Restaurata la Cappella di Palombara di Sant’Elia

 

Studi Cassinati, anno 2006, n. 4

di  Giovanni Petrucci

Il 30 settembre 2006, sabato pomeriggio, nella sala consiliare del Comune di S. Elia Fiumerapido, c’è stato un incontro tra gli Amministratori comunali e la popolazione: sono stati presentati ed illustrati i lavori di riparazione della Cappella di Palombara della contrada Croce, con pregevoli affreschi del secolo XIV, e da molti anni in uno stato di completo abbandono.
Erano presenti i Consiglieri comunali, moltissimi abitanti della contrada Croce, l’ex sindaco Fortunato Di Cicco, che diede inizio a tali lavori a carico delle casse comunali.
L’attuale Sindaco, dott. Fabio Violi, ha rivolto un caloroso saluto di benvenuto ai presenti e si è dichiarato lieto del ripristino della chiesetta, che vuole segnare quasi l’inizio di nuovi tempi per il paese; ha esposto le difficoltà per il reperimento degli ulteriori fondi necessari, l’interessamento della signora Liza Salvatore, che ha suggerito all’oriundo santeliano Franck Arciero l’opportunità di finanziare il completamento.
Questi, partito proprio dalla contrada Croce nel 1935, grazie alla sua ferrea volontà e alle ottime qualità imprenditoriali ha fatto fortuna negli Stati Uniti d’America, e non ha dimenticato la sua terra di origine alla quale ha voluto lasciare un segno del suo attaccamento e della sua memoria.
Il Sindaco Violi lo ha ringraziato per la generosità dimostrata verso questa terra di origine ed ha inviato anche i saluti al presidente del Comitato dei Santeliani all’estero.
L’arch. Giuseppe Picano, che ha curato la ristrutturazione, si è detto assai contento di trovarsi tra tanti amici a conclusione dei lavori non tanto perché professionista che ha prestato per essi la sua opera, quanto come santeliano, che vede di essere tornato in possesso di un bene che si stava perdendo; ha ricordato la magnanima donazione della cappella al Comune da parte della famiglia Gabriele, l’interesse e l’impegno delle Amministrazioni comunali, capeggiate dai sindaci Di Cicco e Violi, e il generoso aiuto economico del sig. Arciero.
Le condizioni della struttura erano fatiscenti, con i muri sconnessi ed una vegetazione spontanea che cresceva dal pavimento e la ricopriva tutta, l’intonaco dell’abside prossimo al distacco, l’accesso poco agevole se non impossibile.
È da considerare, egli ha soggiunto, che l’affresco della Palombara va visto insieme con gli altri della Chiesa di S. Maria Maggiore, di Valleluce, di Ognissanti, che costituiscono un patrimonio artistico di S. Elia e si è augurato che anche quest’ultima venga salvata dalla rovina che la minaccia.
Dai risultati ottenuti, prevediamo che si realizzerà quanto tutti hanno sempre desiderato, che cioè la cappella diverrà un centro di aggregazione delle famiglie che vivono in belle case sparse lungo la strada, in quanto molte hanno già espresso il desiderio di potervi entrare per recitare il S. Rosario, vedervi intorno un giardino con panchine dove sostare nelle ore pomeridiane.
La professoressa Maria Vittoria Gabriele ha esposto la storia della chiesetta ed ha spiegato i motivi della donazione al Comune, voluta concordemente da parte di tutta la sua famiglia.
Probabilmente essa, in seguito alle leggi eversive napoleoniche, fu acquistata, insieme con i terreni adiacenti, dalla famiglia Iucci. Negli anni ’50 la proprietà fu divisa, e a sua madre, Maria Iucci, toccò una parte. Suo padre, per assicurarne il possesso ad un unico proprietario, rilevò le quote dagli altri coeredi e pensò di riparare l’ambiente, ormai da anni sconsacrato e non più luogo di culto, e di utilizzarlo per fini sociali e culturali; infatti a quei tempi la contrada era molto popolata tanto che vi funzionavano alcune classi della scuola elementare e vi era una donna, vissuta in Francia, che insegnava la lingua ai ragazzi. La donazione quindi vuole essere quasi una sorta di adempimento della volontà del padre.
La contropartita era che il Comune di S. Elia dovesse intervenire con l’urgenza del caso, affidando la predisposizione dei lavori a professionista competente.
Adesso che l’opera è stata realizzata nel pieno rispetto delle richieste, sono soddisfatti e rassicurati per l’affresco recuperato l’Amministrazione, il Signor Arciero, la popolazione e soprattutto la famiglia Gabriele.
La professoressa si è quindi dilungata ad illustrare l’importanza della cappella rifacendosi al testo di Paola Mathis, che figura nel pregevole volume Affreschi in Valcomino e nel Cassinate, a cura di Giulia Orofino dell’Università di Cassino.
Sul posto, dove erano tutti i residenti ad attendere, la cerimonia si è conclusa con il taglio del nastro e con la benedizione di Don Remo Marandola. Un vario ed abbondante rinfresco, approntato dalle famiglie di Croce, ha allietato il pomeriggio; le sorelle Gabriele erano liete per aver donato, l’arch. Picano nel vedere realizzata la sua opera e l’emigrante santeliano all’estero appariva, tra tante persone allegre e festanti, assai commosso, ma fiero di ritrovarsi tra loro, alle quali rimane legato per aver contribuito a salvare dalla rovina del tempo la Madonna di Palombara.

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