Gruppo di monaci in un interno

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«Studi Cassinati», anno 2018, n. 3
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di Alberto Mangiante

Citando il titolo del bel film di Visconti Gruppo di famiglia in un interno, questa foto in albumina presenta il gotha dei monaci di Montecassino negli anni che precedettero le nuove leggi soppressive del 7 luglio 1866 e del 15 agosto 1867 che privarono il monastero cassinese di ogni potere, sia giuridico sia economico.

Alcuni elementi sulla possibile datazione della foto provengono dall’opera di Andrea Caravita «I codici e le arti a Montecassino»1 in cui l’autore descrive i lavori di restauro degli affreschi della Basilica e della Cripta per mano del pittore napoletano Gioacchino Scognamiglio e di suo figlio Carlo, quest’ultimo uno dei protagonisti della foto. Sempre secondo la cronaca del Caravita, questi lavori di restauro si svolsero negli anni immediatamente successivi all’Unità d’Italia e prima delle leggi soppressive del 1866.

Di alcuni personaggi è possibile conoscere l’identità grazie alla citazione del nome presente nella foto, di altri, invece, si possono fare delle ipotesi.

01 Mangiante

n. 1: Questo personaggio, di cui non è segnato il nome sulla foto, potrebbe essere dom Carlo II M. de Vera d’Aragona da Napoli abate di Montecassino dal 1863 al 1871.

n. 2: Cesare Quandel2 (1837-1880) monaco e studioso di paleografia, successe al Caravita come archivista. In particolare lavorò all’edizione de Il codice cassinese della Divina Commedia, Montecassino 1865, e all’edizione del commento alla Regola di San Benedetto dato alla luce nel 1880 in occasione del XIV centenario della nascita del Santo.

n. 3: dom Bertario.

n. 4: dom Andrea Caravita (1824-1875) archivista di Montecassino, paleografo e storico dell’arte. La sua opera più importante è rappresentata da I codici e le arti a Montecassino in tre volumi pubblicata tra il 1869 e il 1870.

n. 5: dom Michele Pappalettere3 direttore della tipografia.

n. 6: dom Bovio abate. Per la possibile datazione della foto si può escludere che il personaggio ritratto sia Luigi Bovio da Bitonto (abate dal 1821 al 1828)4. Dovrebbe trattarsi, invece, di Vincenzo Bovio o Bove, monaco e pittore di Montecassino. Nipote di Luigi Bovio, fu nominato professo nel 1830. Divenne priore a Subiaco e a Santaseverina e poi nel 1868 fece ritorno a Montecassino dove gli fu conferita la nomina di abate titolare del monastero di San Matteo Servorum Dei a quell’epoca già diruto. Si spense a Montecassino nel 1889.

n. 8: il pittore Carlo Scognamiglio5 figlio dell’artista napoletano Gioacchino Scognamiglio. Quest’ultimo era stato chiamato, proprio con suo figlio Carlo, per lavorare al restauro delle pitture e degli affreschi della Basilica e della Cripta6. Il lavoro di maggior pazienza e arte fu il restauro dell’opera di Luca Giordano sulla porta della chiesa che appariva rovinato in più punti. Anche la cripta versava in cattive condizioni, infatti gli affreschi, opera di Marco da Pino, erano coperti da cenere o rovinati dall’umidità.

n. 9: fra Giovanni farmacista dell’abbazia.

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NOTE

1 A. Caravita, I codici e le arti a Montecassino, Montecassino 1870, vol. 2, pagg. 597-601.
2 Fratello di dom Giuseppe Quandel abate di Montecassino dal 1896 al 1897.
3 Fratello di dom Simplicio III Pappalettere da Barletta, abate dal 1858 al 1863.
4 Francesco di Paolo, vero nome di Luigi Bovio, nacque a Bitonto nel 1774. Nel 1795 veste per la prima volta l’abito benedettino nel monastero di Montecassino, cambiando il nome in quello di Luigi. Tra il 1821 e il 1828 fu abate del monastero cassinese e nel 1828 divenne Abate ordinario della Ss. Trinità a Cava dei Tirreni. Qui restò solo un anno e nel 1829 ricoprì il suo ultimo incarico diventando vescovo della diocesi di Melfi-Rapolla. Morì il 6 novembre del 1847 e fu sepolto nella cattedrale di Melfi da lui restaurata e abbellita.
5 Della sua vita e della sua produzione artistica si conosce ben poco. Nel 1846 era probabilmente iscritto all’Istituto delle Belle Arti di Napoli e alcuni suoi quadri sono datati agli anni ’70 e ’80 dell’Ottocento.
6 A. Caravita, I codici e le arti … cit.

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