Messaggi cifrati per la nomina dell’abate Diamare

 

Studi Cassinati, anno 2007, n. 2

di Emilio Pistilli

Il nome Vito Diamare a molti forse non dice nulla; ma se aggiungiamo che, nato a Napoli il 13 aprile 1865, fu monaco fino all’estate 1909 e da allora abate di Montecassino, ci rendiamo conto che stiamo parlando di un personaggio celebre e molto amato dai Cassinati: parliamo, infatti, dell’abate Gregorio Diamare.
È noto che egli ricevette la nomina a successore dell’abate Krug con la bolla pontificia del 29 luglio 1909; in tale data, infatti, risulta inserito nel novero dei successori di S. Benedetto.
Ma la procedura per la nomina ad abate di Montecassino è sempre stata alquanto complessa, dal momento che la nomina comporta anche l’assunzione del compito di Ordinario della diocesi e di Sovrintendente del monumento nazionale di Montecassino: queste due ultime qualifiche sono inevitabilmente soggette al placet dell’autorità civile italiana.
Fu così anche per mons. Diamare, per il quale, ai suoi tempi, si richiedeva il “Regio Exequatur” – una sorta di attestato di gradimento – alla bolla pontificia da parte del Ministero di Grazia e Giustizia e dei Culti del Regno.
Ma prima che l’exequatur venisse concesso si mise in moto la macchina burocratica italiana per l’acquisizione di notizie, del tutto riservate naturalmente, sulla persona designata all’importante incarico, sulle sue doti morali ma soprattutto sulle sue idee politiche: una schedatura vera e propria.
Ora, dall’Archivio di stato di Caserta riaffiorano frammenti del macchinoso iter che portò alla definitiva elezione di Diamare1.
Il ministro dell’Interno interessò la Procura Generale d’Appello di Napoli per l’acquisizione delle informazioni sul conto di Diamare; di qui il 26 luglio 1909 partì un telegramma espresso riservato ed urgente indirizzato al Prefetto della provincia di Terra di Lavoro, nella cui giurisdizione ricadeva la diocesi di Montecassino: «Per corrispondere ad una richiesta telegrafica del Ministero prego la S. V. Ill.ma farmi conoscere, con cortese sollecitudine, quale sia l’età ed il luogo di nascita di Monsignor Gregorio Diamare, che ha fatto istanza per nomina ad Abate di Montecassino; quale opinione si ha di lui nel pubblico in fatto di convincimenti e tendenze politiche, e quale impressione produrrebbe sul Clero e nel pubblico il riconoscimento civile della nomina del Diamare all’ufficio suddetto.
Il Procuratore Generale Senatore del Regno Catalani».
La richiesta fu subito girata al sottoprefetto di Sora, competente per territorio.
Trascorsero due giorni senza che il Catalani ricevesse risposta. Un nuovo telegramma sollecitò le informazioni richieste: «Riferendomi mio telegramma espresso ierlaltro pregola favorirmi in giornata informazioni noto monsignore – Procuratore Generale – Catalani».
Lo stesso 28 luglio il Prefetto di Caserta si giustificò telegraficamente: «Sono tuttora in attesa informazioni, che ho subito richieste, a seguito telegramma espresso di V. S. Ill.ma del 26 corrente, e che spero poter fornire domani, avendole sollecitate – Prefetto».
In effetti il sottoprefetto Dursi, era stato invitato dal procuratore regio a fornire con urgenza informazioni riservatissime sulla nomina del nuovo abate, ma prima di muoversi chiese al prefetto, sempre telegraficamente, l’autorizzazione a recarsi a Montecassino per acquisire le informazioni.
A tale richiesta, che ha del grottesco, nella stessa giornata del 28 rispose seccato il prefetto con un messaggio telegrafico in codice cifrato, come si usava per le comunicazioni di carattere riservato: «Prego dire delegato p. s. Cassino che fornisca subito informazioni raccolte sul posto circa richiesta fattagli per nomina abate Montecassino, non comprendendo necessità sua gita abazia, ove non potrebbe che assumere notizie dai monaci interessati. Attendo da S. V. in giornata risultati informazioni al riguardo, richiesta telegramma espresso ieri – Prefetto».
Il giorno successivo il sottoprefetto Dursi da Sora finalmente fece pervenire, sempre in codice cifrato, le notizie richieste: «Monsignor Gregorio Diamare al secolo Diamare Vito nato Napoli 13 aprile 1865 si ha nel pubblico la più buona opinione in fatto di convincimenti idee politiche improntate attuali esigenze tempi moderni. Nel clero e pubblico poi riconoscimento civile nomina Diamare produrrà ottima impressione – Sottoprefetto Dursi».
Al termine del serrato carteggio telegrafico finalmente il prefetto il 29 luglio poté inviare le richieste informazioni al procuratore generale della Corte d’Appello di Napoli con un telegramma espresso che ripeteva pari pari il testo pervenutogli dal sottoprefetto.
Da questo momento la pratica seguì il normale iter presso gli uffici del ministero di Grazia e Giustizia di Roma. Il 13 agosto un Regio Decreto concesse il sospirato regio exequatur alla nomina di Gregorio Diamare “salve le leggi dello Stato e le ragioni dei terzi”; il 21 il ministro Macchiarelli ne diede notizia al prefetto di Terra di Lavoro; questi il giorno successivo fece altrettanto col sottoprefetto di Sora.
La comunicazione ufficiale, però, da parte della Procura Generale del Re presso la Corte d’Appello di Napoli al prefetto di Caserta si ebbe il 24 agosto: «Partecipo alla S. V. che in data 13 volgente mese si è rilasciato decreto di regio Exequatur su la provisione Pontificia con la quale al controscritto sacerdote fu conferita la nomina di Abate Ordinario della Badia Nullius di Montecassino – il Procuratore Generale».
A chiusura della vicenda burocratica leggiamo la lettera manoscritta del neo abate al prefetto: «Soprintendenza del Monumento Nazionale di Montecassino. N. 309 – 19 settembre 1909. Ho l’onore di partecipare alla S. V. Ill.ma che con Decreto Reale del 13 Agosto ultimo fu concesso il R. Exequatur alla Bolla Pontificia con la quale venivo chiamato a succedere all’Ill.mo Abate Krug di f. m. nel governo dell’Abbazia e Diocesi Nullius di Montecassino, e che con decreto Ministeriale del 4 corrente fui nominato Sopraintendente a questo Monumento Nazionale.
Nutro fiducia che la S. V. come ai miei predecessori vorrà essermi largo di benevolenza, e mi è grato assicurarla dei miei sentimenti di sincera e profonda stima e devozione – Gregorio Diamare O.S.B. – Abate Ordinario e Sopraintendente al M. N.».
Il 20 settembre il prefetto rispose esprimendo il suo “vivo compiacimento”; la presa di possesso ufficiale dell’alto incarico la si fa decorrere dal 29 ottobre 1909.
Come è noto, Gregorio Diamare fu nominato vescovo di Costanza d’Arabia il 12 marzo 1928; morì in S. Elia Fiumerapido il 6 settembre 1945, dopo aver dovuto assistere alla distruzione della casa del padre del santo Benedetto.

1 A..S.C., Prefettura – Gabinetto, B. 60, fasc. 673.

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