Studi Cassinati, anno 2001, n. 3
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Nasce a Verona il 17 febbraio 1912; padre ligure, madre milanese.
Si laurea in Lettere a Roma nell’anno accademico 1933/34 con una tesi presentata da G. Giglioli dal titolo “Casinum – Ricerche topografiche e storiche dalle origini al 529 d.C., successivamente pubblicata col titolo Casinum.
Assistente alla Cattedra di Topografia Antica nell’Università di Roma, nel 1940 è nominato Ispettore presso la Soprintendenza alle Antichità della Campania.
Dopo la guerra è dapprima Ispettore poi Direttore presso la Soprintendenza alle Antichità di Roma IV (Foro Romano e Palatino) fino al 1959.
Dal 1960 al 1968 è Soprintendente dello Stesso settore.
Dal 1968 al 1976 è Soprintendente alle Antichità di Roma.
Libero Docente di Topografia Romana presso l’Università di Roma.
Membro Ordinario dell’Istituto Archeologico Germanico.
Membro Ordinario dell’Istituto di Studi Romani.
Già Membro del Consiglio Superiore delle AA. BB. (1ª Sezione).
Membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione Internazionale di Archeologia Classica.
Membro dell’Union Académique International (addetto all’organizzazione e al controllo della Tabula Imperii).
Membro Onorario della Society of Antiquaries of London.
Muore a Roma il 6 dicembre 1990.
Tra le numerose attività di ricerca da lui condotte si ricordano in particolare:
A Roma: collaborazione alla Forma Urbis; scavi e ricerche nel Foro romano: Basilica Aemilia e Casa delle Vestali; scavi e ricerche sul Palatino; scavi e ricerche nella casa di Livia e nella zona repubblicana a sud-ovest della stessa casa; scavi nel Tempio di apollo; scoperta e scavo della casa di Augusto sul Palatino, della quale viene scientificamente dimostrata la connessione con il Tempio di Apollo.
FUORI ROMA: scavo del teatro romano di Cassino e di un sepolcreto dell’età del Ferro; scavi e ricerche in Sicilia per il rinvenimento della città di Alesa (1952, 1954, 1956); scavi e ricerche a Hierapolis di Frigia, in Turchia, rinvenimento del tempio di Apollo (1962, 1964, 1965).
Di tutte le ricerche sono state pubblicati i relativi risultati.
Tra le sue molteplici pubblicazioni si riportano qui solo quelle che riguardano Cassino.
– Un teatro di età augustea a Cassino, in Atti del V congr. di Studi Romani, 1939;
– Il teatro romano di Cassino, in Notizie Scavi, 1939;
– Casinum, “Italia Romana”, Ist. Studi Romani, 1940;
– Replica di una statua lisippea rinvenuta a Cassino, in Memorie Pontif. Accad. Romana d’Archeologia, 1942;
– Le fortificazioni medioevali di Cassino, in “Palladio”, 1952;
– Sepolcreto dell’età del Ferro scoperto a Cassino, in “Bull. Paletnol.” 67/68, 1958/59;
– Nuovi dati archeologici sulla popolazione preromana del Cassinate, nel volume in onore di A. Maiuri, 1966;
– voce “Cassino” nell’Enciclopedia dell’Arte Antica.
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Gianfilippo Carettoni ha legato in maniera indelebile il suo nome alla riscoperta e valorizzazione del teatro romano di Cassino. Gli scavi da lui effettuati nel 1936 e gli studi pubblicati successivamente, tra i quali spicca il saggio Casinum, opera fondamentale per la conoscenza dell’archeologia cassinate, ne fanno certamente un benemerito della città di Cassino. Tuttavia non molti sanno che all’impegno scientifico dello studioso si unì un altro cospicuo impegno economico della famiglia Carettoni.
In una noticina in calce alla prima pagina del libro Il teatro romano di Cassino, del 1939, si legge: “La zona del teatro, espropriata, venne donata al Comune da un privato che contribuì anche per un terzo alla spesa di scavo; gli altri due terzi furono assunti dall’Amministrazione Provinciale di Frosinone“.
È sempre parsa strana l’omissione del nome del prodigo “privato”. Conoscendo lo stile dell’insigne studioso ci si sarebbe aspettato che desse pubblicamente ragione di quell’atto di generosità indicandone l’autore.
Solo di recente, dopo aver preso visione delle carte relative a Cassino nell’archivio di casa Carettoni, tutto ci è apparso chiaro.
Nel 1934 Cassino rientrava nella competenza archeologica di Napoli. Il 13 gennaio di quell’anno il Soprintendente alle Antichità, prof. Amedeo Maiuri, intenzionato ad iniziare gli scavi nell’area del teatro romano, scrisse al Gr. Uff. Alessandro Carettoni, padre di Gianfilippo e uomo di spicco in quel tempo, di aver approntato una perizia tecnica per i lavori necessari alla sistemazione dell’area archeologica di Cassino. Tale perizia prevedeva una spesa di lire 50.000 per espropri dei terreni ed impianto del cantiere per lo scavo e la sistemazione del teatro; parte di quella somma sarebbe stata a carico del Carettoni, secondo precedenti accordi; il Ministero ed il comune avrebbero completato le opere di isolamento per l’anfiteatro e la tomba di Ummidia con un contributo di lire 85.000.
Il 20 aprile 1934 gli eredi di Angelo Pignatelli di Cassino (Ernestina, Giulio, Umberto e Antonio) vendettero al Comune la particella n. 179 (f. 31) di 11 are e 39 ca. relativa all’area del teatro romano, con atto n. 47 a firma del segretario comunale (registrato in Cassino il 2 ottobre al n. 231 – questo risulta dall’Archivio di Stato di Frosinone): si trattò solo di uno dei vari espropri.
L’importo di tale vendita e quelli relativi ad altri lotti confinanti furono saldati, almeno in parte, dalla famiglia Carettoni. Ce lo dimostra una lettera del Podestà Emilio di Giovanni ad Alessandro Carettoni in data 15 maggio; vale la pena riportarla: “Anche a nome della cittadinanza di Cassino, porgo a V. S. l’espressione del compiacimento più vivo e i ringraziamenti più fervidi per la generosa donazione di quanto sarà necessario per rimettere in luce i ruderi del Teatro Romano. L’offerta, che dimostra lo squisito amore di V.S. e del Suo Sig. figlio Gianfilippo per l’arte e la storia di Roma, è stata da me accettata con apposito atto deliberativo a forma di legge e perché ne rimanga durevole traccia. Con distinta stima – firma”.
Ulteriore conferma ci viene da una nota dell’Istituto Italiano di Credito Marittimo con cui si comunica che in data 18 maggio è stata prelevata dal conto del Carettoni la somma di 5.966.20 lire a favore dell’Esattoria di Cassino del Banco di S. Spirito: un ulteriore versamento di £. 10.000 è confermato da altre lettere del Maiuri in data 24 agosto e 13 settembre. Complessivamente il contributo del Carettoni sarà pari ad un terzo della spesa per la sistemazione del Teatro: è lo stesso Gianfilippo a confermarcelo nella citata nota del suo libro.
Ecco allora spiegata la ragione della mancata indicazione, da parte di Carettoni, del nome del generoso “privato”: non gli sembrò molto elegante rendere pubblico merito a se stesso e alla sua famiglia. In questo probabilmente fu condizionato anche dalla volontà del padre, il quale, tra l’altro, finanziò in maniera del tutto anonima i lavori di recupero del tempio di Vesta a Roma.
Ma quel gesto di estrema riservatezza non fu l’unico: nella storia del nostro Teatro figura una lettera del Ministero dell’Educazione Nazionale al Gr. Uff. Alessandro Carettoni che non richiede commenti: “Oggetto: Cassino = Esproprio = Scavi e sistemazione dei monumenti romani. Il Ministero nel ringraziare vivamente la S.V. per il generoso contributo erogato a favore della sistemazione dei monumenti romani di Cassino, assicura che, giusta il desiderio espresso da V. S., non verrà fatto alcun nome in un eventuale comunicato per la stampa“.
Siamo noi ora che contravveniamo a tale desiderio: ma ci pare doveroso.
Ma perché tanto interessamento di Alessandro Carettoni e suo figlio per i monumenti di Cassino? Possiamo solo ipotizzare che esso era connesso con gli studi di Gianfilippo, che in quell’anno si laureò presso l’Università di Roma con una tesi proprio sulle antichità della città. Tale interesse, poi, si concretizzò ulteriormente con gli incarichi ufficiali da parte della Soprintendenza.
Pubblichiamo queste note adottando l’espressione del podestà Di Giovanni: perché ne rimanga durevole traccia.
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