«Studi Cassinati», anno 2024, n. 2
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di
Gaetano de Angelis-Curtis*
Nelle memorie dei protagonisti, come quelle di Wladislaw Anders, Un’armata in esilio (Bologna 1950), oppure nei volumi di storici polacchi come quello di Stanislaw Bieganski intitolato Dzialania 2 Korpus we Wloszech (Attività del 2° Corpo in Italia) con prefazione dello stesso gen. Anders e pubblicato a Londra nel 1963, non appare alcun riferimento diretto alla presenza di militari polacchi a Cervaro ma la cittadina è citata solo come località di transito, uno degli snodi per i rifornimenti di munizioni, armi e prodotti alimentari indispensabili per i soldati dislocati in prima linea1.
Quotidianamente alla stazione ferroviaria di Vairano giungeva un treno carico di materiali di approvvigionamento, mentre nel campo di Venafro era ubicato il 401° Centro di rifornimento che disponeva di un quantitativo di viveri sufficiente per quattro giorni. Quindi materiali militari e alimentari dovevano essere trasportati e poi distribuiti. Il 2° Corpo polacco disponeva di sole due strade per portare da Venafro i rifornimenti per la truppa.
La cosiddetta «via nord», e cioè Venafro-Pozzilli-Acquafondata-S. Elia Fiumerapido-Portella, e poi il «percorso sud e cioè Venafro-S. Pietro Infine-S. Vittore-Cervaro-S. Michele-Portella.
La «via nord» era utilizzata dalla 5a Divisione polacca ma anche da quella neozelandese e ogni giorno vi potevano essere effettuate solo 70 corse di veicoli. Utilizzava il tratto di strada della gola dell’Inferno tra Acquafondata e S. Elia che se essenzialmente era a senso unico, pur se erano presenti dei tratti per permettere il doppio senso, aveva il vantaggio di garantire libertà di movimento in quanto era al riparo dall’avvistamento del nemico cosicché di giorno era usata per l’evacuazione dei feriti e di notte per il trasporto dei rifornimenti.
Il «percorso sud» si divideva in tre tratti distinti. Il primo, da Venafro a S. Pietro Infine, era sicuro per cui il traffico si svolgeva anche di giorno e pertanto vi vennero realizzati dei magazzini di stoccaggio. Il secondo, da Cervaro a Portella, attraversava un’area che era sotto osservazione nemica e nel raggio di fuoco dell’artiglieria tedesca per cui il traffico si svolgeva solo di notte mentre di giorno era consentito il passaggio di singoli veicoli. Il terzo tratto era localizzato nella valle del Rapido e il transito durante il giorno era impossibile poiché costantemente sotto il tiro nemico, ma anche di notte era limitato in quanto reso difficoltoso dalle pessime condizioni della strada. Per alleggerirlo fu realizzato un nuovo tratto verso S. Pasquale. Infine in prima linea la consegna avveniva utilizzando il trasporto con muli che richiedeva anche imballaggi speciali per le munizioni.
Tuttavia pure l’approvvigionamento giornaliero di acqua, così come la distribuzione, rimanevano difficoltosi e difficili. Per ogni soldato erano necessari circa due litri e mezzo al giorno di acqua che veniva prelevata pure da fontane poste a Cervaro.
«Nelle sue memorie Anders scrive che quando al 2° Corpo fu assegnato il compito di prendere Montecassino2, il Quartier generale del 2° Corpo fu trasferito da Vinchiaturo (Campobasso) ad una non meglio precisata località “nei pressi di Montecassino” dalla quale si poteva vedere la “sconvolgente” vista delle rovine dell’abbazia. In tale nuovo Quartier generale il 23 aprile 1944 ricevette la visita del gen. Wilson quindi quella del gen. Alexander. Poi il 4 maggio il principe Umberto di Savoia “fu [suo] ospite”» nel Quartiere generale ubicato, con tutta probabilità, ad Acquafondata. «Bisogna osservare però che già dal mese di marzo Anders ricevette dagli inglesi un caravan come quello che usava Leese e che lo stesso generale descrive minuziosamente: un autocarro sul quale era stata allestita una stanza con dentro un lettino fisso, un tavolo per le carte e un tavolo da lavoro, un armadio guardaroba e un lavandino. Melchior Wankowicz nel suo Bitwa o Monte Cassino scrive con il suo consueto stile romanzato: “Il generale Anders mi ha portato con il cosiddetto Caravan – un’auto residenziale – in salita; mi ha mostrato un panorama di Montecassino con i resti diroccati del Monastero e sopra di esso sovrasta il massiccio nero del Monte Cairo. Catene di montagne, gettate in più file, diventarono viola e sbiadirono come decorazioni teatrali. Me ne sono andato con un senso di meraviglia, teatralità, l’inafferrabilità di ciò che sta accadendo”».
Ciò sta a dimostrare che Anders non aveva problemi di mobilità e da Acquafondata, passando per Viticuso, poteva scendere a Cervaro da dove poteva godere di una vista migliore di Montecassino. Ma Anders non si portava a Cervaro solo per osservare più da vicino le operazioni militari ma pure per far visita al Quartier generale della 78a Divisione britannica dove ebbe modo di incontrò più volte il comandante magg. gen. Charles Frederic Keightley3 e altri ufficiali britannici anche per pianificare le strategie militari di attacco all’abbazia. Per di più subito dopo che il gen. Anders ebbe accettato l’incarico della conquista di Montecassino, in pochi giorni venne approntato un «plastico in scala 1:2000» su cui i comandanti polacchi poterono studiare la tattica d’attacco nonché furono reperite mappe, fotografie aeree e rapporti militari4.
Numerose foto scattate sia dai polacchi che dagli inglesi (queste ultime conservate all’Imperial War Museum di Londra) danno testimonianza e attestano la presenza di Anders a Cervaro sicuramente il 5 aprile, il 10 e il 24 maggio 1944, cui va aggiunto anche il 18 maggio, giorno della conquista di Montecassino da parte dei polacchi, come riferito nel resoconto pubblicato nel gennaio 1950 nel periodico «The English Rewiew Magazine» dal corrispondente di guerra e giornalista inglese Leonard Marsland Gander.
Alle ore 10.20 la bandiera polacca sventolava sulle rovine dell’abbazia di Montecassino. La strada per Roma era finalmente aperta. I polacchi persero circa 3800 militari tra morti, feriti e dispersi, caduti. Sull’obelisco di monte Calvario che domina il cimitero polacco di Montecassino è scolpita la frase: «Per la nostra e la vostra libertà noi soldati polacchi demmo l’anima a Dio, i corpi alla terra d’Italia, alla Polonia i cuori».
Come riconoscimento per il decisivo contributo offerto nella conquista di Montecassino, il sovrano d’Inghilterra Giorgio VI conferì l’alta onorificenza dell’Ordine del Bagno per virtù militari al gen. Wladislaw Anders. Il gen. Harold Alexander informò il comandante polacco il 22 maggio5. Quindi la semplice ma significativa cerimonia di tenne proprio a Cervaro il 24 maggio 1944. Nelle sue memorie Anders scrisse di averla ricevuta non nel suo Quartier generale ma «in un oliveto presso Montecassino». Tuttavia va notato che spesso nelle didascalie delle foto e negli scritti i polacchi non riportano le località del Cassinate con il loro toponimo ma le indicano genericamente come «vicino a Montecassino». D’altra parte a Montecassino nei pressi della distrutta abbazia non c’era più nulla, non una pianta di qualsiasi specie, non un filo d’erba, tutto bruciato e riarso. Dunque una cerimonia di conferimento di una onorificenza così importante consegnata dal comandante supremo delle forze alleate per conto del sovrano di Gran Bretagna non avrebbe potuto svolgersi in mezzo a tanta desolazione e con il pericolo di mine e residuati bellici inesplosi. Così lo svolgimento della cerimonia va collocato nelle immediate vicinanze del Quartier generale della 78a Divisione britannica a Cervaro, immerso tra gli olivi, come dimostrano inequivocabilmente le fotografie scattate nell’occasione.
* Si ringrazia vivamente l’arch. Pietro Rogacien, presidente della Fondazione del Museo Memoriale del 2° Corpo d’Armata Polacco in Italia, e la prof.ssa Krystyna Jaworska, docente di Lingue e letterature straniere all’Università di Torino, pubblicista e storica del 2° Corpo polacco (i cui genitori erano entrambi nel 2° Corpo) per aver raccolto le notizie riportate in questa sezione.
1 Il 2° Corpo polacco era giunto sul fronte di Cassino nella primavera del 1944 rilevando le posizioni del Corpo di spedizione francese (Cef). «Il 17 aprile si mossero 51.962 uomini del corpo polacco verso Cassino, con al seguito 1.200 muli ciprioti, usati per portare in prima linea viveri e rifornimenti, 500.000 granate, un milione e 400.000 litri di benzina e 339.000 porzioni di viveri. Tonnellate e tonnellate di munizioni furono ammucchiate nei depositi … Per nascondere gli immensi preparativi, tutta la zona venne mimetizzata con teli o immersa in una fitta e continua nebbia artificiale, 18.000 candelotti fumogeni di quindici centimetri di diametro furono dislocati in diversi punti» (P. Wieczorek, Rossi papaveri a Montecassino, Manni, San Cesario di Lecce 2018, p. 67).
2 Il 23 marzo venne avanzata l’«offerta» ai polacchi di conquistare Montecassino. Nonostante sapesse quanto rischioso fosse il compito, considerando che truppe di diversa nazionalità (americani, francesi, britannici, indiani, neozelandesi) avevano già fallito, Anders decise di accettare in quanto la conquista dell’abbazia di Montecassino «avrebbe coperto di gloria le armi polacche».
3 Sir Charles Frederic Keightley (24 giugno 1901-17 giugno 1974) aveva assunto il comando della 78a Divisione di Fanteria britannica nel dicembre 1943, poi nell’agosto 1944 fu promosso tenente generale ad interim quando gli fu dato il comando del V Corpo dell’Ottava Armata britannica divenendo, all’età di 43 anni, il più giovane ufficiale dell’Esercito britannico durante la Seconda guerra mondiale a comandare un Corpo d’armata. Fu insignito anch’egli dell’Ordine del Bagno per i suoi servizi in Tunisia nonché gli fu conferita la Legione al merito dal governo degli Stati Uniti (https://en.wikipedia.org/wiki/Charles_Keightley).
4 P. Wieczorek, Rossi papaveri a Montecassino … cit., p. 67.
5 Il gen. Alexander inviò un telegramma nel quale scriveva: «Ho ricevuto un messaggio da sua maestà Re Giorgio con la richiesta di trasmettervi le sue più vive congratulazioni per il notevole contributo dato dai vostri recenti successi. Devo informarvi che Sua Maestà vi ha conferito l’Ordine del Bagno». Esso è un ordine cavalleresco britannico, il quarto per antichità dopo l’«Ordine della Giarrettiera», l’«Ordine del Cardo» e l’«Ordine di San Patrizio».
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