Confini tra i Comuni di San Germano e Cervaro nel 1811 I territori di “Santa Maria dell’Ascenza”e della “Foresta”


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Studi Cassinati, anno 2006, n. 1

di Fernando Sidonio 

Il 2 agosto del 1806, regnante sul nostro territorio Giuseppe Napoleone Bonaparte, fu emanata la legge n. 130 sulla abolizione della feudalità1. In seguito il 13 febbraio del 1807 si ebbe un nuovo decreto che prevedeva, tra l’altro, la soppressione degli ordini religiosi, compresi quelli monastici di San Benedetto e San Bernardo (art. 1), con il conseguente trapasso di tutti i beni all’Amministrazione dei Reali Demani2. A tal riguardo scriveva il Tosti: ”Montecassino dopo tredici secoli, non per ferocia di barbari, non per furia di guerra, ma per trovati di nuovi legislatori, perì” 3. Inoltre con r. d. dell’8 Giugno 1807 di Giuseppe Bonaparte e 3 dicembre 1808 di Gioacchino Murat4, vennero fissati i criteri di ripartizione dei beni demaniali.
L’11 novembre 1807 fu costituita una Commissione Feudale per la gestione di tutte le controversie insorgenti tra i Comuni e gli ex baroni. A seguito delle leggi istitutive della suddetta commissione, r. d. del 23 ottobre 18095, furono nominati i Commissari Ripartitori i cui compiti consistevano nell’assegnare i demani comunali ai cittadini. La loro nomina era valida per due anni e le loro decisioni erano irrevocabili. Per il nostro territorio e per tutta la Terra di Lavoro fu nominato come Commissario Ripartitore Giacinto Martucci, Intendente di Teramo. Fu a seguito di queste ripartizioni che sorsero controversie tra i vari comuni dello ”Stato di San Germano”. Una di queste riguardava i limiti di confine tra il Comune di Cervaro ed il Comune di S. Germano (Cassino) e più precisamente le pertinenze dei territori della “Foresta” e di “S. Maria dell’Ascenza”. La controversia fu affidata al suddetto commissario ripartitore Giacinto Martucci, il quale, dopo un’indagine storica, compilò una ordinanza, che riportiamo integralmente6:
“Gioacchino Napoleone Re delle due Sicilie, Principe e Grande Ammiraglio di Francia – Giacinto Martucci intendente di Teramo Commissario incaricato della divisione dei Demani nelle Province di Napoli e Terra di Lavoro.
Ordinanza tra i Comuni di San Germano e Cervaro. Una quistione di confinazione si era elevata tra San Germano e il vicino Comune di Cervaro. Il primo soggetto della disputa cadeva sulli confini di S. Maria dell’Ascenza. Il secondo era relativo alla confinazione di Trocchio, che ha fatto sempre parte integrante del territorio di Cervaro. L’articolo della contesa per Trocchio avea per oggetto particolare la Foresta. Questa Foresta era una delle Antiche proprietà di Montecassino. Essa credevasi un demanio Ecclesiastico ed i Comuni ne pretendevano la divisione. Per le confinazioni le due parti se ne riportavano alle linee di demarcazione di Bernardo Abbate. Tutto si riduceva per conseguenza a riconoscere i punti marcati in questa antica confinazione. Il Commissario prima di pronunziare in materia ha voluto ricercare la natura della Foresta. E lungi di trovare per la medesima i caratteri della demanialità Ecclesiastica, egli ha incontrato invece le prove irrefragabili della sua allodialità, un istrumento del 14 Luglio 1694 assicura infatti che il Monastero di Montecassino comprò la Foresta da Giuseppe Pagliara di S. Germano che l’avea ereditata dai suoi maggiori. Ed un processo intentato in nome dei successori di Pagliara confirma, che questo bene è rivindicabile per motivi di nullità e di lesione. Cosicché mancato il soggetto reale della disputa per la indivisibilità intrinseca del territorio, l’affare dei confini è divenuto oggetto di indifferenza tra le parti, anche per la confessione spontanea degli abitanti di San Germano che trovano l’Arenaro per confine del loro Comune con Trocchio, e per l’assentimento degli abitanti di Cervaro, che non intendono oltrepassare Colle Vitolo nella loro ultima demarcazione con San Germano.
Il Commissario per conseguenza veduta la confinazione di Bernanrdo Abbate ugualmente invocata dalle parti per la rettifica dei loro confini, di cui il tenore è come siegue: “Secunda finis est Collis domni Mattei, et salit usque ad fossatum de Nucellis, et ascendit per viam antiquam usque ad palmentum de Calce, ed descendit in fossatum S. Mariae Ascensae, et vadit usque ad locum ubi dicitur le Petracquare deinde salit usque ad vadum de Vetica et pergit per serram usque ad locum qui dicitur Mons Paganus”.
Veduto il processo verbale da noi formato sull’oggetto in San Germano in data del 23 Aprile dell’anno corrente. Considerando che sulla Foresta, come sopra di un corpo evidentemente burgensatico non competono compensi per gli usi civici. Che l’Amministrazione dei Demani come posseditrice di questo corpo non puó essere da alcuno dei Comuni ricercata.
Considerando, che per la confinazione di S. Maria di Ascenza è luogo a sanzionare la verifica fatta sopra luogo in data 23 Aprile del corrente anno.
E che per la confinazione di Trocchio le parti medesime non hanno dissentito dalla confinazione in questi termini espressa nella Carta di Bernando Abbate “A prima parte incipiente ubi dicitur Rio Vernatico, sive Arenaro, et mergit per Forestam, et descendit in flumen Lyris.
A secunda parte incipiente ubi dicitur Ponte Marmoreo et ascendit per viam silicatam, et vadit ad Sanctam Mariam de Spiritu Sancto et directe vadit per ipsam viam, et vadit ad pontem Fagi, et salit ad Fossam de Latrone, et pergit ad locum qui dicitur Petra Vulchiacea, et salit per serram quae dicitur lo Cetolo, et descendit ad locum qui dicitur la Coscella, et intrat in viam publicam usque ad montem qui dicitur Porchia”.
Che nel senso di questa confinazione la Foresta è contenuta nell’Agro di Trocchio, che fa parte integrante del Territorio di Cervaro. Che questo è provato coll’Istrumento di acquisto del 1694 donde appare che la Foresta è messa nella parte del tenimento di Cervaro cui serve di confine l’Arenaro. Che i termini lapidei messi al Capo del Monte di Trocchio, lungi di servire le pretenzioni di San Germano, le contrariano. Perché se questi termini servissero di limite tra i due territori, essi sarebbero nei loro lati opposti marcati con delle lettere indicanti S. Germano da una parte e Cervaro dall’altra finché nel fatto non esistono che delle lettere indicanti solamente Cervaro e Trocchio. Che questi termini non indicano per conseguenza altra cosa se non i limiti della Foresta dalla parte del Demanio di Cervaro. Considerando soprabbondantemente che le stesse linee sono state seguite nell’atto del Catasto provvisorio dei due Comuni col consenso ed adesione delle parti interessate. Per queste considerazioni, decide e dichiara. Che la Foresta posseduta dal demanio come successore dei beni di Montecassino, e contenuta nell’ambito del territorio di Cervaro e Trocchio sia un corpo burgensatico su cui né a S.Germano né a Cervaro competono compensi per gli usi civici. Dichiara che la linea di confinazione tra il Comune di San Germano e quello di Cervaro dalla parte di S. Maria di Ascenza è come siegue.
Da S. Maria di Ascenza si siegue il vallone del Vollanito, arriva alla radice di Pescocupo sale a Pietracquara, da là segue per tutta la costa del Perazzo, serra di vado della Vetica, colle corvino e Case della Costa.
E dalla parte di Trocchio rimane determinata nel modo seguente:
Dal rivo Vernatico, ossia Arenaro per la Foresta e scende al fiume Liri. E dal ponte Marmoreo ascende per la via Selciata e va a S. Maria dello S(pirito) Santo e direttamente per la stessa via, va al ponte del Faggio, ed ascende alla fossa del Ladrone e sino al luogo che chiamasi Pietra Vulchiacea, e monta per la serra detta lo Cetolo e scende al luogo detto La Coscella, ed entra nella via pubblica sino al monte Porchia.
L’agente demaniale sig. Gaetano Corsetti è incaricato della esecuzione sotto la diligenza del Sig. Sotto Intendente del Distretto.
Fatto in San Germano li 7 Novembre 1811. firmato G. Martucci.
Ordiniamo e comandiamo a tutti gli uscieri che ne saranno richiesti di porre in esecuzione la presente ordinanza, ai nostri Procuratori Generali, ai nostri Procuratori presso i tribunali di Prima Istanza di darvi mano, ai nostri comandanti ed ufficiali della forza pubblica di prestarvi mano armata allorché ne saranno legalmente richiesti.
Per copia conforme. G. Martucci Commissario. Si registri.
S. Germano 23 novembre 1811”.

1 Pasquale Villani, La vendita dei beni dello Stato nel Regno di Napoli (1806-1815), Milano 1964; Luigi Fagiani , La Terra di S. Benedetto, Vol. III, Badia di Montecassino 1980. cap. II.
2 Ibidem.
3 Luigi Tosti “ Storia della Badia di Montecassino”, Pasqualucci, Roma 1890; Leccisotti-Avagliano “I Regesti dell’Archivio di Montecassino” vol. IX, pag. XXI.
4 Viviana Fontana, Studi Cassinati, Anno II, n. 2 (Giugno 2002).
5 Id., Archivio di Stato di Frosinone, Introduzione, al Registro Inventario “Affari Demaniali”.
6 Archivio di Stato di Frosinone, Affari Demaniali – Incarto di Cervaro – fascicolo n. 26.

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