Ciao Luigi!


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«Studi Cassinati», anno 2022, n. 3
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Il dott. Luigi Di Cioccio in uno schizzo del prof. Antonio Di Zazzo suo grande amico e collaboratore.

In questi tempi procellosi per cause umane e naturali, alle quali, peraltro, gli umani non mancano di dare il loro concreto, disinteressato e consistente contributo, è accaduto anche che partisse per quel lungo viaggio, del quale si è soliti dire un gran bene, l’amico Luigino. Ovvero il dott. Luigi Di Cioccio. Un medico che aveva dedicato tutto se stesso agli anziani – anche a mia madre, lui giovane medico alle prime armi -, uno status che, se dobbiamo dar credito ad una recente proposta che arriva proprio dal Congresso nazionale della Società Italiana di Geriatria e di Gerontologia, ben nota a Luigi, della quale era elemento vitale, s’intende aggiornare portando a 75 anni l’età ideale per definire una persona anziana.

Ebbene, per un pelo – è morto, infatti, che di anni ne aveva 74 – Luigi non ce l’ha fatta ad entrare in quel mondo cui aveva dedicato anima e corpo, ad esempio creando ad Aquino non solo il Centro Geriatrico e l’Associazione Anziani «Terra di San Tommaso» ma, soprattutto, la serie dei Congressi Nazionali dei Geriatrici intitolati al «Dottore Angelico» con i quali privilegiò sempre Aquino localizzandoli in quel gioiello che è la chiesa della Madonna della Libera.

Fu medico appassionato – non per niente fu più volte presidente dell’Ordine provinciale dei Medici, presidente nazionale dell’Ordine dei Geriatri Ospedalieri, primario di Geriatria, “fondatore” della gastroenterologia a Cassino –  uomo di chiesa, ma non bigotto, che a Montecassino, Casamari e Trisulti, era, come dire, di casa, con un particolare affetto per quel suo zio sacerdote, don Angelo, del quale ripubblicò alcuni scritti nel ventesimo anniversario della scomparsa dedicando il lavoro a papà Giuseppe.

Luigi precisava nella presentazione che si trattava non solo di «un omaggio ed un ricordo ad un educatore di diverse generazioni» ma, soprattutto, «di un grazie per quanto ha rappresentato direttamente nei primi anni della mia formazione, che mi ha visto per cinque anni giovane scolaretto delle elementari di Fontana Liri Superiore, dove per tre anni ho avuto come Maestro l’archeologo e storico prof. Antonio Giannetti»1.

Fu anche docente universitario e fece anche un tentativo per entrare nel mondo della politica che, però, Castrocielo non gradì (purtroppo, o grazie a Dio?). Così come non disdegnava impegnarsi personalmente, addirittura con pala e piccone, quando le circostanze lo richiedevano: in tal senso, c’è una foto in quel suo libro di cui tra poco si dirà che lo ritrae, con altri, nell’antica chiesa di Santa Lucia ad indagare tra le antiche sepolture in essa conservate.

Autore di oltre centocinquanta pubblicazioni scientifiche e di altre di diversa natura – pubblicò alcune cose anche su «Studi Cassinati», essendo peraltro socio del C.D.S.C. – non mancò di interessarsi anche a quella che una volta si chiamava ‘storia patria’. E siccome lui di patrie ne aveva due, cioè Castrocielo e Colle San Magno, o, forse, tre, visto che Aquino nel 2002 gli aveva dato la cittadinanza onoraria, dedicò un possente tomo di circa seicento pagine a Palazzolo e Colle San Magno. Due paesi nella storia di Castrum Coeli onorandomi della sua presentazione in quel del Colle ma ponendomi non poco in imbarazzo allorché tentò nel libro un gratuito accaparramento di qualche pezzo della storia di Aquino, a beneficio naturalmente di Castrocielo. Ovviamente non potevo non difendere la madrepatria (talvolta, però, matrigna) e Luigi non poté non accettare quella mia difesa al punto di ricordarla di tanto in tanto nei nostri tradizionali incontri del martedì e del giovedì, con altri amici, in un bar sulla via Casilina.

Incontri dai quali si assentava solo per importanti impegni professionali o al tempo della raccolta dell’uva o delle olive con le quali, da parte sua, si concludeva un annuale percorso di attenzioni secondo gli antichi canoni. O, purtroppo, per cause di forza maggiore, come è accaduto negli ultimi tempi.

Avrebbe dovuto farsi rivedere a questi incontri, da tempo molto diluiti per via del Covid, fra la fine di giugno e gli inizi di luglio. Scriveva, infatti, su WhatsApp, sulle pagine del gruppo che lui proprio aveva creato: «Certo di rivedervi per la fine di giugno, siete sempre nei miei pensieri. Un grosso abbraccio, Luigi» (Venerdì 3 giugno). E, poi, «Speriamo di vederci presto» (Giovedì 16 giugno).

Ma così non è stato. Ed è volato in Cielo.

                                                            Costantino Jadecola

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1 Can. Don Angelo Di Cioccio, Racconti dell’Orsa minore, Edizione curata e ampliata da Luigi Di Cioccio. C.E.S.I. 2008, p. VII.

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