Perché Cassino e non Casino? Alla ricerca di una «s» in più


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Studi Cassinati, anno 2013, n. 1/2
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di Emilio Pistilli*

046-03Se nell’antichità si chiamava Casinum perché oggi è Cassino e non Casino? È una domanda che non molti si pongono, forse anche perché il nome moderno con una sola “s” evoca, oggi, luoghi o situazioni poco dignitosi. Tuttavia c’è da chiedersi il perché del raddoppio della sibilante che per circa duemila anni non era mai comparso.
Non sto qui a disquisire sulle origini del toponimo di Casinum: l’ho già fatto in altre occasioni; prendo atto della sua esistenza e ricordo che la città antica, posta sulle pendici meridionali del suo monte, fino a tutta l’epoca romana fu indicata con la denominazione latina Casinum. Con la caduta dell’impero romano decadde anche la nostra città, più volte saccheggiata dai barbari; rimase un piccolo borgo denominato dapprima Castrum Casini, poi Castrum Sancti Petri (in seguito alla costruzione della chiesa dedicata a S. Pietro).
Con il nuovo millennio la città risorse ai piedi della Rocca Janula, attorno alla chiesa di S. Germano, dalla quale trasse il nome. Il termine Casinum non fu più adoperato se non per indicare Montecassino (Mons Casini), parimenti rimase l’aggettivo casinensis riferito ai monaci ed alle loro opere.
Lo stesso notaio Riccardo da San Germano, nella sua Chronica, scritta tra il 1243 e 1244, con il nome «Casino» si riferisce esclusivamente a Montecassino, e non poteva essere altrimenti dal momento che della romana Casinum si era persa perfino la memoria (si fa per dire), mentre la nuova città aveva il nome che contraddistingue ancora oggi lo stesso cronista.
La città di S. Germano, dunque, erede – ma non continuatrice – dell’antica Casinum, ebbe tale denominazione fino all’unificazione d’Italia con la casa Savoia: nel 1863 si decise il cambiamento di nome in «Cassino», per ricordare il glorioso passato della città1. L’atto ufficiale del cambiamento della denominazione è il Regio decreto n. 1425 del 26 luglio 1863 che recepisce pari pari la delibera del Consiglio comunale di S. Germano del 23 maggio dello stesso anno in cui il consigliere anziano Angelo Ponari, chiamato a relazionare sul cambiamento del nome della città, confermò che gli abitanti della città solevano definirsi «casinali» o di «Casino». Tuttavia quel consesso scelse la scrittura con la doppia «s». Dunque perché «Cassino» e non «Casino»? Perché i suoi abitanti vengono chiamati «Cassinati» e non «Casinati», dal momento che i latini li indicavano come Casinates?
Se andiamo a cercare tra i testi di archivio la versione «cass-» dobbiamo risalire al sec. XVIII ed esattamente al grande archivista cassinese Erasmo Gattola che, nel 1734, intitola le sue principali opere Historia Abbatiae Cassinensis e Accessiones ad historiam Abbatiae Cassinensis. Per ambedue usa, dunque, sempre la dizione con il raddoppio pur curando la trascrizione degli antichi documenti d’archivio con la formulazione originaria «cas-».
Va però notato che in città, nello stesso anno (1734) il dott. Antonio Cafaro pubblica, in volgare, il suo libro Medicina pratico-storica di Casino nuovo e nella nota «Al leggitore» precisa: «… Casino-nuovo, volgarmente chiamato Sangermano», mentre nel testo chiama Montecassino  «monte di Casino», il che fa presupporre che almeno nell’animo delle persone istruite vagheggiasse il desiderio di recuperare l’antica denominazione.
Solo alcuni decenni prima l’abate Angelo della Noce (che però scrive in latino) nelle note alla sua edizione del Chronicon di Montecassino (a. 1668) usa sempre la versione «cas-».
Tutto fa pensare che l’idea del raddoppio della «s» sia partita da Gattola; allora c’è ancora da chiedersi: perché? Non riesco a individuare una spiegazione convincente; tuttavia posso far notare un particolare: nella scrittura dei documenti cassinesi del sec. XIII, più esattamente nei Regesti dell’abate Bernardo I Ayglerio, troviamo la lettera «s» resa con un’asta verticale ricurva in alto, talvolta con raddoppio del tratto (vd. foto). Ora non è pensabile che il grande Gattola avesse preso una banale svista considerando quella «s» come una doppia «s»; eppure è una realtà che egli si sia compiaciuto di usare la dizione «cass-» anziché «cas-» ed in questo ha fatto scuola, tant’è che nella decisione consiliare del 1863 si fece violenza alla preferenza popolare per l’appellativo «Casino», imponendo la formula del Gattola.
Non a caso parlo di “violenza”: nel dialetto locale la città viene detta ancora oggi «Casino», mentre per i suoi abitanti si è accolto il raddoppio, quindi «cassinesi».
Ancora: l’odierna città è gemellata con quella australiana chiamata «Casino». Secondo una loro tradizione quel centro urbano fu fondato da monaci Cassinesi. In occasione del gemellaggio, formalizzato l’8 gennaio 1997, il sindaco Senthil Vasan spiegò: «Il nostro nome di Casino lo abbiamo derivato dalla vostra città. Quando George Stapleton e Henry Clay nel 1840 viaggiarono da Sydney per scoprire un insediamento nella zona dei fiumi del nord, attraversarono la catena montuosa Richmond Range e osservarono la fertile, verde vallata. Egli battezzò questo insediamento Cassino scritto con la doppia «s». Il geometra, Mr. Peppercorn, nel 1855, nel formalizzare un progetto per la cittadina di Casino, sfortunatamente tralasciò una “s” ed ora ci troviamo con questa scritta».
In un mio commento sul settimanale «L’Inchiesta» (7-10-1998) espressi dei dubbi sulla tesi del sindaco Senthil Vasan chiedendomi: «È mai possibile che l’errore di trascrizione di un geometra non potesse essere corretto senza grossi problemi? È possibile che un refuso stravolga definitivamente il nome di una città?». In effetti gli australiani del 1840 avevano avuto rapporti con Montecassino quando la sottostante città si chiamava ancora San Germano; pertanto non potevano che rifarsi alla versione storicamente autentica del nome Casino o Monte Casino: nulla a che vedere, dunque, con l’odierno «Cassino».
Anche questo particolare rende ancor più strana la scelta del Comune di San Germano nel mutare il proprio nome in quello attuale.
Ma ormai le cose stanno in questo modo e così dovranno restare.


* L’articolo, con qualche modifica e integrazione, è ripreso da «PRESENZA Xna», ottobre 1997.
1 Sull’acquisizione della denominazione di «Cassino» da parte della città cfr., in questo stesso numero, l’articolo 23 maggio 1863: da San Germano a Cassino.

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