In memoria di Antonio Grazio Ferraro


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Studi Cassinati, anno 2015, n. 4
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Il 29 novembre 2015 è venuto a mancare a 88 anni Antonio Grazio Ferraro, professionista, amministratore, uomo delle istituzioni. Era nato a Cassino il 9 giugno 1927 da famiglia originaria della Calabria (il padre, dipendente delle Ferrovie dello Stato, venne trasferito dal fascismo per motivi politici, essendo un attivista socialista, da Roccella Ionica, in provincia di Reggio Calabria, a Cassino). Medico veterinario ebbe anche un’iniziale esperienza di docente di Scienze naturali nella Scuola media di San Vittore del Lazio.
Quando era poco più che sedicenne fu profondamente segnato dalla tragica esperienza della guerra a Cassino. Fu un testimone attento di mille episodi e situazioni da quelli più eclatanti, come il bombardamento della millenaria abbazia di Montecassino, a quelli più minuti, come il rapporto di fratellanza determinatosi con soldati poco più avanti d’età dell’uno e dell’altro schieramento, a quelli più vergognosi, come la violenza fisica su ragazzine e giovani donne. Un’esperienza che non rimosse, come accaduto per altri, anzi, al contrario volle condividerla testimoniando con il racconto orale e con pubblicazioni ciò che vide, ciò che visse, descrivendo lucidamente e con dovizia di particolari i patimenti, le sofferenze di quei tragici momenti. è stato intervistato decine e decine di volte (la sua voce e il suo volto si riconoscono immediatamente nei filmati proiettati all’Historiale o nei vari documentari trasmessi dalla televisione pubblica o da quelle private). Ha voluto ricordare quell’atroce esperienza e quella degli anni della ricostruzione anche per iscritto provvedendo alla pubblicazione di tre volumi, tutti stampati con le edizioni del CDSC-Onlus di cui è stato per tanti anni socio. Soprattutto negli ultimi decenni della sua vita non si è mai risparmiato partecipando a decine e decine di incontri sul tema della guerra. è intervenuto in numerosissime manifestazioni pubbliche in occasione di ricorrenze, di rievocazioni, nelle scuole, nelle piazze dove ha offerto alla gente, alle persone, a giovani e meno giovani, a studenti, a docenti e persino a carcerati la sua testimonianza non limitandosi a raccontare la sua esperienza ma cercando di trasmetterla poiché il suo grande ideale era quello della riconciliazione, della solidarietà e dell’amicizia tra popoli, in una sola parola, della pace.
Alla fine della guerra poté riunirsi con i genitori che erano sfollati come profughi di Cassino nella terra calabrese d’origine, anzi il padre riprese servizio proprio a Roccella Ionica da dove era partito nel 1923, e poi a Roma successivamente alla liberazione della capitale d’Italia. Quindi riprese gli studi e si laureò.
Dal punto di vista della militanza politica, aderì inizialmente alla socialdemocrazia. Poi si legò, a Cassino, al prof. Pietro Malatesta che, fondato  il «Guerriero Crociato», un raggruppamento politico dissidente, lo chiamò a farne parte come segretario. Ricompostosi il contrasto, entrò nella Dc militandovi fino alla fine. Iniziò così una lunga carriera politica, svoltasi per ben 34 anni nel corso dei quali ha rivestito le cariche più alte nell’Amministrazione Comunale di Cassino e in quella provinciale. Consigliere comunale ininterrottamente dal 1959 al 1983, fu a più riprese assessore e poi sindaco della «città martire» e dal 1975 al 1981, per due mandati, fu presidente della Provincia di Frosinone. Fu anche componente dell’Anci (Associazione nazionale comuni d’Italia) e dell’esecutivo nazionale dell’Associazione italiana delle città decorate di Medaglia d’oro e dell’Assemblea mondiale delle città martiri per la pace del mondo. In tale qualità partecipò alla conferenza che si svolse a Hiroshima e Nagasaki dal 4 al 10 agosto 1985 in occasione del quarantesimo anniversario della distruzione delle due città giapponesi, assieme alla delegazione di Cassino capeggiata dall’allora sindaco Enzo Mattei, e dove fu chiamato a presiedere la Commissione per la stesura della risoluzione finale da inviare ai governi e all’Onu. Volendo ricordare quell’importante appuntamento internazionale autorizzò molto volentieri «Studi Cassinati» a estrapolare il capitolo pubblicato sul suo volume mettendo a disposizione, allo stesso tempo, anche altra documentazione.
I suoi mandati sindacali si caratterizzarono per l’avvio della politica dei gemellaggi che egli intese stipulare in quegli anni nel segno della pace con città fortemente provate dalla guerra e distrutte al pari di Cassino come Berlino-Zehelendorf (Germania) nel 1959, Zamosc (Polonia) nel 1969, Falaise (Normandia-Francia) nel 1973.
Negli ultimi anni, dopo i suoi problemi cardiaci, lo si poteva incontrare in ogni angolo di Cassino in giro nella sua tuta da ginnastica, sempre disponibile a parlare con chi incontrava. Anche quando passava sotto la Facoltà di Lettere, a pochi passi dalla sua abitazione, non mancava di scambiare due chiacchiere sulla famiglia, sulle soddisfazioni negli studi californiani del nipote, oppure di confrontarsi su vari argomenti e questioni (GdAC).

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