Il ponte romano di Sant’Elia Fiumerapido

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di Giovanni Petrucci
02-2011-10.jpg.jpgIn quel triangolo di terra sito al punto in cui la strada proveniente da Cassino si biforca ad ipsilon, con una che prosegue per Sant’Elia, l’altra per Atina, un tempo si parava dinanzi al viaggiatore in transito un ponte romano ad una sola arcata, come a dare il benvenuto, specialmente a coloro che procedevano per il primo paese. Era chiamato con i nomi più strani: Ponte Bagnato, Ponte Antico Bagnara, Ponte Lagnaro, Ponte Vignale, Ponte Vinniale.

L’interpretazione di una epigrafe lo faceva risalire ad Agrippa; ma “è forse inquadrabile nel periodo compreso tra il I sec. A. C. ed il I-II sec. D. C. e probabilmente rimaneggiato in età post antica1.
Sotto non vi scorre più il Rapido, che venne deviato alcuni secoli fa, per limitare i danni delle inondazioni dei mesi invernali nelle terre situate a valle.
Tale deviazione venne eseguita dopo il 1715, in quanto nel disegno acquerellato di Marcello Guglielmelli il Rapido sembra tracciato sotto tale ponte; invece nella “Delineazione dei confini del territorio di Sant’Elia e di quello di Vallerotonda” di I. Lobelli del 1745 esso appare tratteggiato in rosso, anche se la deviazione è indicata verso l’interno e non a lato ovest, sotto la frazione di Caira: documentazione inequivocabile che tra il 1715 e il 1745 la deviazione era già stata effettuata: si spiega così anche l’affermazione del Lanni: “In questo fiume […] si è costruito, non ha guari, un magnifico ponte a tre archi”2, che comunemente i Santeliani chiamano Ponte Nuovo, forse per distinguerlo dall’altro di cui parlavamo, di origine romana, che doveva essere il Vecchio.
Sul ponte passava poi una delle strade trasversali; nella tavola del Lobelli è chiamata Via S. Paulo, che, superando appunto il Rapido al Ponte della Bagnara, così chiamato nel disegno citato, dal territorio situato a sud dell’attuale Sant’Elia si univa ad una strada che portava a Belmonte Castello e ad Atina. Nell’area a principio citata, all’intorno e antistante, da diversi decenni sono sorte delle palazzine regolarmente autorizzate, e purtroppo l’arco della bella struttura romana, che compare su tutte le pubblicazioni di Sant’Elia, non è più in vista come una volta.
Il Comune di Sant’Elia non è molto ricco di reperti antichi, per questo motivo dovrebbe essere molto attento alla conservazione di quelli che ancora esistono: per noi hanno un fascino particolare perché ci legano al nostro passato.
Il 4 luglio 2002 inviammo una lettera al Sindaco e per conoscenza alla Pro Loco di S. Elia e al Sovraintendente alle Antichità di Roma per manifestare la nostra seria preoccupazione per lo stato del suo abbandono. Qualche anno fa comunicammo alle autorità competenti l’esistenza di un residuato bellico alla sua sommità.
A settembre 2006 tornammo sul problema del ponte Lagnaro e di altri ruderi esistenti a Sant’Elia3. E temiamo ancora adesso, fortemente temiamo, che, lungo la strada qualche bulldozer possa per errore toccarne le fondamenta e causarne il crollo.
Ricordiamo che alcuni lustri or sono un prezioso dolmen in Sardegna per sbadataggine del proprietario venne demolito; qualche anno fa certamente a causa di disattenzione crollò la spalletta di blocchi di pietra del Ponte Storto, il Ponte Alvaro, in territorio di Sant’Elia a confine con Belmonte Castello: un unicum nel suo genere, di cui scrivemmo in La Frazione di Olivella4.
I massi squadrati finirono nell’alveo del piccolo fiume, dove ancora aspettano per essere ripristinati dove erano. Forse la Compagnia Assicuratrice di chi causò il danno poteva intervenire …
Il 15 marzo 1999 furono conferiti dall’Amministrazione Comunale di Sant’Elia Fiumerapido incarichi di redigere progetti, per l’assetto turistico integrato “culto, storia, arte, natura”, che prevedevano la sistemazione di antichi sentieri e la valorizzazione del patrimonio naturalistico, storico ed archeologico di S. Maria Maggiore, del Ponte Lagnaro e delle Mura Ciclopiche di Colle Cierro5; e per essi alla fine del 1999 furono deliberati i pagamenti delle parcelle di acconto per complessive £ 10.200.0006.
Di recente Il Geom. Gino Alonzi venne incaricato di preparare uno studio di protezione per tale ponte e questi, gratis et amore Sancto Heliae, lo approntò prevedendo una recinzione con inferriate, e una siepe piuttosto bassa per permettere ai viaggiatori di passaggio per la provinciale di continuare ad ammirare il prezioso manufatto.
Si tratterebbe di stabilire l’area di possesso secondo la particella catastale, ma a questo avranno provveduto i professionisti a suo tempo incaricati dell’esecuzione dei progetti. Adesso si dovrebbe recintarla anche con una rete metallica ed aspettare che l’Amministrazione di competenza faccia tutto a regola d’arte, di modo che i nostri pronipoti potranno continuare a goderne la vista.
Caro Gino, temiamo, fortemente temiamo, che intorno alla nostra preziosa testimonianza della nostra storia continueranno a crescere erbacce ed alberelli che possono mandare in rovina il nostro simbolo. Ti proponiamo di farti promotore di un comitato che promuova una colletta tra noi amici, perché si protegga il ponte salvatosi miracolosamente dalle furie delle battaglie e continui a dare il benvenuto a chi arriva in paese! Oppure trova altri amici e pianteremo noi i pali e legheremo una rete di protezione come potremo fare alla nostra età!


1 Massimiliano Valenti, Esempi di infrastrutture stradali nel Cassinate, Unversità di Bologna 1995, p. 37.
2 Marco Lanni, Sant’Elia sul Rapido, Napoli 1873, p. 96
3 Giovanni Petrucci, Monitoraggio sul patrimonio Archeologico ed Artistico di Sant’Elia Fiumerapido in Studi Cassinati  n. 3 (luglio-settembre) 2006, p. 142.
4 Giovanni Petrucci, La Frazione di Olivella,  Cassino 2007, p. 33.
5 Iannazzi Ugo, Progetto di recupero di Antichi Sentieri  in  Territori n. 9, Anno V, dicembre 1999, p. 9.
6 Deliberazione  prot. n. 7624 del 6 luglio 1999, oggetto : Progetto per l’assetto turistico integrato -culto-storia-arte-natura. Liquidazione parcella acconto professionisti coordinati.

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