Il campo di concentramento di Cassino-Caira nella Prima Guerra Mondiale. I prigionieri dell’esercito austro-ungarico tra reduci e caduti, tra filosofi, letterati e artisti.

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Carlo Nardone, Cassino 2018
> Leggi su «Studi Cassinati», a. XVIII, n. 4, ottobre-dicembre 2018, pp. 295-297
> Locandina

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Presentazione

2018 NardoneMentre era in corso la Prima guerra mondiale la città di Cassino fu prescelta come luogo di edificazione di una struttura militare destinata all’internamento dei militari dell’Esercito austro-ungarico che venivano fatti prigionieri al fronte. Il Concentramento, dunque, è una struttura che ha rappresentato il luogo di detenzione di migliaia di uomini, soldati di truppa, sottufficiali e ufficiali di terre lontane. Carlo Nardone ha reperito 922 nomi di militari dell’Esercito austro-ungarico che sono morti nel corso della prigionia (deceduti in conseguenza delle ferite riportate, o per malattie contratte, o per le epidemie scoppiate all’interno del Campo), per essere poi sepolti nel Cimitero civile di Caira e la cui morte li accomuna alle migliaia di italiani caduti nel corso della guerra. Per la prima volta, dunque, a cent’anni di distanza da quegli eventi è stato redatto un elenco dei morti. L’autore ha inoltre raccolto 1.005 nominati di militari dell’Esercito austro-ungarico internati nel Concentramento di Caira e poi rilasciati a fine guerra per rientrare nei rispettivi luoghi d’origine. Di essi il più noto è sicuramente Ludwig Wittgenstein il più importante filosofo del mondo occidentale dell’epoca. Tuttavia furono internati a Caira anche architetti, poeti, scrittori, docenti e uomini di cultura, avvocati, medici, oppure artisti (musicisti, scultori, pittori). Per alcuni di essi, tra i più importanti per le loro affermazioni in campo letterario (scrittori, poeti) o artistico (pittori, scultori, musicisti), sono state tracciate delle brevi schede biografiche. Di particolare interesse è anche la riproduzione di interessantissimi prodotti artistici realizzati da vari prigionieri appartenenti, soprattutto, al gruppo di ucraini, come quadri (tele, acquerelli), schizzi, spartiti di canzoni (musiche e testi), poesie e disegni apparsi su giornali pubblicati all’interno del Campo. Nel volume sono inoltre riportate notizie riguardanti il Campo a partire dalla progettazione, all’edificazione, alla trasformazione, prima, nel 1920, in Scuola Allievi Carabinieri Ufficiali e poi, nel 1927, in deposito militare fino alla distruzione del Secondo conflitto mondiale, alla ricostruzione nel dopoguerra, alla riconversione in Deposito Artiglieria e poi in Magazzino Materiali Artiglieria e difesa Chimica, quindi all’abbandono odierno. Il volume appare corredato dalle planimetrie costruttive redatte dal Genio Militare, e, opportunamente, si compone di un ricchissimo apparato fotografico. L’approfondita e minuziosa ricerca svolta da Carlo Nardone ha portato così alla pubblicazione di un volume che rappresenta il primo studio specifico e approfondito interamente incentrato sulle vicende del Campo di Concentramento di Cassino-Caira, dalla sua realizzazione fino allo stato attuale, una struttura che da un secolo è parte integrante del panorama di questo territorio accompagnando la vita delle popolazioni locali, anche quella economico-sociale. La città di Cassino, la sua frazione di Caira e tutto il comprensorio devono essere grati a Carlo Nardone per aver colmato, con la pubblicazione di questo ponderoso volume, una lacuna storica.

 

Gaetano de Angelis-Curtis

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