferire agli abitanti della sottostante città, che a loro non interessa molto.
INDICE
PREMESSA Pag. IX
INTRODUZIONE “ XI
DIZIONARIO “ 1
ESPRESSIONI TIPICHE “ 249
PROVERBI “ 285
FILASTROCCHE “ 303
NOMIGNOLI E PERSONAGGI “ 312
BIBLIOGRAFIA “ 317
INDICE DELLE FOTO “ 322
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