Il martirio di Cassino ricordato nel Bosco della Pace di Bastogne


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Studi Cassinati, anno 2015, n. 3
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di Emilio Pistilli

Il Bosco della Pace di Bastogne.

Il Bosco della Pace di Bastogne.

Forse non molti lo ricordano, perciò è bene  riproporlo, anche perché da quando ne diedi notizia per la prima volta, sono passati oltre 20 anni e nel frattempo una nuova generazione  si è fatta avanti.
Nella località di Bizory, a tre chilometri da Bastogne, nel 1994 fu piantato un bosco denominato «Bois de la Paix», Bosco della Pace. L’iniziativa ricadeva nel quadro delle commemorazioni del 50° anniversario della battaglia delle Ardenne. L’impianto, con i suoi 4.000 alberi su 3 ettari, visto dall’alto, riproduce l’immagine stilizzata della madre con il bambino, simbolo dell’Unicef e dell’amore universale. Il bosco fu dedicato ai militari e civili belgi e alleati che avevano combattuto per la libertà del paese. Gli americani veterani hanno avuto l’occasione per applicare ai piedi di ogni albero una piastrina con il loro nome e la loro unità.
Tuttavia nel 1994 le autorità locali di Bastogne, città membro dell’Unione Mondiale delle Città Martiri, Città della Pace, di cui fa parte anche la Città Martire di Cassino – tale organizzazione raggruppa le comunità umane che, custodi del ricordo del proprio martirio, hanno scelto di militare per la pace – invitarono tutte le Città Martiri per la Pace ad essere presenti come simboliche sentinelle del bosco. Tra queste anche Cassino.
Il progetto, a totale carico del comune di Bastogne, consisteva nel piantare, lungo il bordo esterno del bosco,

Bosco della Pace di Bastogne: la «sentinella Cassino».

Bosco della Pace di Bastogne: la «sentinella Cassino».

una serie di tre alberi che rappresentassero, per particolari ragioni, le singole città. Gli alberi dovevano essere piantati in modo da formare un triangolo al cui centro andava posta un’edicola/pannello con il nome della città, lo stemma e la sua storia su un lato; sull’altro lato il significato simbolico dell’albero; il tutto in lingua francese, inglese e nederlandese (la 2ª lingua ufficiale del Belgio).
Alla città di Cassino nel 1994, 50° anniversario della distruzione della città e di Montecassino – sindaco Petrarcone –, giunse l’invito ufficiale a partecipare all’iniziativa.
Per la preparazione della documentazione fu interessato il sottoscritto.
Come prima incombenza dovevo individuare l’essenza arborea che potesse rappresentare la città, da scegliere  in un elenco predisposto dagli organizzatori belgi, e che rispondesse alle condizioni climatiche e pedologiche di quel luogo.
Dovetti subito scartare la quercia e l’olivo perché già prescelti da altre città. Dopo lunga meditazione optai per l’olmo (ulmus campestris) con la seguente motivazione:

Pannello dedicato a Cassino.

Pannello dedicato a Cassino.

«Da sempre presente nelle nostre campagne ed utilizzato per il foraggio del bestiame (con le sue foglie), per

i suoi rami, da cui si sono ricavati canestri, panieri e fascine per accendere il fuoco e per il forno, per la corteccia dei rami, utilizzata per le legature delle viti e, nel passato ormai lontano, per intrecciare funi, per il sostegno che hanno sempre dato alle viti (infatti si dice che l’olmo sposa la vite), per l’ombra che assicurano lungo le vie di campagna, lungo i viali cittadini; inoltre per ricordare il boschetto di olmi che dava nome, nella vecchia Cassino, al “largo degli olmi”, luogo di ristoro per bambini ed anziani nella calura estiva. L’olmo, infine, – aggiungevo – è legato allo scempio operato nella valle di Cassino durante il secondo conflitto mondiale: fu il primo ad essere abbattuto, insieme alle case coloniche e ad altri alberi, dai difensori della Linea Gustav per assicurare la visuale sull’avanzata delle truppe anglo americane sulla sponda sinistra del Gari; il suo legname servì a dare ristoro ai soldati di trincea nelle gelide giornate d’inverno».
Per la seconda facciata dell’edicola proposi il testo della motivazione della medaglia d’Oro al v. m. di Cassino ed il testo dell’Appello di Cassino, firmato nella chiesa di S. Germano il 15 marzo 1994 dai rappresentanti delle Città dell’Unione Mondiale delle Città Martiri, Città della Pace, che si erano radunati in congresso proprio nella nostra Città Martire.
Raccolto anche un adeguato corredo fotografico, consegnai tutta la documentazione alle autorità comunali

perché la inoltrasse all’organizzazione belga; contemporaneamente diedi notizia dell’iniziativa in un mio articolo perché i cittadini ne fossero informati.
Da quel momento, e per molto tempo, non seppi più nulla, tanto

Pannello dedicato a Cassino.

Pannello dedicato a Cassino.

che mi venne il dubbio che il tutto fosse andato a monte.
Ma solo di recente, muovendomi su internet, sono venuto a conoscenza dell’esistenza reale del «Bois de la Paix» a Bastogne.
Ho cercato in vari modi di appurare se tra le città lì rappresentate vi fosse anche Cassino, ma inutilmente.
Così agli inizi di maggio decisi di seguire i canali ufficiali: contattai l’Ufficio del Turismo belga di Bruxelles che mi rispose tramite la signora Francine Schmitz, direttrice della Maison du Tourisme du Pays de Bastogne; questa, a sua volta, mi mise in contatto con la direttrice del parco dott.ssa Lysiane Thonus con il seguente messaggio:
«Monsieur Pistilli,
Le “bois de la Paix” est une initiative et une propriété de l’Administration communale de Bastogne. Nous avons donc transféré votre demande à un membre de leur personnel, afin qu’il se mette en contact avec vous, pour satisfaire à votre demande. Il s’agit de Madame Lysiane Thonus.
Nous vous remercions vivement de la confiance que vous avez bien voulu nous témoigner et restons à votre entière disposition pour toute information complémentaire dont vous pourriez avoir besoin à ce sujet. Contactez-nous.
Soyez assuré, Monsieur Pistilli, de notre sincère dévouement. Agréable fin de journée. Francine Schmitz – Directrice

ASBL
Maison du Tourisme du Pays de Bastogne
Place McAuliffe 60
B.6600 BASTOGNE»

La signora Lysiane Thonus, con grande disponibilità e zelo, si recò personalmente sul luogo per scattare delle foto all’edicola di Cassino. Sono le foto che qui si riproducono.
Per la precisione devo segnalare anche la collaborazione del­l’ufficio turistico belga a Roma, al quale mi ero rivolto a suo tempo e da cui fui contattato telefonicamente.

Pannello 1 – «Historique»
Stralci da Appello di Cassino per un mondo fraterno firmato nella chiesa di S. Germano di Cassino il 15 marzo 1994, anniversario della distruzione della città, dai rappresentanti dell’Unione Mondiale Città della Pace – Città Messaggere di Pace.
«Oggi, 15 marzo 1994, a Cassino in ricordo delle tragiche distruzioni e degli enormi sacrifici del popolo, noi sottoscritti, delegati dell’Unione Mondiale delle Città Martiri della Pace e dell’Alleanza Internazionale delle Città Messaggere di Pace, provenienti da tutti i continenti, Ambasciatori di una profonda devozione alla vita e alla vera amicizia, sottoscriviamo questo appello, indirizzato a tutti gli uomini di buona volontà e a tutti i popoli. In ricordo del 50° anniversario della distruzione ad opera della guerra di queste generose contrade, con questo atto vogliamo rievocare quegli eventi contribuendo ad educare al principio della libertà per la costruzione di un mondo fraterno. Il mondo nel quale viviamo è uno solo, un solo popolo, una sola famiglia, un solo destino che vogliamo di saggezza e di felicità.
La democrazia quale valore universale deve essere assunta anche nei rapporti internazionali, passando dalle armi alle leggi, invalidando la categoria del dominio, riconoscendo l’essenziale unità e interdipendenza del genere umano, in una necessaria solidarietà per l’edificazione dell’uomo nuovo, capace di creare una comunità planetaria in cui non ci sarà più morte, né lutto per guerra, né fame, né lamento, né miseria perché le cose di prima sono passate.
Gestire una civiltà di pace vuol dire accettare il patto sociale fra le nazioni, come apertura internazionale, negandosi alle chiusure etniche, culturali e razziali.
Dobbiamo quindi superare ogni remora che ci impedisce di associare fatica, ingegno e volontà per abbattere i muri della discriminazione, dell’odio e della rivalità.
Abbiamo necessità di una vera rivoluzione delle nostre menti, nei nostri rapporti con l’altro, nell’insegnamento della storia che sia ausilio alla cultura della pace».
Realizzato nel 1994

Pannello 2 – «L’olmo»
«L’olmo è una presenza costante nelle campagne della valle di Cassino. Da sempre è piantato dai contadini lungo gli argini dei loro campi e nei tempi passati è stato utilizzato come sostegno alle viti.
Le sue foglie hanno sempre costituito un eccellente alimento per il bestiame; dalla sua corteccia sono state tratte fibre per le legature delle viti e per intrecciare cesti, panieri e corde; i suoi rami raccolti in fascine hanno assicurato il fuoco ristoratore durante l’inverno e la cottura del pane negli antichi forni. I viali dei nostri villaggi sono stati da tempi immemorabili abbelliti dagli olmi, che hanno protetto con la loro ombra le passeggiate degli anziani, i giochi dei bambini e gli incontri d’amore delle coppie di innamorati. Nella parte più antica della città di Cassino, prima della sua distruzione, esisteva un luogo chiamato “largo degli olmi”, per la presenza, nel luogo, di un boschetto di olmi che ha dato riparo a generazioni di persone che cercavano frescura e pace nella grande calura estiva.
Durante i combattimenti lungo la “Linea Gustav” nella seconda guerra mondiale, i Tedeschi, per preparare il loro sistema difensivo lungo la sponda destra del Gari, hanno fatto abbattere insieme alle case coloniche e agli altri alberi, tutti i filari di olmi che bordeggiavano la riva opposta sì da avere la visuale libera sulle truppe anglo-americane che avanzavano nella pianura, e quel legno nel contempo riscaldò i soldati durante i rigori dell’inverno. Dopo la guerra una delle prime cose che fecero i nostri contadini fu quella di ripiantare gli olmi, alberi “amici”, che danno molto senza nulla chiedere».

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