Cesare Baronio nel IV Centenario della sua morte


Print Friendly, PDF & Email

 

Studi Cassinati, anno 2007, n. 2

di Lucio Meglio

I secoli passano ma non passano gli uomini che dei secoli furono le figure più rappresentative. È con questo spirito che la città di Sora in questo anno si appresta a ricordare, nel quarto centenario della sua morte, la figura del suo più illustre figlio: il Cardinale Cesare Baronio, comunemente ritenuto dagli studiosi delle memorie del passato come uno dei Padri della Storia Ecclesiastica. Prima di presentare il programma delle celebrazioni che con grande orgoglio la volsca e antica città sorana ha organizzato per consegnare alle future generazioni un ricordo non perituro dell’insigne studioso, mi sembra doveroso tracciarne un profilo storico.
Cesare Barone – Baronio secondo il costume romano del tempo – nasce a Sora il 30 Ottobre del 1538. Trascorsa la fanciullezza nella sua città natale, si trasferisce dapprima a Veroli dove studia lettere, poi si reca a Napoli, dove si avvicina allo studio della legge, e infine giunge a Roma, sua seconda patria, dove incontra Padre Filippo Neri. Fu da questo incontro che iniziò la sua trasformazione spirituale ed umana. Nell’oratorio del Santo fiorentino il futuro Cardinale oltre a continuare gli studi giuridici e storici iniziò a frequentare assiduamente l’ospedale del Santo Spirito, dedicandosi con generosità d’animo alla cura dei più bisognosi.
Il 27 maggio 1564 viene ordinato sacerdote, primo tra i discepoli di Filippo, per la chiesa di San Giovanni dei Fiorentini, rinunciando al canonicato offertogli dalla diocesi di Sora.
Tralasciando punto per punto gli episodi della sua vita, già brillantemente esposte in sue numerose biografie, vale la pena invece soffermarsi sul suo incessante lavoro di storico presso la Basilica Vaticana. Da Roma infatti non volle allontanarsi mai, rifiutando gli inviti provenienti da Milano o da altre diocesi come Teano o Senigallia. Disdegnando le lusinghe degli onori del vescovado, su consiglio del suo Mentore, inizia l’immane fatica della stesura degli Annali. Prima di allora la sua fama di erudito si era comunque già abbondantemente diffusa, tanto da esser incaricato direttamente dal pontefice Gregorio VIII di occuparsi della revisione del Martirologio.
Cresce dunque la sua autorevolezza nel mondo accademico ed ecclesiastico, i pontefici lo stimano e gli affidano importanti missioni; gli studiosi lo cercano per chiedergli consigli; i Vescovi si rivolgono a lui per avere lumi sui Santi del Martirologio.
In un periodo storico, quale fu il Cinquecento, gravato da una perdurante decadenza morale, e nel quale il Protestantesimo cercò di allargare a dismisura la propria influenza, minacciando le basi stesse del Cattolicesimo, il Baronio consegnò al popolo di allora, e soprattutto ai posteri, gli Annali, la più potente rievocazione dei fatti, delle vittorie, e delle grandezze della Chiesa Cattolica, affermando a gran voce la Verità della Storia.
Lasciando il suo paese natio per seguire a Roma la vocazione di religioso e grande studioso, il Cardinale Baronio non dimenticò mai la sua terra e con essa i suoi concittadini. Tale rapporto, oltre ad esser testimoniato da un intenso carteggio che intercorse tra il Cardinale e i suoi parenti, è stato eternamente sigillato dalle numerose opere che la Città Volsca conserva grazie al suo illustre figlio.
La generosità verso il prossimo lo spinse a fondare, con i fondi di una commenda dell’ospedale di S. Spirito di Roma, un Ospedale a Sora, fuori del ponte di Napoli, posseduto dal Vescovo Diocesano e diretto dalla madre Porzia Febonia, che tanto bene arrecò al popolo che vi accorreva in cerca di aiuto.
All’opera di soccorso per gli ammalati con l’erezione dell’ospedale, affiancò l’opera di soccorso ed aiuto dei poveri e degli abbandonati, con l’istituzione della Congregazione della Carità, alla quale il Baronio fece aderire tutti i suoi familiari ed amici. L’affetto per questa Congregazione è stato testimoniato con il dono che ad essa fu fatto dal Cardinale di un maestoso Crocifisso ligneo, in grandezza naturale, che tuttoggi si conserva nella Chiesa di S. Bartolomeo.
Infine non fu trascurata neppure l’assistenza spirituale dei suoi concittadini, con l’edificazione della chiesa di S. Maria degli Angeli, ed annesso convento dei frati cappuccini, ordine al quale il Baronio era molto legato per l’amicizia che lo legava a S. Felice da Cantalice.
Un rapporto dunque di stretta amicizia e filiazione quello che ha legato nel corso degli anni il Cardinale e la sua città, della quale seguì sempre le vicende civili ed ecclesiastiche.
A quattrocento anni dalla sua morte, avvenuta il 30 Giugno del 1607, l’opera e la figura di Cesare Baronio, stanno rivivendo un nuovo e rinnovato interesse da parte del mondo ecclesiastico e civile.
Molte le manifestazioni promosse dalla Congregazione dell’Oratorio di S. Filippo Neri, e dalla sua città natale: Sora.
Due in particolare sono quelle che hanno coinvolto il territorio sorano. La prima è stata un Convegno Internazionale di Studi sull’“Arte e la committenza nel Lazio nell’età di Cesare Baronio”, promossa dall’Università degli Studi di Cassino e dal Comune di Sora, che si è svolta dal 16 al 18 Maggio e che ha visto la partecipazione di numerosi esperti nazionali ed internazionali che hanno dibattuto sullo stretto rapporto che intercorse tra l’arte e il Baronio, rapporto che già Angelo Roncalli, allora primate di Venezia, così definì: “opera eseguita con sì fine criterio estetico e con tale rispetto della tradizione e della storia, da raccomandare ancor oggi il Baronio all’ammirazione ed alla gratitudine dei cultori dell’archeologia sacra”.
Il 30 Giugno, anniversario della morte, si è tenuto a Roma, nella chiesa di S. Maria della Vallicella una solenne celebrazione, presieduta da Sua Eminenza Rev.ma il Cardinale Angelo Sodano, Decano del Sacro Collegio, che ha presieduto la solenne celebrazione Eucaristica. Iniziata con l’omaggio alle Reliquie del Venerabile Baronio, collocate nel presbiterio della “Chiesa Nuova”, la celebrazione si è conclusa con la venerazione delle spoglie mortali di S. Filippo Neri, nella cappella del Santo, ed infine con un concerto del “Coro dell’Accademia Bizantina” diretto da Marco Gemmani, in collaborazione con Creator – Faenza Musica Sacra, direzione artistica di Romano Valentini.
Alla cerimonia ha partecipato una nutrita rappresentanza della città di Sora, guidata dal suo vescovo S.E. Mons. Luca Brandolini, e dal Sindaco Cesidio Casinelli.
Altre manifestazione sono previste nel prossimo autunno.

(144 Visualizzazioni)