La scomparsa del presidente onorario del Cdsc-Aps preside Giovanni Petrucci (A. Poggi-gdac).

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«Studi Cassinati», anno 2022, n. 1
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Giovanni Petrucci (Sant’Elia Fiumerapido 7 agosto 1930 – Cassino 20 marzo 2022)

– Secondogenito di Antonio Petrucci e Restituta Fragnoli
– Laureato in Lettere Classiche presso l’Università degli Studi di Napoli nel 1956
– Docente di Lettere (Italiano e Latino) e poi Preside di Scuola Media Inferiore dal 1974 al 1996
– Coniugato con Giuseppina Simonetti, nell’agosto 1962
– Padre di Andrea e Caterina

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 Elogi funebri – Sant’Elia Fiumerapido – 22 marzo 2022

A nome della famiglia e dei figli voglio ricordare brevemente la vita di mio zio, ricambiando la cortesia e l’affetto che ha avuto per tutti noi.

Possiamo schematicamente suddividere la sua vita in quattro fasi:

1) infanzia e adolescenza (percorsa da eventi terrificanti come la Seconda guerra mondiale): la sua infanzia era trascorsa nella casa dei nonni paterni, in Via Angelo Santilli, insieme con la sorella maggiore Elide. Il nonno paterno, Pietro, aveva un forno, molto rinomato. Pochi anni dopo il matrimonio la famiglia si trasferì nella casa dei genitori di lei, Andrea Fragnoli e Caterina Di Ponio “fuori la porta”, in Piazza Risi. Nella nuova casa nacque, successivamente, Maria Cristina. Gli anni della fanciullezza coincisero con l’avvento del fascismo e Giovanni si trovò, ben presto, in divisa da balilla, a partecipare alle adunanze e alle esercitazioni. Con l’inizio della guerra la situazione precipitò e presto Giovanni, con la sua famiglia, si trovò ad assistere, in prima persona e da un posto privilegiato, in prima fila, agli eventi della guerra, soprattutto alle tragiche vicissitudini della distruzione di Montecassino, Cassino e altri paesi, che si trovavano sulla linea Gustav. I bombardamenti, le uccisioni, il rifugio in montagna e lo sfollamento a Venafro sono episodi che molti dei presenti hanno sentito raccontare dai loro genitori, nonni e parenti. Proprio qualche giorno fa mio zio, in uno degli ultimi sprazzi di vitalità, mi raccontava di quando, rannicchiato a fianco del padre e del nonno Andrea, da una radura di Campo di Manno, vide una scia luminosa e un grande botto; la distruzione di Montecassino. Nonno Andrea piangeva. Questo è uno dei tanti episodi che mia madre, mio zio e i nonni raccontavano continuamente e che hanno forgiato la mentalità di noi nipoti, come di tanti altri bambini e adulti dell’Italia post-bellica. Quello che per mia madre e mio zio era forse una maniera di esorcizzare il passato, è diventato poi ragione di vita per mio zio, soprattutto quando, appena andato in pensione, decise di dedicarsi a raccogliere la storia del suo paese, non solo i racconti di guerra, ma anche la storia più antica (Angelo Santilli, Vincenzo Pomella, Leonardo Palombo, i briganti, i monaci benedettini, la Cartiera di Sant’Elia), gli usi e i costumi. Fondò, con Emilio Pistilli nel 1998, il «Centro Documentazione e Studi Cassinati» e collaborò attivamente con l’Associazione «La valle di Clia» dell’Olivella, prendendo parte, con lo storico Sabatino Di Cicco, ai rilievi storici su Valleluce nonché a varie iniziative del Comune di Sant’Elia Fiumerapido. Rilevanti i suoi studi su Giuseppe e Francesco Antonio Picano, artisti della scuola napoletana del ‘700, dei quali ha contribuito a fare la riscoperta.

2) giovinezza: divisa tra gli studi, la laurea, ma anche la frequenza del laboratorio di falegname del padre Antonio (Iuccio), parte attiva con gli operai e gli apprendisti, Nicola, Orazio, Salvatore, Mimì e tanti altri, con i quali condivideva il lavoro, particolarmente all’epoca del restauro dei cori di Sant’Anna e del Capitolo di Montecassino;

3) carriera professionale: dopo il servizio militare (e in qualche caso anche prima) prese servizio come Docente di italiano e latino presso le Scuole medie di Alatri, Vallerotonda, dove conobbe la futura moglie, Giuseppina (Pina) Simonetti, e Atina Inferiore. Nel 1974 vinse il concorso per Preside e svolse il suo incarico prima alla Scuola Media di Sant’Elia-Vallerotonda e poi alla Scuola Media Conte di Cassino, completando la carriera alla Scuola Media Di Biasio di Cassino;

4) attività di studioso: erudito e appassionato di storia e di arte, coltivata per tutta la vita e portata avanti con grande forza e impegno, fino agli ultimi giorni di vita. Mescolate a tutto questo la collaborazione con il padre falegname, i rapporti con l’Abate di Montecassino, influenzati dalla presenza di mio padre, Giuseppe Poggi, che si era aggiunto alla famiglia, la ricostruzione dei due cori, l’amicizia e la collaborazione con i monaci, Don Angelo Pantoni, Don Luigi De Sario, l’archivista Don Faustino Avagliano e il bibliotecario Don Gregorio Di Francesco. Qui a Sant’Elia intratteneva importanti collaborazioni con Don Remo e l’architetto Giuseppe Picano. Un posto a parte merita il sodalizio con Emilio Pistilli e il «Centro Documentazione e Studi Cassinati», da loro fondato e rappresentato qui dal presidente De Angelis-Curtis.

Più forte di tutto era l’attaccamento alla famiglia, l’amore incondizionato per Pina e i figli e, più tardi l’affettuosa assistenza alla moglie malata, i rapporti con i genitori, con le sorelle e i loro mariti, le sorelle della moglie, i nipoti e i pronipoti, la convivialità, la capacità di interessarsi di tutto e di tutti, il rigore e la serietà come insegnante e Preside, ma anche la comprensione dei problemi dei ragazzi e la grande umanità. Un educatore e un padre, un erudito e un curioso della vita.

In queste poche ore dalla sua scomparsa sono passate tante persone a salutarlo anche se sui manifesti c’era scritto “si dispensa dalle visite” e tanti hanno scritto e telefonato o ci hanno fermati per strada, testimoni di una vita impegnata non solo a studiare, ma anche a capire gli altri e ad educarli. Una vita ben spesa.

Andrea e Caterina, con l’aiuto di noi cugini, se vorranno, continueranno per la strada indicata dal padre.

Mi mancheranno le telefonate, le richieste più strane, di ricerche su internet su personaggi e cose, alle quali ho sempre cercato di rispondere, e l’affetto, nascosto da una bonaria ironia, con la consapevolezza che se il mondo non andava come lui voleva, almeno lui ci aveva provato…

Arrivederci, zio Giovanni! Riposa in pace… in Paradiso ti accolgano gli Angeli

                                                                                                                                     Andreina Poggi

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Porgo alla famiglia Petrucci le condoglianze più sentite, care sincere a nome del Centro Documentazione e Studi Cassinati.

Il preside Giovanni Petrucci è stata una delle colonne portanti del Cdsc, è stato uno dei soci fondatori del Cdsc che ha accompagnato Emilio Pistilli e tutti gli altri ardimentosi promotori che nel 1998 dettero vita al sodalizio. Giovanni Petrucci ha avuto modo così di offrire il suo fondamentale contributo nella duplice qualità sia di ricercatore storico che di responsabile dell’associazione assumendo di volta in volta incarichi ai più alti livelli: fin dall’inizio è stato vicepresidente del Cdsc e vicedirettore di «Studi Cassinati», poi l’Assembla dei soci nell’autunno del 2007 lo elesse a presidente del Cdsc, carica che ha mantenuto per un triennio, appunto dal 2007 fino al 23 novembre 2010.

Numerose e varie sono state le attività svolte da Giovanni Petrucci in quel triennio nel suo ruolo di presidente:

– con Giovanni Petrucci ha avuto inizio a Cassino, ad esempio, la commemorazione del 10 settembre, data del primo bombardamento della città martire, con la celebrazione di una Santa Messa di suffragio che fa seguito alla manifestazione del mattino con il lugubre suono della sirena e che non avremmo mai voluto riascoltare in nessun’altra città d’Europa e del mondo come sta avvenendo purtroppo in questi giorni;

– varie e importanti le mostre fotografiche organizzate da Giovanni Petrucci e dai soci del Cdsc in quel triennio con immagini dal passato, della città dell’anteguerra, della vecchia funivia, del teatro Manzoni;

– altrettanto numerosi e importanti i convegni e le presentazioni di libri e volumi cui prese parte Giovanni Petrucci in quel triennio, così come varie, diversificate e motivate le proposte di intitolazione di strade ed edifici pubblici a cittadini benemeriti.

Nel corso della sua vita Giovanni Petrucci ha provveduto a pubblicare una ventina di volumi, a partire dal 1979 e fino a pochi giorni fa, mentre sono un centinaio gli articoli apparsi su «Studi Cassinati» e su altre riviste.

Il tema assolutamente principale, presente al 99% delle sue ricerche e dei suoi scritti ha riguardato un argomento e cioè Sant’Elia Fiumerapido a dimostrazione del profondo senso di appartenenza, del forte attaccamento, dello sviscerato amore che Giovanni Petrucci ha nutrito nel corso di tutta la sua vita per la sua terra d’origine.

Ricerche, indagini, studi, approfondimenti hanno riguardato molteplici sfaccettature di Sant’Elia Fiumerapido:

– la storia del territorio del capoluogo, di Olivella, di Casalucense, dei suoi figli più illustri (Angelo Santilli, Vincenzo Pomella, padre Leonardo Palombo, Francescantonio Picano, Giuseppe Picano);

– le attività produttive, quelle cioè dei valcatori e dell’industria cartaria;

– e poi l’istruzione, i fenomeni sociali come il brigantaggio, l’arte e gli artisti (pittori, musicisti),

le chiese, il passaggio della guerra con i suoi tragici riflessi sulla popolazione locale, il fiume Rapido, il patrimonio archeologico, gli aspetti sanitari, le malattie infettive, gli stemmi i ponti e molti altri aspetti.

Proprio per questa benemerita attività scientifica lo ricordiamo quando il 15 maggio 2018, in occasione del 170° anniversario della morte del filosofo santeliano Angelo Santilli, il Comune di Sant’Elia volle rendere omaggio agli storici locali e consegnare a Giovanni Petrucci, oltre che a Sabatino Di Cicco, degli attestati di riconoscimento.

Il triennio di presidenza del Cdsc di Giovanni Petrucci ebbe termine, come già ricordato, il 23 novembre 2010 e nell’ambito del rinnovo delle cariche sociali ho avuto l’onore di subentrare al preside Petrucci come presidente del Cdsc.

Ma il mio legame affettivo con il preside Petrucci è molto più antico. Innanzi tutto per il suo ruolo di educatore, di istitutore che mi ricordava mio padre, tutti e due presidi di Scuola Media, a capo di istituzioni scolastiche diverse da quelle di oggi, chiamati a presiedere la scuola non a dirigere la scuola come fosse un’azienda.

Una delle prime volte in assoluto in cui ebbi modo di presentare dei lavori storico-scientifici di Giovanni Petrucci fu proprio quando mi furono affidate le conclusioni della tavola rotonda nell’ambito della presentazione di due suoi volumi avvenuta il 23 maggio 2003 nei locali della Casa dell’emigrante. In quell’occasione, c’era anche l’indimenticabile don Faustino Avagliano, furono presentati due volumi editi dalle Pubblicazioni cassinesi di Montecassino: il primo su Sant’Elia e il fiume Rapido il secondo su Il brigantaggio postunitario a Sant’Elia Fiumerapido ed ecco che non più di una decina di giorni fa Giovanni Petrucci ci ha fatto recapitare la sua ultima ricerca storica confluita in una pubblicazione dal titolo Il brigantaggio in Sant’Elia Fiumerapido prima e dopo l’Unità uno studio che continua e completa quello di vent’anni or sono.

Voglio ringraziare, in conclusione, il preside Giovanni Petrucci per aver voluto donare a tutti noi la sua amicizia.

                                                                                                                           Gaetano de Angelis-Curtis

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