CASSINO: SCOPERTA UNA LAPIDE IN RICORDO DELL’ARCH. GIUSEPPE POGGI

«Studi Cassinati», anno 2023, nn. 2-3

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Il dieci settembre scorso, nell’ambito delle manifestazioni a ricordo dell’ottantesimo anniversario del primo bombardamento subito dalla città di Cassino (10 settembre 1943) è stata scoperta una lapide fatta apporre dal Centro documentazione e studi cassinati in ricordo dell’arch. Giuseppe Poggi (1903-1995) che giunto da Roma subito dopo la liberazione della città per attendere alle opere di ricostruzione di Cassino e di Montecassino cui si legò professionalmente e affettivamente. Proprio riconoscendo l’attività che svolse nelle difficili fasi di riedificazione il Cdsc-Aps, su sollecitazione di Alberto Mangiante, ha inteso ricordarlo indelebilmente in una data simbolo per la «città martire» con un manufatto tangibile e concreto affisso sulla parete esterna della Chiesa di S. Antonio, lungo il Corso della Repubblica, che proprio l’arch. Poggi aveva fatto realizzare.
Alla semplice ma suggestiva cerimonia ha preso parte Andreina Poggi, la figlia dell’arch. Poggi, con altri familiari anche di S. Elia Fiumerapido. È stata aperta dal saluto del sindaco Enzo Salera, poi dagli interventi di don Benedetto Minchella, di Gaetano de Angelis-Curtis e della stessa signora Andreina che ha letto alcuni passi del libro inedito intitolato L’avventura a Cassino, redatto dal padre. Una piccola folla di consiglieri e assessori comunali, di cittadini e soci del Cdsc-Aps ha fatto da corona all’evento con il sindaco Salera e la signora Andreina Poggi che hanno svelato la lapide la cui epigrafe che così recita:

GIUSEPPE POGGI

ARCHITETTO FIORENTINO

(Α   15  –  7  –  1903            Ω   24  –  2  –  1995)

NELLA RICOSTRUZIONE DELLA CHIESA


REALIZZÒ QUESTA PARETE UTILIZZANDO


I RESTI DELLA CAPPELLA SEICENTESCA


APPARTENENTE ALLA CONFRATERNITA DI


SANT’ANTONIO DI PADOVA


I CASSINATI GRATI


Centro Documentazione e Studi Cassinati-Aps Pose


in occasione dell’80° anniversario


Cassino  10 settembre 2023

La ricostruzione a Cassino: l’arch. Giuseppe Poggi e la Chiesa di Sant’Antonio da Padova

Giuseppe Poggi, nato a Scarperia, in provincia di Firenze, era giunto a Cassino nel 1944 per svolgere la sua attività professionale nel Genio Civile. Appena arrivato tra le macerie della città, una delle prime immagini che gli si parò davanti in mezzo a tanta distruzione e desolazione furono i ruderi della chiesa di Sant’Antonio, che paradossalmente, pur essendo proprio al centro della città, non aveva subito la distruzione totale come tutte le aree circostanti.

L’arch. Poggi ebbe l’incarico di progettista e di direttore dei lavori nella ricostruzione di chiese e opere e dell’Abbazia di Montecassino nonché fu chiamato a redigere piani di edilizia popolare. Rimase a Cassino una decina d’anni prima di trasferirsi a Bologna.

Il primo incarico fu quello della progettazione di un monumento per le vittime della guerra. Poi a Montecassino si occupò della progettazione del cosiddetto «Conventino», destinato ad abitazione dei monaci e poi della rimozione delle tonnellate di macerie che erano disperse su tutta l’area. Invece il più importante intervento dell’arch. Poggi a Cassino riguardò la Chiesa di Sant’Antonio, un’opera che lo impegnò non poco, portata praticamente a termine a Cassino. Inizialmente si era ipotizzato l’abbattimento delle strutture sopravvissute alla guerra e la ricostruzione ex novo di tutta la chiesa (non furono più ricostruite le chiese di S. Andrea, di S. Pietro in Castro, del Riparo, la collegiata di San Germano, per quella del Carmine sono sopravvissuti solo i resti). L’abate Rea volle, invece, che si provvedesse al recupero della Chiesa di S. Antonio che fu, così, l’unico edificio a sfruttare il preesistente impianto. Quella di S. Antonio fu così la prima, e per un decennio, l’unica Chiesa di Cassino disponibile per le celebrazioni e ospitò le funzioni religiose di tutti i sacerdoti della città.

L’arch. Poggi si apprestò al rifacimento della Chiesa nel rispetto dello stile architettonico originario, con semplici e sobrie linee. L’edificio sacro che egli volle riedificare era una chiesa che ricordava le antiche linee ma ricostruita su stile modernizzato, intonata all’ambiente circostante. Gli unici interventi di modifica riguardarono il campanile e il muro prospiciente il Corso della Repubblica.

Quest’ultimo fu realizzato utilizzando i frammenti della cappella seicentesca appartenuta alla confraternita di Sant’Antonio di Padova (e non al campanile). Quei resti di pietre lavorate che decorano la parete esterna della Canonica oggi restano, quasi come unico monumento concreto e reale, quasi come reliquie laiche della Cassino prebellica, la sola vera testimonianza dell’apocalisse di Cassino. A distanza di ottant’anni va riconosciuta la validità delle soluzioni poste in essere dall’arch. Poggi. Quei frammenti e lo stile architettonico dato al nuovo edificio consentono di ricollegarsi al passato, neanche tanto lontano, e se non ci fossero, se la Chiesa fosse stata ricostruita completamente, le nuove generazioni non avrebbero quasi nessuna possibilità anche solo di immaginare com’era la Cassino prebellica. Infatti se si vuole avere un’idea della città prima della sua distruzione allora bisogna andare a vedere la Chiesa di S. Antonio. Ma non solo perché i frammenti della parete, continuando a essere visibili e riconoscibili non scomparendo come tutta la città, fanno da monito alla scelleratezza umana (gdac).

Sulla figura di Giuseppe Poggi cfr. (anche):

Giovanni Petrucci, Giuseppe Poggi e la ricostruzione di Cassino del dopoguerra, in «Studi Cassinati», a. VI, n. 1, gennaio-marzo 2006, pp. 42-48.

Andreina Poggi, La ricostruzione della Chiesa di Sant’Antonio a Cassino nel dopoguerra: la testimonianza dell’arch. Giuseppe Poggi, in «Studi Cassinati», a. XXII, n. 2, aprile-giugno 2022, pp. 101-106.

G. de Angelis-Curtis, Cassino, i francescani e S. Antonio, in «Studi Cassinati», a. XVII, n. 4, ottobre-dicembre 2017, pp. 306-312.

Soldati e residuati bellici davanti a Sant’Antonio
I frammenti della cappella (elaborazione grafica Valentino Mattei).
L’arch. Giuseppe Poggi a Montecassino.

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