Capua, ricordati i caduti borbonici della battaglia del Volturno

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Studi Cassinati, anno 2010, n. 3
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di Ferdinando Corradini


Com’è noto, il 1° e 2 ottobre 1860, sul fiume Volturno fu combattuta la battaglia che decise le sorti del Regno delle Due Sicilie. Per ricordare questo avvenimento, da tredici anni a questa parte, il comandante Giovanni Salemi, che è un ex ufficiale medico formatosi alla Nunziatella, collegio militare istituito sul finire del Settecento da Ferdinando IV di Borbone, organizza, per gli inizi di ottobre, una giornata di incontri di carattere culturale. Tali incontri si svolgono nel centro storico di Capua, città bagnata dal fiume Volturno e sede di un’importante fortezza. Per fornire un ulteriore punto di riferimento ai sempre più numerosi partecipanti a tali incontri, qualche anno fa, lo stesso Giovanni Salemi ha fatto apporre sulla facciata della sua casa, posta in via Gran Priorato di Malta, una lapide commemorativa dei caduti di parte borbonica, caduti, che, come purtroppo accade per i vinti di tutti i luoghi e tempi, solitamente vengono dimenticati nelle celebrazioni ufficiali degli eventi.
Quest’anno, ricorrendo il 150° anniversario della battaglia, la manifestazione ha assunto un tono di particolare solennità. Ricalcando la collaudata formula organizzativa degli anni precedenti, è stata apposta una corona d’alloro alla detta lapide commemorativa di via Gran Priorato di Malta. L’onore e l’onere di tenere l’allocuzione ufficiale è stata affidata al “nostro” Fernando Riccardi, firma ben nota ai lettori di Studi Cassinati. Subito dopo ci si è portati nella chiesa di Santa Maria delle Grazie, più nota ai capuani come “Santella”. Tale chiesa, che è posta sulla sponda sinistra del Volturno, fu costruita per dare sepoltura ai numerosi cittadini capuani rimasti uccisi in occasione del sacco di Capua compiuto dall’esercito francese nel 1501. La Santa Messa è stata celebrata dal Reverendo Don Francesco Pappadia, che, nelle sua omelia, non ha mancato di accennare agli eventi del 1860.
Finita la Messa, i partecipanti all’incontro si sono spostati di poche decine di metri per raggiungere il Palazzo Fazio, dove si è tenuto un convegno-dibattito. Dopo l’introduzione di Giovanni Salemi, Maurizio di Giovine ha relazionato su L’ultima gloriosa campagna militare dell’Esercito Napolitano, nel 150° anniversario. Riflessioni su di una testimonianza ideale da riscoprire. Edoardo Vitale su Linee di azione per la rinascita del Sud. Vincenzo Giannone su Riscoperta dell’orgoglio borbonico: una testimonianza. Quest’ultimo ha riferito sul percorso che, da fervente cavourriano qual era, lo ha portato a divenire altrettanto fervente borbonico, tanto da far intitolare a Ferdinando II di Borbone la scuola di Scafati di cui è dirigente.
Alla fine ci si è ritrovati tutti al ristorante, dal significativo nome di “Ferdinando e Carolina”.
All’incontro hanno partecipato studiosi e legittimisti di ogni parte dell’ex Regno delle Due Sicilie. Particolarmente numerosa la rappresentanza pugliese. Per l’Alta Terra di Lavoro, oltre al già detto Fernando Riccardi e allo scrivente, sono stati presenti Daniele Iadicicco di Itri, presidente dell’associazione Terra Aurunca e Argentino Tommaso D’Arpino di Sora, presidente dell’A.ri.s., un’associazione che ha curato la ricerca di tutti i cippi di confine fra il Regno delle Due Sicilie e lo Stato Pontificio, dando alle stampe uno studio che è unico nel suo genere.

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