PANNELLO FOTOCERAMICO DEL MONUMENTO AI CADUTI DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE A CERVARO

«Studi Cassinati», anno 2023, n. 4

> Scarica l’intero numero di «Studi Cassinati» in pdf

> Scarica l’articolo in pdf

La città di Cervaro da sabato 4 novembre 2023 si è arricchita di due preziosi manufatti, un pannello in fotoceramica e una lapide esplicativa, posizionati sulla parete esterna dell’Edificio Scolastico in Corso della Repubblica in ricordo del Monumento ai caduti della Prima guerra mondiale. L’evento è stato organizzato dall’Associazione culturale «Il Cenacolo» di Cervaro in stretta sinergia con il Centro documentazione e stati cassinati-Aps, con il concorso della locale Amministrazione Comunale sensibile e partecipe del momento. Alla cerimonia inaugurativa sono intervenuti Carlo Mario Musilli presidente de «Il Cenacolo», l’assessore alla cultura Luigi Gaglione, il sindaco Ennio Marocco, la vicepreside dell’Istituto Comprensivo Cervaro, prof.ssa Chiara D’Orsi, che ha portato il saluto della dirigente Floriana Raia e ha formulato le congratulazioni della scuola. Alcuni studenti hanno letto delle personali riflessioni sulla Prima guerra mondiale in relazione ai giovani di Cervaro chiamati a combattere sui vari fronti. Infine Gaetano de Angelis-Curtis ha spiegato le motivazioni e le finalità che hanno portato a far realizzare e a collocare il pannello fotoceramico il quale, attraverso le immagini raffigurate, offre la visione del panorama urbano goduto dalla popolazione di Cervaro dal 1923 al 1947, una visione oggi scomparsa. La manifestazione si è svolta alla presenza di docenti, alunni, genitori e di una folta rappresentanza della popolazione cervarese che entusiasticamente hanno inteso partecipare a un evento inaugurativo di rilevante importanza per Cervaro, con padre Ricky che ha benedetto il manufatto.

L’Associazione culturale «Il Cenacolo» è orgogliosa di aver partecipato fattivamente all’evento e rimarca lo stretto connubio culturale instauratosi con il Centro documentazione e studi cassinati-Aps il cui presidente Gaetano de Angelis-Curtis ha fortemente voluto, ideandolo e progettandolo, il pannello come rileva la frase «cervariensis nationae non moribus, sua pecunia fecit, in memoria», riportata su alcune mattonelle poste nella parte superiore, che riecheggia l’archeologo Amedeo Maiuri e la munifica matrona Ummidia Quadratilla e cioè che uno della ‘nazione’ di Cervaro, di nascita ma non di costume, ha fatto realizzare l’opera con il suo denaro, in memoria. Infatti ha inteso donare i due manufatti alla città in memoria dei caduti di tutte le guerre, della popolazione cervarese e in particolare di Gaetano Curtis, procuratore capo della Procura del Regno del Tribunale di Cassino, che affacciandosi dai balconi di casa sua poteva godere della vista dello spiazzo e del Monumento ma che poi nel novembre 1943 fu costretto a sfollare raggiungendo Alatri dove si spense il 7 luglio 1944 senza mai più far ritorno e rivedere la sua amata città di Cervaro.

La lapide in travertino (m. 1×0,90) ha funzione esplicativa in quanto specifica come lo spiazzo una volta chiamato localmente «(h)ortola» su cui si ergeva il Monumento ai caduti del primo conflitto mondiale sia stato poi utilizzato, nell’immediato secondo dopoguerra, per collocarvi l’Edificio Scolastico che di fatto ne ha decretato la scomparsa.

Nello slargo detto anticamente

dell’«(h)ortola» utilizzato per innalzarvi il

Monumento ai caduti della Grande guerra

parzialmente distrutto dagli eventi bellici

del Secondo conflitto mondiale

ora sorge questo

Edificio Scolastico

A ricordo del centenario dell’inaugurazione

del 4 novembre 1923 con

«Il bacio delle ali d’Italia alla Pietra

che eternerà la memoria dei caduti di Cervaro»

4 novembre 2023

Il pannello fotoceramico (delle dimensioni di m. 2×1,40 e formato complessivamente da settanta mattonelle cm. 20×20) è stato realizzato dal valente maestro ceramista cervarese Enrico Todisco. Si compone della fotografia del largo spiazzo dove si innalzava l’imponente Monumento ai caduti della Prima guerra mondiale mentre sulla sinistra è riportata in primo piano la ragguardevole statua in marmo che lo caratterizzava.

Appena terminata la Grande guerra si venne a costituire un Comitato finalizzato al reperimento dei fondi necessari a innalzare un ricordo marmoreo ai caduti di guerra. Una alacre attività animò la popolazione cervarese: vennero organizzate lotterie, vendita di oggetti, sottoscrizioni private per recuperare la somma destinata a erigere un monumento ai caduti. Tuttavia i fondi raccolti tra la popolazione dovettero non risultare sufficienti a erigere un «monumentino onde significare la riconoscenza del paese verso coloro che maggiormente contribuirono alla grandezza della Patria, ed anche per tramandare ai posteri quei nomi che per tutti dovrebbero suonare grandezza, vanto, monito solenne».

Fu poi Vincenzo Casaburi, quando venne rieletto sindaco di Cervaro, che ruppe gli indugi volendo che Cervaro si dotasse di un Monumento ai caduti per cui dispose che fosse il Comune a farsi carico della realizzazione e del finanziamento. Il Monumento era stato progettato dall’ing. Cataldi ed era ancora più imponente di quello poi effettivamente realizzato, in quanto era formato da un mastodontico arco che aveva al di sotto una sorta di altare e al di sopra la statua. Poi alla fine fu realizzato un monumento più semplice costituito da una base rettangolare in marmo delimitata da una ringhiera in ferro, con cancelletto centrale, sui cui lati vennero poste delle lapidi con i nominativi dei caduti mentre quella frontale riportava la scritta «CERVARO / AI SUOI CADUTI / 1915 – 1918».

Al di sopra della base si trovava una imponente statua in marmo, allegoria della vittoria, realizzata dallo scultore Nicola Brunelli1. L’artista creò una statua che si andava a distinguere nettamente da tutte le altre poste nei vari Monumenti ai caduti in Italia. Innanzi tutto perché si caratterizzava per il materiale utilizzato in quanto era in marmo e non in metallo. Proprio l’uso del marmo preservò la statua negli anni della Seconda guerra mondiale perché moltissime furono le sculture in bronzo che i vari Comuni furono costretti a donare alla patria per essere fuse e farne dei cannoni. Ma soprattutto la differenziazione derivava dalla simbologia utilizzata. Le statue dei Monumenti ai caduti normalmente rappresentavano una figura femminile alata o guerriera a personificare la vittoria, oppure un fante in armi con un piede su un sasso a ricordare le rocce delle Alpi oppure una donna affranta e piangente simbolo di una madre o di una moglie che piangeva per il suo caduto. Invece la statua di Cervaro era costituita da un imponente corpo maschile scolpito in un atto allegorico originale e insolito. Ritraeva un nerboruto uomo nell’atto di scagliare un masso, che aveva tra le mani, sulla testa di un’aquila2 che reggeva con uno dei piedi, allegoria della vittoria sull’impero asburgico, l’impero austro-ungarico il cui stemma era rappresentato da un’aquila bicefala, a doppia testa.

Il Monumento, una volta realizzato, fu collocato nell’ampio slargo situato a metà del corso principale dell’abitato che, non a caso, venne denominato «piazza XXIV maggio» o «piazza della Vittoria» e fu inaugurato il 4 novembre 1923. Per tale avvenimento il cielo di Cervaro fu lungamente sorvolato da aerei che lanciarono, sulla cittadina e sulla popolazione «centinaia di manifestini inneggianti a Cervaro e alla Patria. Forse quella fu la prima volta in cui gli aerei furono impiegati per il lancio di manifestini in una città in festa per un avvenimento patriottico da non dimenticare». I volantini lanciati riportavano la scritta:

Il bacio delle ali d’Italia

alla pietra che eternerà

la memoria dei

Caduti di Cervaro

per la grandezza della

P a t r i a.

4 novembre 1923

Con lo scoppio della Seconda guerra mondiale, i bombardamenti che interessarono Cervaro nel 1943-1944 distrussero parzialmente il Monumento.

Finita la guerra, fin dalle prime fasi della ricostruzione, lo slargo dedicato ai Caduti per la Patria fu utilizzato come discarica di materiali edilizi e si presentava con «enormi mucchi di macerie». Quindi nel corso dell’estate del 1948 andò maturando in seno all’Amministrazione Comunale di Cervaro l’idea di utilizzare quello spiazzo per la costruzione di una scuola elementare pubblica. Il Consiglio Comunale approvò il progetto e il Genio Civile di Cassino appaltò i lavori che erano a carico dell’Ericas (Ente per la ricostruzione del Cassinate). In breve tempo fu realizzato un lungo muro di contenimento, che corre per tutta la lunghezza dell’odierna Via Gaetano Curtis, al di sopra del quale sorse un Edificio scolastico nel quale vennero concentrate tutte le classi elementari sparse in numerosi locali in affitto nel centro abitato nonché la Direzione Didattica.

Tra l’altro l’imponente statua del Monumento a Caduti benché mutila, sfregiata e danneggiata ma salvatasi dalla completa distruzione, fu rimossa a inizio dei lavori e da allora se ne sono perse le tracce assieme alle altre parti del monumento e alle lapidi con i nomi dei caduti.

Ora il pannello fotocermanico è una memoria storica che al tempo stesso è anche visiva nella speranza che i figli di Cervaro sappiano custodirla e serbarla nella sua interezza (gdac).

Foto ©Michele Di Lonardo per g.c.

1 Nato a Foligno il 29 ottobre 1869 e scomparso nel 1941, Nicola Brunelli si era formato artisticamente seguendo le orme paterne trasferitosi da Pisa nel Comune umbro per avviare un’attività di marmista. Divenne uno dei più valenti maestri della Scuola di Arti e Mestieri di Foligno, ricevendo importanti riconoscimenti. Anche a Foligno ha realizzato un particolare Monumento ai caduti.

2 Secondo alcuni Nicola Brunelli si sarebbe ispirato al Canto degli italiani (l’Inno d’Italia) lì dove Goffredo Mameli, nella quarta strofa, scriveva: «Già l’Aquila d’Austria / Le penne ha perdute».

(10 Visualizzazioni)