Studi Cassinati, anno 2007, n. 1.
Il prossimo 28 aprile nella chiesa di S. Antonio a Cassino, a 50 anni dalla sua morte, sarà commemorato il Maggiore Secondino Pagano, pluridecorato al valor militare.
Ci piace qui riproporne la figura.
Secondo Pagano nacque a Cassino, dove trascorse la sua adolescenza, l’11 febbraio 1918.
Compì gli studi classici presso il Liceo Ginnasio “Giosuè Carducci” di Cassino.
In quegli anni non trascurò l’esercizio fisico, che lo portò a raggiungere lusinghiere affermazioni in campo atletico provinciale e nazionale. Tipo gioviale, franco, sincero, profondamente buono aperto a quanti lo avvicinavano, era l’amico di tutti; la sua compagnia era contesa dai suoi coetanei, che in Lui trovavano il confidente generoso e comprensivo.
Entrò appena diciottenne all’Accademia Aeronautica di Caserta. Ne uscì due anni dopo con il brevetto di pilota, classificandosi tra i primi per abilità e preparazione professionale. Poco più che ventenne, già Tenente Pilota, fu chiamato a difendere la Patria, coinvolta nella seconda grande conflagrazione mondiale e venne destinato al fronte Greco-Albanese.
Effettuò numerosissime missioni di guerra su basi nemiche, distinguendosi sempre per perizia ed ardimento, tanto da meritarsi la medaglia d’argento al valor militare.
Venne, subito dopo, destinato a scortare convogli navali in Africa e ne ebbe altra decorazione al valor militare.
Per la Sua eccezionale perizia fu in seguito chiamato a far parte di un gruppo di piloti, che, preparati al ‘volo senza visibilità’, furono inviati ad eseguire bombardamenti notturni su Malta, baluardo nemico strenuamente difeso. Altra decorazione gli venne concessa sul campo.
Durante un’azione di guerra, colpito dall’antiaerea nemica, con uno dei due motori in fiamme, ferito al braccio destro, riuscì a far ritorno in patria e, con un atterraggio di fortuna in piena notte, a portare in salvo l’equipaggio: un solenne encomio e una proposta di promozione per merito di guerra, sancirono ancora una volta il suo valoroso comportamento.
Dopo alcuni mesi di degenza in ospedale, promosso Capitano, venne destinato, in qualità di istruttore di volo, presso l’Accademia Aeronautica, che solo pochi anni prima lo aveva visto allievo.
Dopo l’armistizio attraversò la linea del fronte e si presentò al Comando di Bari per essere assegnato all’aeroporto di Lecce, partecipando così alla guerra di liberazione.
Nel recarsi a Bari in missione con autocarro militare, fu investito da un mezzo pesante alleato, riportando, oltre a gravi ferite, la commozione cerebrale.
Durante la lunga convalescenza riprese gli studi e si laureò brillantemente in materie giuridiche presso l’Università di Napoli.
La sua passione per il volo lo portò in Somalia, come addetto aeronautico con compiti di particolare delicatezza a fianco della Commissione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. Promosso al grado di Maggiore pilota, fu assegnato prima, quale aiutante di volo del Generale Sgarlata, presso la Scuola specialisti di Caserta e poi destinato presso l’istituendo Centro Elicotteri di Frosinone, dove collaborò fattivamente alla costituzione del Centro stesso.
Per la sua eccezionale perizia fu prescelto ad eseguire voli dimostrativi in occasione della Fiera di Milano.
Egli compiva, con generosa dedizione, voli su voli, dimostrando l’utilità del nuovo mezzo che la tecnica moderna ha fornito all’uomo per favorire il progresso civile.
Alla chiusura della Fiera, avrebbe dovuto far rientro con il suo “SAMBA 23” alla base di Frosinone, ma il Comando Militare lo pose a disposizione del Sottosegretario di Stato alla Difesa, on. Bertinelli, per tentare un ardimentoso volo in alta montagna atto a dimostrare il possibile e utile impiego degli elicotteri in azioni di soccorso alpino.
La tragedia si consumò tra le gole del massiccio del Bernina (Pizzo Palù) il 28 aprile 1957: una pala dell’elicottero, forse per una turbolenza atmosferica, urtò un filo della teleferica precipitando da un’altezza di 150 metri. Con lui perse la vita l’Accademico dei CAI, Gino Bombardieri.
La Croce Rossa Italiana e il Club Alpino Italiano ricordano il maggiore Secondino Pagano come socio onorario perpetuo: ecco perché la sezione di Cassino è dedicata a lui. La Città di Cassino ha voluto intitolargli una strada del centro urbano, quella tra Piazza Diaz e Piazza XV Febbraio.
(400 Visualizzazioni)