Aquinum e la Via Latina – L’Arco di Marcantonio guarda Interamna


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Studi Cassinati, anno 2015, n. 1
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di Antonio  Di  Sotto

Pubblichiamo una suggestiva ipotesi avanzata per l’individuazione dell’inizio della strada di collegamento tra le due colonie romane ubicate nell’attuale Lazio meridionale seguita da una breve rassegna di citazioni storiche sull’importante via di cominicazione.

09Da molto tempo si ritiene che nell’antichità la strada di collegamento tra Aquinum e Interamna diramasse in territorio di Aquino dalla Via Latina a poche decine di metri dalla Porta Capuana, sul lato destro di questa per chi guarda da oriente. È probabile che nel lontano passato esistesse effettivamente in quel luogo una via, così come d’altronde oggigiorno c’è una stradina molto stretta, tortuosa e disagevole, probabilmente di epoca tardo-medievale. Ma è opportuno evidenziare che il fondo di questa stradina resta più in alto rispetto al piano della Via Latina, da cui si diparte, ed appare costituito da materiale di riporto di antica edilizia. Inoltre in essa non si ravvisano elementi riferibili a un normale fondo stradale, simili a quelli del tratto della Via Latina tuttora evidente e agibile fino agli anni Cinquanta-Sessanta del secolo scorso; infatti fu allora che venne costruita la strada parallela asfaltata da cui fu sostituita.
Alcuni studiosi hanno ritenuto che quella stradina segnasse l’inizio della via che conduceva ad Interamna. Tuttavia, alla luce di nuove cognizioni scaturite da studi approfonditi, dall’osservazione attenta e critica, nonché da sondaggi praticati in loco, si può ritenere probabile che, al contrario, la vera via per Interamna iniziasse nelle prossimità dell’Arco detto di Marcantonio. È il monumento stesso che, in tutta la sua imponenza, maestosità e freschezza artistica, sta lì a suggerire in maniera molto attendibile con il suo orientamento verso sud-est e il particolare posizionamento sulla Via Latina, che la via in questione partisse dalle sue immediate prossimità e, piegando verso il sito dove poi è stata edificata l’attuale Chiesa della Madonna della Libera, proseguisse verso sud-est, alla volta della colonia romana. Infatti l’Arco, che è a cavallo della Via Latina nel versante nord-est, rimane di sbieco rispetto a questa nel tratto con cui prosegue verso Cassino, guardando a sud-est invece che a est. Questa sua particolare posizione induce a pensare che esso fosse il punto di focalizzazione di due «direttrici» cioè quella relativa alla indiscussa Via Latina, il cui tratto or ora menzionato costituisce ormai da secoli la gora della sottostante industria cartacea, una volta mulino, e quella relativa a Interamna. Il punto di convergenza delle due strade, che potrebbe configurarsi a forma di ipsilon, molto verosimilmente veniva a formare un ampio largario con adiacente, come sembra ormai certo, un tempio dedicato a Ercole Liberatore, sulle cui rovine, in epoca medievale, fu edificata l’attuale Chiesa della Madonna della Libera. La scelta di questo luogo per la realizzazione del monumento non dovette essere certamente casuale trattandosi (niente di meno!) che della costruzione, come vuole la tradizione, di un arco innalzato in onore del triunviro Marcantonio in occasione del suo passaggio in Aquino. Difatti il suo sorgere su un poggio, l’ampio spazio ad esso davanti, il tempio, che di per sé infondeva festosa solennità, rendevano a pieno l’effetto della magnificenza necessaria e dovuta nel gesto di onorata accoglienza al grande triunviro. Non si sottovaluti, per altro, lo stesso ampio spazio che veniva a determinarsi nel confluente delle due strade, molto utile, in questa particolare circostanza, al concorso numeroso del pubblico di Aquino e di altra provenienza.
Forse la mia ipotesi testimonia soltanto un ottimo gioco di fantasia, ma è innegabile che, chiunque osservi il monumento possa constatare che esso per il punto e per la posizione in cui si trova guardi in due direzioni, realtà che andrebbe studiata con grande impegno da persona specificamente competente. Per questa ragione la mia osservazione, che risale a decenni or sono, l’ho messa a disposizione, al pari di altre di ordine storico,   archeologico, idrico-ambientale ed  etnologico, di tanti  amici, ugualmente appassionati alla storia e all’archeologia aquinate, per offrire loro l’occasione di dare un contributo, diretto o indiretto, allo studio e all’approfondimento della questione, sì da potersi comprendere se una connessione tra l’Arco di Marcantonio e la via per Interamna sia soltanto fantasia o realtà accertata. Quelli in cui ho riposto considerevoli speranze sono Angelo Nicosia, Costantino Iadecola, Antonella Di Gennaro, Filippo Materiale, Grimoaldo Di Sotto, Giovanni D’Orefice e Giovanni Murro a cui nell’agosto del 2009, nel corso di una visita ai primi scavi nell’area archeologica di Aquinum, in territorio di Castrocielo, raccomandai di riportare in qualche sua opera le mie intuizioni, tra cui questa sulla via per Interamna e «Il Sole e le Porte di Aquinum».
Da allora è trascorso del tempo … ma sono ancora fiducioso che prima o poi il mio desiderio verrà soddisfatto.

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