Raccontami papà.

Mariella Tomasso, Cassino, 2014.

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PRESENTAZIONE
Affidare ad un libro le proprie memorie puó essere 2014-01-raccontami-papaparticolarmente gratificante per chi lo fa e, magari per i propri familiari. Ma a volte un tale fatto assume valore al di là dello stretto ambito familiare per entrare nella storia del territorio o della società. Questo vale per personaggi pubblici o benemeriti del contesto sociale, ma non esclude il cittadino che, uscendo dalla quiete quotidiana, spesso non per sua volontà, si trova coinvolto, come protagonista o come semplice testimone, in eventi straordinari destinati a lasciare un segno indelebile nella storia. È senz’altro il caso – per quanto ci riguarda – di tanti cassinati trovatisi nella bufera della guerra nei terribili mesi tra l’autunno e la primavera del 1943/44. Consapevole che la storia la “scrivono” i grandi protagonisti ma la fanno tutti coloro che ne sono coinvolti, a qualsiasi titolo, dai cosiddetti primi della classe al più umile dei cittadini, il Centro Documentazione e Studi Cassinati, tramite il suo Bollettino “studi Cassinati” e la collana delle edizioni CdsC onlus, da anni va raccogliendo e divulgando memorie e te stimonianze tra coloro che subirono bombardamenti, devastazioni, lutti familiari, deportazioni, sfollamenti, patimenti di ogni genere nel secondo conflitto mondiale a Cassino e dintorni. Grazie a questo impegno cominciamo, finalmente, ad avere un quadro abbastanza chiaro di cosa abbia dovuto subire la popolazione locale nel passaggio del fronte lungo la “Linea Gustav” in quei tremendi anni. Molto si è scritto – e si continua a scrivere – sull’argomento dal punto di vista bellico e delle strategie dei combattenti fin dall’immediato dopoguerra: ormai si dispone di una vastissima letteratura a riguardo. Ma in questa, fatta di cifre, dati e documenti di carattere militare, manca quella che per noi è la cosa più importante: l’uomo; non l’uomo-soldato, ma l’uomo-cittadino, il commerciante, il contadino, il professionista, il religioso, il padre di famiglia, le donne, i bambini, le vittime civili, lo sfollato, il mutilato, l’orfano; insomma manca tutta un’umanità, quella che nulla ha contato nelle decisioni supreme dei signori della guerra, quella che è stata sorpresa nella propria quotidianità e costretta ad  abbandonare casa, beni, affetti per affrontare un futuro di incertezze, di sicure sofferenze e privazioni, di mortificazioni in paesi estranei, di ritorno alla “normalità” fatta di macerie e di morti da seppellire. Questa è l’umanità, quella vera, di cui la storia stenta ad occuparsi. Dunque ben vengano le testimonianze, i diari, i ricordi di sopravvissuti. Sono essi che consentono di delineare un quadro veritiero di cosa sia accaduto sul nostro territorio in quei lunghi nove mesi. Ritengo particolarmente meritevole e significativa la decisione di Mariella Tomasso di aver “costretto” il padre Benedetto a scavare nel suo passato, in quel passato che probabilmente aveva volutamente rimosso: la mente umana si rifiuta di convivere con i ricordi di sofferenze e di tragedie. Meritevole, dicevo, perché ci consente di conoscere il dramma di un’area del nostro territorio di cui sapevamo ben poco, la zona di Portella, tra s. Elia Fiumerapido, Cassino e la contrada di s. Michele, allo sbocco del vallone dell’Inferno, dove avevano cercato rifugio molti cassinati e dove si era a contatto molto diretto con le forze combattenti: tedeschi, americani, inglesi, polacchi, francesi e marocchini. Significativa, la decisione di Mariella, perché ci dà la consapevolezza che i figli, i giovani hanno voglia di  sapere, di conoscere ciò che non si legge sui libri di storia ma che ha fatto la storia del territorio, di rendersi partecipi delle sofferenze dei genitori e di mostrare gratitudine per come essi hanno ricostruito e ricostituito, sul piano materiale, sociale e culturale ciò che sembrava definitivamente perso e irrecuperabile. Non so più quante volte, nelle occasionali conversazioni per le vie di Cassino con il professore Benedetto Tomasso, ho ascoltato da lui episodi e fatti personali relativi al periodo bellico; ogni volta l’ho invitato a scriverli. Mi diceva sempre: “Poi vedremo”. Ma alla fine avevo capito che non se ne sarebbe mai fatto nulla: sapevo – anche per esperienza personale e familiare – della istintiva ritrosia degli anziani a rivisitare e rendere pubbliche quelle penose esperienze che la mente umana si rifiuta di accettare: la rimozione di cui parlavo. Fortunatamente ora abbiamo, grazie alla figlia Mariella, sia pure in maniera sommaria – ma alla fine questo è un pregio – notizia di quanto accadde nell’area di contatto diretto tra le forze combattenti in quel lembo del Cassinate che ha fatto, tra l’altro, da palcoscenico al bombardamento di Montecassino in quel tragico 15 febbraio 1944. Lì si scontrarono anche i sentimenti di una umanità eterogenea coinvolta nella vicenda: mentre i soldati alleati inneggiavano e danzavano dinanzi a quello spettacolo, i cassinati, nascosti nei loro rifugi di fortuna, affranti piangevano. Il racconto di Benedetto Tomasso inoltre ci mostra anche come si fu sfollati, come si fu accolti nella generosa terra di Calabria, come si patirono umiliazioni tra i compaesani di sora e come lentamente, ma con la pervicacia dei forti, la vita a mano a mano riprendeva in questa martoriata terra. Nel testo si fa cenno ad un diario manoscritto del nonno di Mariella: si tratta di un diario in tre quaderni scritti con grafia minuta e fitta in “tempo reale”, come si dice oggi; cioè nel momento stesso in cui i fatti narrati si verificavano. Quel diario, probabilmente unico nel suo genere, costituisce una preziosissima testimonianza per quel periodo che ci interessa. andrebbe senz’altro pubblicato; per questo invito Mariella Tomasso a fare un sacrificio (quello della trascrizione) e a renderlo fruibile da parte di chi quegli eventi va studiando. Non posso, comunque, chiudere questa nota senza esprimere la gratitudine mia personale e del CDSC onlus per la pubblicazione della memoria del prof. Benedetto Tomasso. Essa arricchisce notevolmente il nostro già ricco carniere di testimonianze pubblicate. Grazie, Mariella, grazie Benedetto!

 

Emilio Pistilli

SOMMARIO
Presentazione – pag. 5
Premessa – pag. 9
Quel giorno eravamo tutti felici – pag. 11
L’inizio del martirio – pag. 13
rifugiati sulla via di Montecassino – pag. 19
A Portella – pag. 23
La notte di Natale- pag. 33
La scomoda vicinanza dei marocchini- pag. 35
La fine di Montecassino- pag. 37
Lo sfollamento – pag. 40
A Catanzaro e poi a nicastro – pag. 42
Un avventuroso viaggio a Roma- pag. 47
La desolazione di Cassino- pag. 49
Da roma a nicastro con un po’ … di fortuna – pag. 51
Il trasferimento alla poco ospitale Sora – pag. 54
Di nuovo, finalmente, a Cassino- pag. 57
Monno Peppino – pag. 61
Ringraziamenti- pag. 65

 

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