SANT’ ELIA FIUMERAPIDO, contrada Olivella, UN DIPINTO DI LORENZO DE CARO (XVIII sec.)


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di Benedetto Di Mambro

02-2011-09.jpg.jpgNella bellissima chiesa barocca della frazione Olivella di Sant’Elia Fiumerapido, ben esposto in alto su un altare laterale della navata centrale della chiesa, fa bella mostra di sé un soave dipinto su legno del pittore settecentesco napoletano Lorenzo De Caro (1719-1777).
La chiesa di Santa Maria dell’Ulivo ad Olivella era stata inaugurata il 29 aprile 1711 dal Vicario Generale di Montecassino don Desiderio Mazzei.
Il quadro è da far risalire, più o meno, al 1745, anno in cui il De Caro giunse nel Cassinate al seguito del suo Maestro Francesco Solimena (1657-1747), detto l’ abate Ciccio, a sua volta allievo del grande Luca Giordano (1632-1705), chiamato a decorare l’ abbazia di Montecassino.
Anche Lorenzo De Caro lavorò a Montecassino assieme al Solimena ma di lui non vi resta più nulla mentre del Solimena c’ è ancora il grande quadro della “Deposizione” nella Cappella della Pietà.
Fu in quel periodo che al De Caro fu commissionato anche il quadro della “Visitazione” ad Olivella oltre al “Martirio di San Bertario”, “L’invenzione della Croce” e la “Gloria di San Germano” tutte conservate nella chiesa parrocchiale di Piedimonte San Germano. A Napoli De Caro è stato rivalutato e ricordato con due mostre: “Civiltà del ‘700” nel 1979 e “Pittura Sacra” nel 1980 i cui cataloghi, però, mancano proprio del dipinto di Olivella. Il quadro della “Visitazione della Vergine a Santa Elisabetta” conservato proprio nella chiesa di Olivella a Sant’ Elia Fiumerapido è delle dimensioni di cm. 127×192 e da sempre ha attirato l’ attento sguardo dei visitatori per la sua perfezione nei colorati drappeggi e nella delicatezza dei volti dei personaggi: la Madonna, Santa Elisabetta, San Giuseppe e Zaccaria guardati dall’ alto da un soave angioletto. Forse non molto conosciuta, la produzione di Lorenzo De Caro fu notevole ed ha persino superato i confini italiani. Bellissime sue tele, incorniciate in pregiati stucchi, si trovano a Bellavista di Portici (NA): Crocifissione e Depo
sizione della Croce del 1751 e Ritrovamento della Croce del 1756.
Molti suoi dipinti decorano moltissime chiese di Napoli fra cui diverse nella chiesa dei Santi Filippo e Giacomo ed una, bellissima, sull’ altare maggiore della chiesa di Santa Caterina da Siena raffigurante “Lo sposalizio mistico di Santa Caterina”.
Altre opere del De Caro si trovano, fra l’ altro, al Castello di Pescolanciano (IS), a Bracigliano di Salerno, a Pietrapertosa di Potenza, al Museo del Sannio di Benevento, alla Pinacoteca di Bologna, alla Galleria degli Uffizi di Firenze, e poi nella pinacoteca di New York, nei Musei di Boston e di Detroit, nel Museo delle Belle Arti di Malta, nel Museo di Solothun e nella Pinacoteca di Zurigo, entrambe in Svizzera e persino a Mosca e nell’ altra città russa di Omsk dove se ne trovano molte, tradotte lì al tempo della Rivoluzione dell’ ottobre 1917, da San Pietroburgo dove facevano parte dei “Tesori degli Zar”.

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