Lo Statuto di S. Germano – odierna Cassino – dell’abate Tommaso I – 1285/88


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Emilio Pistilli, Cassino 2022

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PREMESSA

L’odierna Cassino, erede della romana Casinum – che sorgeva sulle pendici meridionali del monte che la sovrasta –  ha la sua origine dalla città monastica che aveva iniziato a costruire l’abate di Montecassino Bertario, nel IX secolo, sul sito attuale dove, secondo una consolidata tradizione, era ubicato il foro romano.

Una devastante incursione dei Saraceni nell’883 interruppe quel tentativo martirizzando lo stesso abate.

Fu l’abate Atenolfo che, circa 130 anni dopo, all’inizio del secolo XI (1011-1022), portò a termine il progetto della nuova città, cui diede il nome San Germano, traendolo dall’omonima chiesa del luogo.

Il nuovo centro urbano seguì in tutto le sorti della celebre abbazia di Montecassino. Crebbe di importanza tanto da trovarsi a capo di quella che fu la Terra di San Benedetto, formatasi con i castelli sorti nei territori abbaziali amministrati da Rettori nominati dall’abate; in San Germano risiedeva la Curtis maior dove si gestiva amministrativamente tutto il patrimonio cassinese con i suoi castelli.

Successivamente divenne la capitale del piccolo stato di San Germano, sempre a guida abbaziale, nell’orbita napoletana.

Con l’unità d’Italia sotto il regno sabaudo la città mutò il nome in Cassino (1863), ricollegandosi idealmente alla sua storia più antica, quella di Casinum.

Fu subito dopo il Mille che i castelli della Terra di San Benedetto, denominati universitates civium, assunsero la configurazione corrispondente agli attuali comuni. Come tali ebbero dagli abati cassinesi norme di gestione urbana e sociale.

Tra queste troviamo gli Statuti che conferirono dignità e certezze alle popolazioni interessate, segno di una civiltà dalle radici cristiane che volgeva verso un inarrestabile progresso sociale con l’uomo protagonista.

Proprio di questo ci occupiamo nel presente lavoro.

Lo statuto di San Germano è contenuto nel “Regestum II Bernardi I Abbatis Casinensis“, giunto a noi in tre esemplari custoditi nell’abbazia di Montecassino; il primo – che è quello che ci interessa – è il codice n. 6 fatto compilare dall’abare Tommaso I (1285-1288).

Lo portò in stampa Luigi Fabiani in “La Terra di S. Benedetto” nel 1968. Fu ripreso da chi scrive nel 2001 in “Studi Cassinati” n. 1/2001 per la prima volta con la traduzione italiana, che viene qui riproposta.

Emilio Pistilli

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SOMMARIO

Pag. 5 – PRESENTAZIONI
11 – PREMESSA
13 – I – Lo statuto di San Germano: I tempi e il contesto
15 – 1.1 – Montecassino e l’abate Bernardo I Ayglerio
17 – 1.2 – L’attività normativa nella Terra di S. Benedetto
19 – 1.3 – Privilegi e Carte di libertà
24 – 1.4 – Statuti
25 – 1.5 – Lo Statuto di S. Germano
41 – 1.6 – Il mercato e i prezzi
41 – 1.6.1 – Prodotti agricoli di S. Germano
41 – 1.6.2 – Allevamento del bestiame /pesci
42 – 1.6.3 – Vendita delle carni domestiche
43 – 1.7 – Tabella dei prezzi
43 – 1.7.1 – Ragguaglio delle monete e delle misure
43 – 1.7.2 – Tavola di ragguaglio
44 – 1.7.3 – Prezzo delle carni
45 – 1.7.4 – Vendita delle carni selvatiche
45 – 1.7.5 – Vendita dei pesci
47 – II – Statuto di San Germano Anno 1285-1288
77 -III – Il manoscritto dello Statuto di San Germano
91 – Bibliografia
93 – Indice dei nomi

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