Cassino 1878: alla ricerca di un museo fantasma*


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Studi Cassinati, anno 2004, n. 1/2

di Emilio Pistilli

Il museo archeologico di Cassino, costruito negli anni Settanta ed inaugurato nel 1980, avrebbe un “antenato” esattamente di un secolo prima. Uso il condizionale perché nonostante vi siano degli atti ufficiali che ne testimoniano la nascita, in realtà non se ne è mai avuta notizia.
Nel 1878 il ministro dell’Istruzione Pubblica Francesco De Sanctis, nel breve periodo (in quell’anno) del suo mandato, prelevò dal bilancio dello Stato la somma di £. 500, da aggiungere ad analogo stanziamento da parte del comune di Cassino, per la realizzazione di un museo municipale.
In precedenza, l’ingegnere Direttore degli Scavi ed Antichità del Regno, M. Ruggiero, con nota del 1° ottobre 1878 n. 1804, aveva inviato al ministro il progetto “per lo impianto di un Museo Municipale in Cassino”; il progetto era stato redatto dall’ing. Luigi Fulvio di Napoli, lo stesso che, per conto dell’Ufficio Regionale per la conservazione dei monumenti delle province meridionali il 26 giugno 1907 inviò al ministro della Pubblica Istruzione una relazione sullo stato della scomparsa chiesa delle Cinque Torri di Cassino (detta del “Riparo”) ed effettuò un sondaggio nella stessa chiesa per stabilirne l’origine: gli anziani ricordano quel pozzetto con acqua sorgiva scavato tra due colonne del Riparo.
Ma andiamo con ordine. Negli anni precedenti l’ispettore degli Scavi e Monumenti di Cassino, l’ab. Filippo Ponari, aveva raccolto e segnalatouna notevole quantità di epigrafi e resti architettonici dell’antica Casinum. Per assicurarne la custodia e la salvaguardia propose alla Direzione Generale dei Musei e Scavi di Roma la costruzione di un museo municipale. Quella, con sollecitudine, l’11 settembre del ‘78 richiese la redazione di un progetto. Il progetto fu inviato, come abbiamo visto, il 1° ottobre e protocollato il 3 dello stesso mese presso la Direzione Archeologica. Appena due giorni dopo il direttore generale Donati scrisse, a nome del ministro della P.I., al sindaco di Cassino Benedetto Nicoletti.
« Il ministro dell’Istruzione, nell’intento di tutelare i monumenti di antichità classica esistenti in Cassino e ne’ suoi dintorni, secondando altresì i nobili propositi di codesto onorevole municipio, ha deliberato di assegnare al municipio stesso la somma di Lire Cinquecento, la quale, insieme a quella già stanziata sul bilancio municipale dovrà essere erogata a trasportare dai luoghi dove sono al presente i monumenti detti e riporli nella sala che il municipio destinerà a raccoglierli. La direzione delle opere necessarie all’uopo resta affidata all’on. Abate Ponari, ispettore degli scavi e monumenti, col quale la S. V. si compiacerà di prendere opportuni accordi.
La somma anzidetta viene messa a disposizione della S. V., che fra non molto potrà riscuoterla. »

Il 12 di ottobre dello stesso anno – è sorprendente la rapidità dei passaggi burocratici – il ministro Francesco De Sanctis decreta (Prot. Gen.le n. 2918, Div. 4814, n. di Posiz. 49-1-1, n. di Part.ª 10226):

Minuta autografa del decreto di Francesco De Sanctis



« Il Ministro
Visto che il Municipio di Cassino, in Prov. di Terra di Lavoro, provvede a raccogliere e trasportare in apposito locale le antichità classiche esistenti in quel Comune e suoi dintorni,
Nell’intento d’incoraggiare tali nobili propositi, gli concede un sussidio di Lire Cinquecento sul Cap. 19, Art. 5° del Bilancio in esercizio, pagabile a mani del Sindaco del d.° Comune.
Roma 12 Ott. 1878

il Ministro
Francesco De Sanctis »



Il progetto dell’ing. Fulvio (Arch. Centr. dello Stato di Roma, M.P.I., AA.BB.AA., I Vers., B. 187, F. 28-3) si limita a scandire le varie voci di spesa occorrenti al trasporto del materiale da conservare nel nuovo museo che andrà ad occupare una sala “a ciò destinata da quel Municipio la quale è messa al pianterreno dell’edifizio delle Scuole Municipali in Piazza dello Spirito Santo”, cioè le cosiddette “scuole pie”, situate nell’attuale quartiere vecchio S. Silvestro.
La sala misurava m. 6.20 in lunghezza e m. 6 in larghezza.
La descrizione del materiale da trasferire nei nuovi locali è della massima importanza per gli studiosi dell’archeologia cassinate poiché vi si fa cenno a resti monumentali non più esistenti e, talvolta, neppure noti.
– N. 20 fusti di colonne di varii marmi “e di essi due con iscrizioni che attualmente trovansi nel Largo del Duomo (attuale p.zza Corte) e nelle sue vicinanze”; per alcuni di quei fusti era previsto lo spiano della base.
– Un grosso vaso di travertino, “posto nel Largo Foro Cassino con una iscrizione sul fronte”; la pietra presentava varie fenditure.
– Un cippo che ricorda il Collegio dei Fabri, posto in parte sepolto in Largo Foro.
– Un grosso “epistilio” (architrave poggiante direttamente su colonne) con una iscrizione.
– Un cippo “che trovasi nel portico del Riparo, o Chiesa della Cinque Torri”.
– Un altro cippo più grande.
– Una “colonna miliaria che trovasi verso il Castello nella cantina di Onorio Pistilio”.
– Una iscrizione “scolpita sopra un grosso masso” situata nella bottega di Giuseppe Matronola.
– Molti frammenti di iscrizioni conservati presso l’abitazione di Filippo Ponari.
– Una iscrizione inserita in un muro “nel podere del Sig. Argentino posto sul suolo dell’antica Cassino, e che è l’unica che parla del Foro”.
– “Varie iscrizioni e frammenti di epistilii, metope, anfore, ed altri oggetti che sono 40, posti nella villa dei Sig.ri Petrarcone che occupa il suolo dell’antica Cassino”.
– Un grosso piedistallo “che è descritto nelle Notizie degli Scavi di Antichità dell’Accademia dei Lincei pagina 101”; il manufatto è definito di grosse dimensioni e presenta varie fenditure.
– Due cippi con iscrizioni posti a S. Angelo in Theodice; di essi, precisa il Fulvio, uno è pubblicato nello stesso “Notizie” del maggio 1878, l’altro è inedito.
– Tre nuove iscrizioni non ancora pubblicate (è sempre il Fulvio che precisa) situate in contrada Termini (sito della scomparsa Interamna Lirenas).
– Un busto marmoreo conservato nel deposito del Sig. Marselli (è il cosiddetto “busto di Varrone” ritrovato presso l’antica Porta Paldi nel 1859 – G. F. Carettoni, Casinum, 1940, pag. 111 – e attualmente, pare, a Napoli: ma di questo si potrà parlare più ampiamente in altra occasione).
– Una statua acefala “di Meleagro” di grandezza naturale, un busto e varie iscrizioni conservati nel deposito dei Sigg. De Rosa.
Per gran parte delle iscrizioni era prevista la collocazione nel muro della sala espositiva.La descrizione dell’ing. Fulvio, confrontata con quanto è ora storicamente noto, potrà essere oggetto di uno studio più approfondito.
Il preventivo di spesa per il trasporto e la collocazione di tutto il materiale ammontava a mille lire.
Dunque abbiamo tutto: la richiesta per la costruzione del museo municipale, il progetto ed il preventivo di spesa, i finanziamenti; manca solo la realizzazione del museo. Infatti tra i documenti superstiti dalla guerra e nei ricordi degli anziani non è mai stata trovata traccia della struttura, né presso le scuole pie, né altrove. Si sa solo che nell’anteguerra un piccolo deposito di materiale, raccolto per lo più dall’archeologo Carettoni e dal custode dell’area archeologica, il compianto Gaetano Fardelli, si trovava presso la cosiddetta tomba di Ummidia Quadratilla; ma nulla a che vedere con un museo municipale. Si puó pensare solo che per qualche intoppo l’operazione del 1878 non andò mai in porto.

*Da L’Inchiesta, a. VI, n. 27 (4 luglio 1999), pag. 16.

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