EDITORIALE


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Studi Cassinati, anno 2004, n. 4

A chiusura, quasi, delle cerimonie commemorative per il sessantesimo anniversario della battaglia di Cassino/Montecassino, si è tenuto presso l’Aula Pacis (sottolineo “Pacis”) dell’Università di Cassino un convegno di alto spessore scientifico e celebrativo; se ne parla ampiamente in queste pagine. Un aspetto, però, va ulteriormente evidenziato. L’intervento del rappresentante dei reduci marocchini, prof. Ahmid Benhraalate, con il quale, per la prima volta, si sono riconosciute le pesanti responsabilità delle truppe nordafricane nei confronti della popolazione civile dei territori interessati dal passaggio del fronte nel basso Lazio, è passato pressoché inosservato. Le sue parole di scuse sono cadute in una sala semivuota, con l’assenza totale di autorità civili, religiose, militari e con una stampa a dir poco distratta. Per decenni si è gridato allo scandalo per l’indifferenza dello Stato nei confronti delle nostre “marocchinate”; sono stati scritti fiumi di parole e girati chilometri di filmati sull’argomento. Quando poi si arriva al momento di rendere giustizia, almeno dal punto di vista morale, tutti si dileguano. Alcuni dei presenti in sala hanno ritenuto che motivi di “convenienza” abbiano indotto i più a dissociarsi da una presenza alquanto scomoda quale quella del rappresentante dei marocchini. Personalmente preferisco pensare ad una non adeguata preparazione dell’evento dal punto di vista della comunicazione.
Si puó ben comprendere lo stato d’animo di chi ha subito quelle odiose violenze, ma sono trascorsi 60 anni da quei tragici fatti, ed è tempo di sopire i risentimenti e guardare ad un futuro di concordia nel quale quelle terribili cose non debbano più accadere. “La generazione di coloro che hanno combattuto sta scomparendo, è tempo di girare questa pagina della storia”, dice il prof. Benhraalate. Cassino è membro dell’associazione mondiale delle Città Martiri per la Pace ed è sede di raduni annuali di combattenti di entrambi i fronti che convengono qui per stringersi la mano in segno di riconquistata fratellanza. La pace la si è fatta anche con la Francia, che non perde occasione per rinfacciarci le nostre responsabilità nell’ultimo conflitto mondiale e che ha portato da noi quelle truppe di cui qui si parla. Perché non tendere la mano a chi riconosce le proprie responsabilità e viene a proporci di “dialogare insieme per le generazioni future”? Proprio in questa prospettiva nel mese di aprile ci sarà l’incontro tra una delegazione di studenti e professori di un liceo di Nizza, guidata dallo stesso prof. Benhraalate, ed il sindaco di Cassino, dott. Scittarelli; non mancherà una visita a Montecassino e all’abate Vescovo Bernardo. Questo dovrebbe essere l’avvio di una serie di relazioni che nel segno della pacificazione vuole gettare le basi per una più solida conoscenza e reciproca comprensione tra popoli anche distanti culturalmente.

e. p.

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