Cassino: omaggio a «zio plat»


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«Studi Cassinati», anno 2020, n. 1-2
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Sabato 11 gennaio 2020 la cittadinanza di Cassino, ha reso omaggio al platano monumentale ubicato in Largo degli Abruzzi. Una semplice ma sentita manifestazione al fine di condividere un angolo della città prebellica, svolta alla presenza del sindaco Enzo Salera e dell’assessora Maria Concetta Tamburrini. Un evento che ha fatto seguito al particolare addobbo natalizio mentre, a inizio anno, per la prima volta, i cantori della Pasqua Epifania hanno fatto tappa sotto quel maestoso albero. «Zio plat» lo definisce affettuosamente Pino Valente il dinamico presidente dell’«Associazione Albergatori di Cassino» che ha organizzato l’evento in collaborazione con l’«Associazione Vivi Cassino». Il platano è ubicato in quello che la popolazione ‘cassinese’ chiamava «Largo delle boccetelle» poiché le bacche di questi alberi avevano la forma di piccole bocce, ha una circonferenza di cinque metri ed è del tutto cavo all’interno, mentre dal 2006 è protetto da una inferriata. Questo albero secolare è divenuto il simbolo della Cassino che fu poiché è una delle pochissime tracce che la città moderna e odierna possiede, testimonianza viva di quella graziosa andata distrutta totalmente nel corso degli eventi bellici del Secondo conflitto mondiale. Per la verità i platani (della specie platanus orientalis) piantati a Cassino forse nella seconda metà del 1700 erano originariamente cinque e di essi due furono quelli che si salvarono dalla distruzione: uno è appunto «zio plat» mentre un altro suo gemello, ancor più grande, si trovava all’incrocio tra Via Tommaso Campanella con Via XX settembre ma fu abbattuto nel dopoguerra per far posto a un fabbricato.

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[Per ulteriori notizie sul platano si rimanda all’articolo di Emilio Pistilli pubblicato su «Studi Cassinati» a. X, n. 4, ottobre-dicembre 2010, pp. 323-323 e rintracciabile su www.cdsc.onlus/index.php /2016/09/18/il-platano-di-cassino-lultimo-testimone-vivente-dei-secoli-passati-della-citta-martire/].

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