San Donato Val di Comino: il soggiorno di Carolina Bonaparte e il primo servizio di diligenze


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Studi Cassinati, anno 2005, n. 3
di Ettore Volante
Dal mese di giugno fino ad agosto 1878, nel complesso edilizio denominato il “Convento”, in San Donato Val di Comino, soggiornò la principessa Anna Carolina Bonaparte, figlia di Girolamo, chiamata in famiglia Letizia, come la nonna materna, madre

di Napoleone Bonaparte.San Donato solo da qualche anno aveva assunto la denominazione odierna di S. Donato Val di Comino: il decreto regio del 12 dicembre 1862, in attuazione della delibera del Consiglio Comunale del 26 ottobre 1862, aveva consentito tale variazione per evitare confusione con altri comuni ugualmente denominati San Donato.Il soggiorno della principessa nel comune ciociaro fu determinato dalla necessità di consentirle un periodo di riposo per il recupero di un po’ di serenità in seguito ad una triste vicenda amorosa. Carolina aveva instaurato un rapporto sentimentale con un tenente dei Dragoni del regno di Napoli; tale rapporto fu fortemente osteggiato dalla famiglia. Per impedire che avesse seguito, il tenente fu mandato in Sicilia per una campagna di guerra, durante la quale l’ufficiale trovò la morte. Di qui la forte prostrazionepsicofisica della principessa.

Giunse a San Donato su interessamento del noto medico di malattie nervose, dott.Quintino Fabrizio, originario dello stesso luogo e comproprietario del palazzo detto il Convento.
Per l’occasione, con lo scopo di agevolare il soggiorno di Carolina, fu istituito il primo servizio pubblico con carrozze trainate da cavalli tra il paese e Cassino, due volte la settimana, sì da consentire lo scambio di corrispondenza con il regno borbonico, di cui San Donato allora faceva parte. Il servizio rimase poi in funzione in modo permanente fino agli inizi del ‘900, quan-
do fu sostituito da mezzi veicolari e poi dai più moderni autobus della ditta SACSA (Servizio Automobilistico Cassino Sora Atina). Durante il suo soggiorno a San Donato la principessa era solita fare escursioni fuori dell’abitato, per lo più verso le località Vorga e S. Paolo, su una lettiga portata da quattro addetti.
Le stanze dell’appartamento in cui fu ospitata, nell’ex convento, ora di proprietà dello scrivente e recentemente restaurato a sue spese, erano decorate con affreschi settecenteschi.L’edificio è interessante anche per il cortile interno la cui struttura poggia su colonne monolitiche di pietra che sorreggono la volta a crociera.
L’immobile, che risale al 1535, fu edificato per volontà della baronessa Ricci di Benevento, ricca e benestante, senza prole; fu concesso prima all’ordine dei frati Francescani, poi a quello dei Domenicani, infine a quello dei Carmelitani, per cui l’annessa
chiesa è intitolata a S. Antonio e alla Madonna del Carmelo.

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