L’ospedale Gemma de Posis di Cassino


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di Olinto Ciamarra*

02-2011-08.jpg.jpgTradirò il proposito di non parlare, e tanto meno scrivere, di esperienze legate ai miei lontani anni di lavoro.
Voglio ricordare il Gemma De Posis di Cassino, ospedale generale provinciale dall’ottobre del 1969 al 30 settembre 1980, data in cui perse la sua autonomia giuridica per effetto di una legge dello Stato che stabiliva una radicale riforma della sanità pubblica.
Correva l’anno del Signore 1357 quando Donna Gemma De Posis donò i suoi beni per costruire quell’ospedale destinato “all’accoglienza dei pellegrini ed alla cura degli infermi”.
Voglio testimoniare la sua straordinaria capacità di assicurare ricoveri e cure alle popolazioni della città, dell’intero Cassinate, di numerose comunità del Lazio e dei territori di confine appartenenti alla Campania ed al Molise.
Una valenza operativa così vasta era determinata dal valore dei suoi primari e delle sue “équipes” mediche, dalla qualità delle prestazioni, dalla centralità del Cassinate, da un’antica e tradizionale gravitazione delle stesse popolazioni non certo estranea alla secolare influenza dell’Abbazia benedettina.
Nelle decennali incertezze parlamentari sulla scelta dei criteri di una riforma sempre più necessaria, le attività dell’ospedale di Cassino erano sicuramente eccezionali in considerazione del contemporaneo fallimento del sistema mutualistico e delle conseguenti ristrettezze delle risorse economiche e di personale.
Questo, senza commenti, l’insieme dei reparti e dei servizi del Gemma De Posis di quegli anni: pronto soccorso e astanteria, medicina generale, chirurgia generale, neonatologia e centro immaturi, pediatria, geriatria (unica divisione nel Lazio, rara in Italia), ostetricia e nido, ginecologia e centro di sterilità coniugale, oculistica e centro di oftalmologia sociale, urologia, nefrologia, dialisi, anestesia, rianimazione (tre letti speciali), radiologia, medicina nucleare (per tutto il basso Lazio), endoscopia digestiva, laboratorio medico e centro trasfusionale, radio immunologia in vitro e farmacia interna.
L’ospedale di Cassino, inoltre, era l’unico riferimento per il sesto tronco dell’autostrada fra Roma e Napoli, uno dei tratti più incidentati della rete autostradale nazionale.
Alle attività sanitarie e amministrative d’istituto si aggiungevano quelle necessarie alla formazione continua di infermieri/e professionali ed alla regolare conclusione di corsi per tecnici di laboratorio e tecnici di radiologia medica.
Ad assicurare i relativi insegnamenti teorici e pratici si prodigava un organizzato gruppo di personale medico e non medico dipendente integrato da insegnanti esterni.
Il carattere socio-sanitario dell’impegno suscitava generale interesse. Consistenti e costanti erano i riflessi occupazionali di giovani diplomati in gran parte appartenenti alla comunità del Cassinate.
Le difficoltà procurate dalle insufficienze e dalle inadeguatezze di numerosi spazi operativi erano superate, non senza qualche contrasto, da una prevalente professionalità individuale e di gruppo.
I locali del Consiglio di Amministrazione, della scuola infermieri nonché tutti gli uffici del servizio amministrativo centrale erano situati all’esterno con abbondanti ed onerose spese di locazione.
Il presidente ed i sette membri del Consiglio di Amministrazione avevano un particolare e significativo comportamento: vivevano personalmente le vicende giornaliere dell’ospedale; votavano all’unanimità le decisioni consiliari nonostante l’appartenenza a partiti politici in contemporanea ed aspra competizione a livello comunale e provinciale.
Mi auguro che oggi il valore di questi ricordi non sia esclusivamente sentimentale.
* Già Direttore Amministrativo dell’ospedale di Cassino,  poi coordinatore amministrativo USL, infine Direttore Generale Azienda Sanitaria molisana.

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L’ospedale Civile di Cassino ”Gemma De Posis” in via Casilina nord – Fin dalla sua nascita prese erroneamente il nome di “Gemma De Bosis” in continuità con l’antico nosocomio dell’anteguerra; il nome fu corretto solo nel 1994. Fu inaugurato il 1° aprile 1958; classificato di 2ª categoria con decreto del Medico Provinciale di Frosinone n. 1030 del 22.3.1960 fu riconosciuto ente morale con decreto del Capo dello Stato 23.3.1960; partì con quattro reparti: chirurgia, medicina, radiologia, laboratorio.
Il nuovo ospedale “S. Scolastica” – Fu posta la prima pietra venerdì 9 aprile 1999 nell’ex vivaio della Forestale in via S. Pasquale; iniziò a funzionare il 28 marzo 2006 ma fu inaugurato il successivo 1 aprile. Nacque con il compito di subentrare al vecchio polo ospedaliero e diventare il punto di riferimento della Sanità Pubblica nella zona della valle del Rapido. Dal punto di vista architettonico e per ciò che concerne l’organizzazione degli spazi, la superficie edificata interessa 36.400 metri quadrati, su cui è stata costruita una struttura a cinque piani, con volumetria complessiva di 147.000 metri cubi e una dotazione di otto sale operatorie, un reparto di diagnostica per immagini e una capacità ricettiva di 300 posti letto. La realizzazione di tutto il complesso è guidata da una moderna visione del servizio ospedaliero, con standard ricettivi che si avvicinano a quelli alberghieri. Gesta Global Service Makers si è occupata dell’installazione degli impianti tecnologici, fornendo: una centrale frigorifera con potenzialità di 4.290 kw; una cabina di trasformazione con potenza elettrica di 6.800 kw; 2 centrali termiche con potenzialità complessiva; 14 unità di trattamento aria per una portata complessiva di aria 380.000 mc/h; 29 impianti elevatori. Dati tecnici: committente  ASL Cassino; località Cassino; indirizzo Via S. Pasquale; inizio lavori gennaio 2000; fine lavori Gennaio 2006; importo complessivo 25.000.000 euro. Ora, a distanza di soli cinque anni dalla sua nascita, l’ospedale S. Scolastica subisce la chiusura di reparti vitali per far fronte alla crisi economica della Sanità laziale, con buona pace delle esigenze – anch’esse vitali – della popolazione del Cassinate.        e. p.

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