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«Studi Cassinati», anno 2022, n. 4
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Il 28 dicembre 2022 è stata una mattinata vissuta nel Sacrario di Collelungo di Cardito al fine di non dimenticare in quanto si è voluto ricordare il Martirio della popolazione civile di Cardito, di quella fredda mattina di 79 anni fa quando un gruppo di soldati tedeschi, perpetrò quell’aberrante massacro, senza nessuna spiegabile motivazione.
La Celebrazione odierna ha dato seguito all’invito degli organizzatori che da anni si impegnano per questa ricorrenza.
Un numero davvero considerevole, e mai registrato prima, di storici, studiosi, semplici appassionati di storia, cittadini non solo di Cardito, dopo la Santa Messa celebrata nella locale Chiesa della Madonna delle Grazie, e alla presenza delle autorità locali, si sono ritrovati sulle sponde del Rio Chiaro, nel luogo dove ebbe luogo la strage di ben 42 vittime. Erano bambini, donne e vecchi che “sfollati” si erano rifugiati sulle montagne per sfuggire ai bombardamenti, sempre più frequenti, degli Alleati.
Oltre al Comune di Vallerotonda, numerose Associazioni sono state presenti alla cerimonia di commemorazione presso il Sacrario di Collelungo iniziata con la lettura di alcune pagine tratte dal libro Vallerotonda 1943, la strage dimenticata dello storico Costantino Jadecola. Si sono susseguiti nella lettura Maria Grazia Turriziani, Gaetano de Angelis-Curtis, Nino Rossi e Claudio Vettese, cui hanno fatto seguito dei concisi ma significativi interventi del sindaco di Vallerotonda Giovanni Di Meo, del prof. Gaetano de Angelis-Curtis presidente del Centro documentazione e studi cassinati; Nino Rossi per conto dell’Associazione Cassino Città per la Pace; Luciano Bucci, direttore del Winterline Museum di Venafro; Pino Valente dell’Associazione Cassino Red Poppy. Hanno chiuso gli interventi Roberto Molle e Alessandro Campagna dell’Associazione Battaglia di Cassino. Coinvolgenti e toccanti sono state le note del Silenzio che riecheggiavano nella valle; ed altrettanto suggestive sono state le note della canzone Cassino 1944 del musicista Benedetto Vecchio. Infine la cerimonia si è conclusa con il “grido” di un gruppo di Boy Scout, proveniente da Roma.
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