23 aprile 1943 (XXI dell’era fascista) 30 “sovversivi” di Cassino proposti per il confino


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Studi Cassinati, anno 2010, n. 4
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di Cosmo Barbato


Durante il periodo del fascismo Cassino offrì una notevole resistenza al regime al livello intellettuale e soprattutto presso il folto nucleo di ferrovieri che facevano capo alla stazione posta in posizione centrale della linea Roma-Napoli. Lo storico di Anagni Gioacchino Giammaria riporta nel suo “Documenti sulla seconda guerra mondiale” (pagg. 380/381) un documento del 23 aprile 1943 (anno XXI dell’era fascista), ricavato dagli archivi della polizia politica, nel quale l’ispettore generale di PS comm. Barletta fornisce al prefetto di Frosinone l’elenco di “un gruppo di individui residenti a Cassino i quali svolgono da tempo una astiosa attività vociferatrice e disfattista”. Mancavano tre mesi alla caduta del fascismo e lo zelante funzionario, nel fornire l’elenco di trenta “sovversivi”, auspica che “dato il particolare momento sarebbe opportuno, come proposto dall’eccellenza il prefetto di Frosinone, adottare qualche provvedimento di polizia e precisamente il confino o l’ammonizione per quelli più in vista e la diffida per gli altri”. Ecco l’elenco dei trenta “sovversivi” completi di paternità e professione.

Montanelli Luigi di Francesco Antonio, avvocato
Cicchelli Costantino fu Paolo, avvocato
Colella Riccardo fu Gaetano, avvocato
Di Mambro Vincenzo fu Pietro, avvocato
Testa Tommaso fu Placido, avvocato
Barbato Guido fu Cosmo, avvocato
Messeri Vladimiro fu Alfonso, medico dentista
Selmi Antonio di Benedetto, maestro elementare
Barbato Mario fu Cosmo, insegnante
Morra Giuseppe di Antonio, commerciante in tessuti
Valente Ettore fu Ferdinando, impiegato
Barbato Gennaro fu Cosmo, agente di assicurazione
Ferraiolo Giovanni fu Pasquale, fotografo
Sambucci Pasquale fu Fortunato, legatore di libri
Coarelli Carlo fu Alfonso, messo giudiziario
Gallozzi Giovanni fu Francesco, messo giudiziario
Argentini Enrico fu Angelo, ferroviere
Boccia Carmine fu Marcellino, ferroviere
Bartocci Ildebrando di Giovanni, ferroviere
Saltelli Gilberto di Alfonso, ferroviere
Viola Giuseppe di Giuseppe, ferroviere
Archilletti Arcangelo di Domenico, ferroviere
Centograni Gennaro fu Achille, ferroviere
Fusaglia Antonio fu Nazareno, ferroviere
Sciarra Amerigo di Odoardo, ferroviere
Quadrini Vincenzo fu Giacomo, ferroviere
Toti Antonio di Benedetto, ferroviere pensionato
Di Nardo Pietro fu Giacomo, ferroviere pensionato
Caroselli Celestino fu Carmine

“Se finora non è stato possibile raccogliere nei lori confronti specifiche e concrete prove – aggiunge lo spione dell’Ovra – ciò si deve soltanto al fatto che detti individui, di cui alcuni militanti in passato in partiti sovversivi, non si lasciano avvicinare da persone estranee all’ambiente e si comunicano e commentano le notizie apprese da stazioni radio nemiche solo quando hanno la sicurezza che nessuno li veda o li osservi”.
L’elenco comprendeva nominativi raccolti nel tempo. Per esempio, mio padre, l’avvocato Guido Barbato, radiato dall’ordine professionale perché aveva rifiutato l’iscrizione al Fascio, alla data dell’informativa di polizia, il 23 aprile 1943, era militare già dall’inizio della guerra, ufficiale superiore richiamato alle armi.
Oggi nessuno di quei trenta “sovversivi” è ancora in vita. È bene però che ne resti il ricordo come di coloro che onorarono il nome di Cassino sapendo tenere la schiena diritta, in molti casi anche a costo di pesanti sacrifici e discriminazioni.

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