La cappella gentilizia di S. Anna. Anitrella e i Lucernari.


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«Studi Cassinati», anno 2018, n. 2
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di Marcello Ottaviani

Tra il 1829 e il 1836 nasceva ad Anitrella la Cartiera Lucernari1. Ben presto intorno ad essa, al mulino e al frantoio2, sulla destra del Liri, sorsero diverse case che formarono quella che col tempo si chiamò «Anitrella».

Tuttavia a questa comunità, che viveva del lavoro della cartiera e dei campi, mancava il luogo per pregare.

Papa Gregorio XVI con Breve del 13 febbraio 1836 diede facoltà a Francesco Lucernari di erigere una cappella, che fosse anche Oratorio Festivo. «La donazione venne incontro alle esigenze spirituali e logistiche della popolazione, che per assistere alle sacre funzioni, doveva percorrere molta strada impervia fino alla parrocchia di S. Pietro Apostolo di Monte San Giovanni Campano»3. Nel 1993 i Lucernari donarono la Cappella alla Parrocchia di Anitrella.

Cappella Lucernari S. Anna Anitrella 1836.

Cappella Lucernari S. Anna Anitrella 1836.

La cappella si compone di tre locali. Entrando ci troviamo nella chiesetta, che può ospitare seduti circa cinquanta fedeli. In fondo c’è l’altare, sulla parete sinistra di chi guarda l’altare si apriva il matroneo, riservato ai conti Lucernari e ai loro ospiti per assistere ai sacri riti. Ora l’apertura del matroneo è stata chiusa e al suo posto vi sono i resti mortali di Giovanni Battista Lucernari con una lapide4. Col passar degli anni gli abitanti del paese aumentarono, divenne problematico restare tutti nella chiesetta: allora, specialmente nella bella stagione, gli uomini restavano fuori, mentre le donne prendevano posto all’interno, anche se molte restavano in piedi ad ascoltare la messa. Sulla sinistra dell’ingresso, vi era l’entrata al matroneo, era anche l’ingresso della residenza di alcune suore, che curavano la cappella e gestivano un piccolo asilo infantile, oggi diremmo una scuola materna. Alla destra di chi guarda l’altare vi è un secondo locale, che in origine aveva un passaggio per andare nel cortile della adiacente cartiera. Le pareti di questo locale erano ricoperte di ex voto di S. Anna, che ora sono nella Sagrestia; vi era un organo a pedali e un confessionale; su una parete si fa notare una grande lastra di marmo, che ricorda il dono da parte dei Lucernari della cappella e della statua di S. Anna alla Comunità Anitrellese. Vi è infine una terza stanza, che funge da sacrestia, nella quale sono conservati gli arredi sacri, le pianete, alcune preziose, e tutto ciò che serve per le sacre funzioni. Le pareti sono ricoperte di ex voto offerti a S. Anna.

La Cappella che i Lucernari edificarono venne dedicata a S. Anna e si chiama, appunto, «Cappella S. Anna»5. Non sappiamo con certezza, perché i Lucernari abbiano scelto la madre di Maria quale protettrice di Anitrella6. La ragione più semplice e plausibile potrebbe essere il culto di questa santa in Vaticano. I Lucernari appartenevano all’aristocrazia papalina e S. Anna è stata sempre molto venerata nel Vaticano: una delle chiese parrocchiali è «Sant’Anna dei Palafrenieri», una bella chiesa del Vignola. I «Palafrenieri» erano gentiluomini e nobili addetti alla corte vaticana con incarichi di fiducia: Francesco Lucernari era capitano delle Guardie Nobili dello Stato Pontificio. Potrebbe però esserci un secondo motivo, cioè il ruolo che S. Anna ha nella religione cristiana: S. Anna diede alla luce felicemente Maria, la Madonna, in età avanzata ed è diventata la soccorritrice delle partorienti e delle giovani spose.

La Cappella Lucernari nella settimana di festa (S. Anna cade il 26 luglio), specialmente nei decenni passati, si riempiva di fedeli, in maggioranza ragazze, giovani spose e partorienti. I canti si levavano fervorosi verso il simulacro della Santa; molti fedeli si accostavano all’altare in ginocchio; i ceri offerti erano numerosi, aleggiava nella piccola chiesa un’atmosfera di grande religiosità, ingenua e istintiva.

Anche leggende, miracoli e fatti straordinari si tramandano su S. Anna di Anitrella: nella settimana a lei dedicata, ma in particolare il 26 luglio, era sconsigliato mancarle di rispetto lavorando, o fare il bagno nel Liri.

Processione di S. Anna (1909).

Processione di S. Anna (1909).

Un racconto particolare riguarda il «Vitarello», lo slargo circolare del fiume, dopo il «Rajo», la strettoia dopo il ponte che porta ad Anitrella.

Viene raccontato che un contadino il 26 luglio di tanti anni fa trebbiava con i buoi il grano sull’aia, di fronte alla Mola dell’Anatrella. Sudava, frustava le bestie e bestemmiava S. Anna. Improvvisamente la terra tremò, l’intera aia sprofondò in basso nel fiume, facendo perire con i buoi il blasfemo contadino. Dice ancora la leggenda che a volte, miste al frastuono della corrente e al rumore del vento, si sentono ancora le grida disperate del contadino e i muggiti dei buoi.

Abbiamo scritto che la Cappella S. Anna fu frequentata dai fedeli fin dalla sua istituzione nel 1836. Il momento del parto, specialmente in passato, era il più difficile per le donne: l’assistenza della levatrice, a volte del medico, non bastava a rassicurare la partoriente, spesso il panico attanagliava le puerpere. Come sarebbe stato il parto? Come si presentava il nascituro? Si presentava con i piedi in avanti? Era normale? Era sano? A tutte queste domande angosciose, né la levatrice, né il medico, potevano dare risposte: l’unica, grande, potente, soprannaturale soccorritrice era la madre di Maria, Sant’Anna, a cui ci si rivolgeva con fiducia.

Sacrestia Cappella S. Anna.

Sacrestia Cappella S. Anna.

Strettamente legato al culto di S. Anna perciò è la raccolta di ex voto7 conservati nella Sacrestia della Cappella. Le donne che avevano avuto fiducia nella Santa e il cui parto si era concluso felicemente, come ringraziamento offrivano un quadro d’argento, un ex voto. Il dono può essere per un parto andato bene, ma anche per un figlio o una figlia nati sani: non si deve dimenticare che in passato la poliomelite segnava per tutta la vita tante persone!

Gli ex voto sono di due tipi: tavolette dipinte; quadro con cuore d’argento con la scritta PG o PGR (Per Grazia o Per Grazia Ricevuta). Al primo gruppo appartengono quadri dipinti, che col passare del tempo hanno acquistato un certo valore, oltre che religioso, anche artistico e culturale8. Al secondo gruppo appartengono gli ex voto, che più spesso troviamo nelle nostre chiese, costituiti da un quadro con un cuore a sbalzo argentato, un cartoncino con notizie sul «vovente» (chi fa il voto), la fotografia di quest’ultimo e la motivazione del dono.

Ex voto a S. Anna di Anitrella 1951.

Ex voto a S. Anna di Anitrella 1951.

Gli ex voto della Cappella S. Anna di Anitrella, circa sessanta, appartengono a questo secondo gruppo e vanno dal 1919 al 1971. Non si sa il destino di quelli donati prima del 1919.

Questi ex voto hanno poco di artistico in senso stretto, generalmente i voventi non si rivolgono nemmeno alle persone colte per farsi scrivere il cartoncino con la dedica; si adopera ciò che si trova in casa, un quaderno o un foglio di carta, nella maggior parte dei casi gli offerenti appartengono al ceto operaio o contadino, la scrittura è elementare, a volte stentata e incerta. Scorrendo questi quadri però è possibile vedere le trasformazioni della società, dei costumi, dell’abbigliamento.

Ciò che dobbiamo sottolineare è la fede sincera delle persone, che si rivolgono alla Santa per essere soccorse, trovandosi in situazioni difficili, a volte disperate: sono una testimonianza di fede cristiana e uno specchio di quella che era la società passata.

Vanno, con la Cappella S. Anna, custoditi gelosamente.

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NOTE

* Ringrazio l’ex parroco della Parrocchia S. Anna di Anitrella, padre Serafino Ciardi per avermi permesso le visite alla Cappella e agli ex voto. Ringrazio Rita e Franco Camillacci che cortesemente sempre hanno aperto la Cappella per le mie ricerche.

1 M. Ottaviani, Cartiera Piccardo di Fontana Liri, 2010, con notizie e bibliografia sui Lucernari e la loro cartiera. I conti Lucernari di Monte S. Giovanni (Anitrella) sono stati Giovan Battista (1741-1822), Francesco senior (1770-1841), Valentino (1834-1902), Francesco junior (1863-1924), Ferdinando (1889-1962), Giacomo (1923-…).

2 Cfr. M. Ottaviani, Mola detta dell’«Anatrella», in «Studi Cassinati», anno XII, n. 4, ottobre-dicembre 2012, pp. 286-292 e Id., La Pesach del popolo eletto, in «Studi Cassinati», anno XIV, n. 2, aprile-giugno 2014, pp. 89-91.

3 A. Chiappelli, Sant’Anna e Anitrella, 1997, p. 51.

4 La lapide che lo riguarda recita: «Conte Giovan Battista Lucernari Roma 1741-Monte San Giovanni 28.01.1822 “Di spiccato e raffinato intuito per l’industria moderna seppe dare lui con i suoi discendenti benessere a numerose famiglie unendo religione e lavoro” La Comunità di Anitrella riconoscente pose Anno Domini 28.01.2011».

5 Di Anna, madre di Maria, non troviamo notizie nei Vangeli Sinottici, dobbiamo attingere ai Vangeli Apocrifi (M. Craveri, a cura di, I Vangeli Apocrifi, Einaudi, Torino, 2014): sia il Protovangelo di Giacomo, che il Vangelo dello Pseudo-Matteo e il Vangelo dell’Infanzia armeno, ne parlano diffusamente. Gioacchino era un ebreo molto ricco, proprietario di numerose greggi di pecore e capre e numerose mandrie di buoi. Un giorno si recò nel Tempio di Gerusalemme per presentare le offerte al Signore, ma Ruben, uno scriba, lo rimproverò, poiché le sue offerte non erano gradite al Signore, non avendo generato alcun discendente. Infatti era sposato da vent’anni con Anna, ma non aveva figli. Gioacchino, turbato e offeso, uscì dal Tempio e decise di non tornare a casa da sua moglie. Con le greggi e i servi si ritirò nel deserto. Anna era doppiamente preoccupata, sia per la scomparsa del marito, che per la sua sterilità. Ma le apparve un angelo, che l’avvertì che il Signore aveva dato ascolto alle sue preghiere e che avrebbe messo al mondo un figlio. Anche Gioacchino fu avvertito da un angelo, per cui si mise in cammino con le greggi e i servi e dopo trenta giorni incontrò Anna sulla Porta Aurea (non si ha alcuna notizia storica di questa porta di Gerusalemme, n.d.a.). Gli sposi decisero di dedicare il figlio nascituro al Tempio. Anna mise alla luce una bambina, alla quale mise nome Maria. Compiuti tre anni, Maria fu condotta al Tempio di Gerusalemme e vi rimase fino ai quattordici anni.

6 A. Chiappelli, Sant’Anna … cit., p. 52.

7 Per un primo approccio alla conoscenza degli ex voto cfr. AA. VV., L’immagine che parla, Electa, 1987; per la conoscenza degli ex voto del Lazio: C. Peluso, E. Silvestrini, La pittura votiva nel Lazio, in L’immagine che parla, Banca Provinciale Lombarda, Bergamo 1987.

8 Nella nostra provincia, Frosinone, non vi è una catalogazione sistematica e capillare degli ex voto. Si conoscono ex voto su tavoletta dipinta a S. Donato Val Comino (Santuario di S. Donato, tre quadretti), a Gallinaro (San Gerardo), Supino, Monte Autore (Santuario della SS. Trinità), Alatri (Santuario della Madonna della Libera), Settefrati (Santuario della Madonna di Canneto), Fontana Liri (Santuario della Madonna di Loreto o Madonna Graziana). Sugli ex voto su tavolette dipinte del Santuario della Madonna di Loreto di Fontana Liri, cfr. M. Ottaviani, Gli ex voto del Santuario della Madonna di Loreto a Fontana Liri (FR), in «Quaderni Coldragonesi 7», Comune di Colfelice, Colfelice 2017.

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